Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico
Lascio pensare a voi quale scompiglio vi fosse in Roma il giorno quindici febbraio che seguì la notte tragica di Palazzo Corsini. Un andirivieni, un
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Un vecchio, posto alla tortura, e quasi stritolato sotto ad una macina, rideva ed insultava i santi ministri, i quali gli ricordavano l’obbligo della
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Chi potrà negare: essere questa Italia un pandemonio? Eppure! ove si trova un paese più favorito dalla natura: con un cielo unico, un clima stupendo
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Diciott’anni sono trascorsi da quella sera fatale in cui un prete nero nero come la befana avea traversato la piazza della Rotonda per commettere il
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un po’ più delicata del tipo antico. Ai suoi vent’anni, al vederla si avrebbe potuto aggiungere un lustro di più perché al suo sorriso angelico
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buona figura: Un po’ noiato dalle superflue cerimonie egli non dié segno d’impazienza e la noia in parte gli venne compensata dal piacere di sorreggere
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Un piccolo tocco sulla spalla scosse il mendico dalla sua immobilità contemplativa. Si volse e con piglio famigliare disse al sopravvenuto: «Sei qui
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Sull’albeggiare del 30 Aprile 1848 un sergente straniero era condotto in prigione alla presenza del comandante il Gianicolo. Caduto in un’imboscata
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. Fregandosi gli occhi acciecati dagli sprazzi del mare e dalla pioggia che gli flagellavano il volto parvegli scorgere sulla cresta di un maroso che
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anche un uccello ferito. Non so se lo stesso sentimento provasse Orazio, il coraggioso figlio della foresta; ma repugnante o no, come avrebbe egli potuto
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assoldati dai preti che commettono eccessi da far inorridire una tigre. Anche il successore di Gianni, avrebbe fatto un’idonea comparsa in un quadro
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; delle murate, da poppa a prora, non esisteva più un sol pezzo e di quanti oggetti si trovavano sulla coperta, nulla vi era rimasto. Poco prima di giorno
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Ma il prete ne ha fatto la Rotonda, come del Foro Romano, ove s’adunavano i padroni del mondo per discuterne le sorti, ne fece un Campo Vaccino
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ornata la meravigliosa metropoli del mondo. E lo seguiva Attilio col presentimento di seguire un ribaldo, uno stromento d’infamia la cui meta fosse
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per il piccolo John, ma un fiasco d’Orvieto di cui Orazio aveva provvisto le viaggiatrici vi supplì dovutamente e John dopo due ore coi suoi abiti
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’assenza dell’amante che ella ama con tutta l’anima, la donna un po’ di galanteria l’accetta sempre volentieri, s’intende bene senza far torto al lontano
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robustissimo e destro cavaliere. Fino all’età di diciott’anni rimasi un vero figlio del deserto non conoscendo altro affetto, che quello del mio cavallo
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articolata dai due durante il viaggio. Silvio aveva un cuore d’angelo. Egli sapeva che la società tollera ogni specie d’impudicizia, colla sola
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nelle mani per lasciar andar l’àncora quando un grido della nostra eroina fece sospendere l’opera incominciata. Un primo soffio di Libeccio avea
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Torniamo alla bella omonima del superbo e valoroso Yacht ed ai suoi compagni di solitudine. Orazio, siccome era convenuto con Giulia, accese un bel
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un infausto episodio di difficoltà, di contrarietà e di sciagure. Un nembo da Bora, scoppiato nell’Adriatico in quella stessa notte, aveva
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sentiero da piante cadute, e dai rami che lo attraversavano, fermossi finalmente in uno spiazzato, ove il bosco aprivasi per lasciare il posto ad un
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senza un brivido di timore lo sguardo tagliente che due nerissimi occhi vi lanciavano saettandovi. La sua chioma, nera e pulita come l’ala del corvo
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abbandonare i feriti all’insulto ed al ferro dei soldati pretini. Nel sito più basso del lanificio, all’estremità d’un immenso lavatoio per la lana scorgevasi
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questo di Capo Liberi, il quale non è che un curato. Meno male! La festa per essere più semplice che nella capitale non fu meno splendida e più lieta per
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«Le parole di Alba mi avevan svelato come un lampo l’orribile delitto. La raccolsi svenuta, l’adagiai sul mio lettuccio e per la prima volta potei
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Fra gli operai superstiti che si trovavano alla difesa del portone si scorgeva un canuto. Questi prestava orecchio alla conversazione dei due capi e
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badessa col lume, io seguivo a poca distanza e le giovani chiudevano la marcia. Scendemmo forse cinquanta gradini, entrammo in un corridoio non molto
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gondoliere di andare, quando il T.... giunse alla riva del canale. Che fare? Precipitarsi nell’onde, ed aggrapparsi all’orlo della barca, come un
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plebei e dei grandi? Non sono la malizia e la prepotenza che imposero alle moltitudini i despoti ed i tiranni? E non era Gesù un plebeo?... E se quella
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. Al minimo sospetto si arrestavano cittadini di ogni classe e le carceri ne rigurgitavano. Il governo dei preti aveva saputo comprare un traditore
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volentieri che a Roma, ma vi era un vuoto nella mia esistenza, una smania nell’anima mia che mi turbava, che mi rendeva inquieta e malinconica. Io sentivo
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assassino è decapitato, e Bonaparte che assassinò nessuno a Parigi, a Roma, al Messico, è un magnanimo! e che so io! Qui però si prepara giustizia
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lo sguardo al giovane, vi avea scoperto la chiave in un buco. Provata la chiave nei chiavistelli della catena, andava bene, e mentre le arrugginite
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nessuno! «Eppure, chi è più meritevole di morte che la setta malvagia la quale ha fatto dell’Italia un paese di morti
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Lasciamo per un momento queste scene di desolazione e d’orrore, quest’atmosfera infetta dal fiato prestilenziale de’ carnefici e seguiamo sulla
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Un sasso! Che distingue le mie dall’infinite Ossa che in terra e in mar semina morte. (Foscolo) Io, idolatra del Carme dei sepolcri del grandissimo
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cominciò: «Giacché noi dovremo viaggiare per sotterranei e catacombe, vi voglio raccontare un fatto che accadde proprio a me, or fan pochi anni, nelle
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con piccola brezza da Greco, cominciava a graziosamente dondolarsi con un po’ di mare a traverso. Dico «graziosamente» per il capitano Thompson o per
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’ suoi prodi compagni sosteneva alla testa del popolo un’eroica ma disuguale pugna nei dintorni della caserma degli zuavi, Guerzoni e Castellazzi
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lasciare la tolda - ci ha portato via il nostro John!». «Povero giovane!» rispose Giulia, con un profondo sospiro. Lo Yacht era orientato,
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belle, spiranti gioia ed amore, diffondendo intorno un’atmosfera balsamica di paradiso. Oh! Manlio perché non sei qui a bearti nell’adorazione de’ suoi
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matrona la quale, sebbene non repugnasse da un’alleanza plebea, come abbiam veduto, ci teneva al titolo onorevole della famiglia paterna. Alla
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avrebbe posto per Giulia, non la mano, ma la testa sui carboni ardenti; Muzio, vedeva l’astro della sua vita lì, accanto ad un soldato straniero, che
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deciso di vivere e morire, perché non avrebbe potuto strapparsi per un giorno solo a tutti quegli oggetti della sua idolatria. Giovane, ricca, nata e
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Il nuovo attore comparso su quella scena di violenze non era un gigante, solo di alcuni pollici soprastava all’ordinaria statura. Però alla robusta
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amava ogni giorno di più vedendolo crescere vispo, robusto e bello come un Adone. Egli non tornava mai a casa senza portare al suo caro qualche cosa che
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’orecchio sinistro portato via da un pezzo di mitraglia e un altro gli sfiorò l’omero destro. Muzio fu colto da una palla nel petto che lo avrebbe
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di risa. Aurelia, che forse lo stesso colpo di mare il quale aveva portato via il povero John slanciava come un sacco sulla parete di sottovento, ove
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delle leggende, la patria dei Fabi e dei Cincinnati, l’emporio delle meraviglie umane, era per Giulia un incantesimo. Conosceva ogni cosa bella di