Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico
principali della sommossa era stato il nostro sergente di dragoni, Dentato. Uscito dalle torture dell’inquisizione che avea sostenute con uno stoicismo
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abbiamo creduto necessario doverlo notare. Siccio era il più antico dei famigliari di casa Pompeo; in quella casa era nato, era stato beneficato in varie
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perpetuo stato di guerra colle altisonanti parole di patriottismo, lealtà, onore della bandiera, gloria militare, ove una metà del popolo è schiava e l’altra
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La prima voce che s’udì nel loggione era voce d’uno da noi conosciuto: la voce di Attilio. Attilio, l’intemerato, a vent’anni era stato con voti
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abbarbagliato un leone: benché coperte il contorno delle spalle era mirabile e mostravano di appartenere a tale che non sarebbe stato facile insultare
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Orazio si mise a percorrere in su ed in giù la spiaggia con l’intento di prestar aiuto se ne fosse stato d’uopo a qualche naufrago. E non fu invano
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Stato, fu avvisato dal Questore del Quirinale della fuga di Manlio e del modo violento con cui era stato sottratto. La furia del prelato fu somma
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di diminuire coll’aumento del numero. Attilio, quantunque fosse stato alla direzione delle cose di Roma, e comandante dei trecento, era quello che
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stato il passeggiarli meno stanchi ed affamati. Alla fine sull’orlo del bosco apparve ai desiosi nostri occhi la casipola mentovata e per fortuna
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imbastardirli conservano ancora qualche avanzo dell’antico valore. Ecco lo stato del moderno esercito romano, ed ecco perché i nostri proscritti
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trascinare indietro il veicolo dello stato anche a rischio d’infrangerlo. Il popolo, impoverito, umiliato da quella ciurmaglia grassa e nuotante nel vizio si
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Siccio, ripensando alla trama scellerata con cui egli era stato ridotto alla presente poverissima condizione, sdegnava di posare davanti a persone che
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qualche cosa di solenne, resto dello stato di demenza in cui era rimasta tanto tempo, ma pure era tornata in senno. Un rivolgimento miracoloso
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francamente che la caduta della repubblica era stato un assassinio. Per tutto questo mi vogliono arrestare!». Così terminando il suo discorso Cencio per dare
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han potuto talmente snaturarlo». «Cosa vuoi? - rispondeva Silvio. - Il servaggio fa dell’uomo una belva e questo nostro è stato il più maligno, il più
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guisa da impedirmi quasi la respirazione. Il presentimento del pericolo spesso è peggiore del pericolo stesso: ed io che veramente era stato colpito da
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questo, come in tante altre cose, non si capisce perché l’Onnipotente sia stato prodigo con gli uni, avaro con gli altri, si direbbe quasi capriccioso
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gente comune, quella carica sarebbe stata decisiva e una fuga precipitosa, se fosse stato possibile fuggire, ne sarebbe stato il risultato inevitabile; ma
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dello Stato e di sua Santità?». Queste parole furono profferite con tale aria di severità e di comando che ti pareva udire un magistrato che desse
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questa, inarcando certe ciglia leonine, si mantenne tra un tavolino ed il prelato a cui sarebbe stato impossibile poterla raggiungere s’anco fosse stato
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fortuna a più alto stato, ha patteggiato col dispotismo ed è diventato peggiore forse del patrizio. Per questo non dispera del miglioramento umano; si duole
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in uno stato normale di dissidenze e di guerre intestine per dominarla ai briganti che ai nostri giorni mantiene per impedirne la ricostituzione, io lo
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li precedeva. Un’impresa di questo genere non presenta in Roma le difficoltà che presenterebbe in altro Stato ove il Governo è più rispettato ed i
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stato pontificio non lungi dalla frontiera napoletana. I miei genitori furono gente onesta, dediti alla pastorizia, al servizio del cardinale B. Di
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che da seminario, sin da giovinetto ero stato appassionatissimo per la caccia e per qualunque avventura che richiedesse ardimento. Così nelle mie
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il bene n’era stato impedito da prematura morte. E che cosa si sarebbe potuto dire di bontà, d’eroismo o d’altre qualità commendevoli non avendo egli
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vergogna, consigliava di marciare subito all’assalto dei briganti. Ma il generale più pacato opinò, che meglio sarebbe stato, muovere all’alba non essendo
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doveva tenere ostinatamente sulle calcagna del principe. Per fortuna del nobile romano la cabala fallì perché il segugio era stato tolto dalla pesta e
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». «E si sa per ordine di chi sia stato arrestato?» riprese Attilio. «Eh! per ordine del favorito, del cardinale ministro; si dice e si aggiunge
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brividi nelle ossa, fossi tu stato uno dei coraggiosi militi di Calatafimi. Era ribrezzo o paura il sentimento svegliato dall’apparizione di quel
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compagni che avevan così bravamente caricate e fugate le masnade del papa. Silvio conosceva perfettamente il castello di Lucullo e spesso era stato
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cui Gianni aveva affittata una stanza in vista dello studio di Manlio. Costui dopo la impiccatura del padrone era stato promosso a maggiori uffici ed
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imposte, dalle vostre tasse? Egli sa che queste tasse, imposte ed esazioni non sono, come voi dite, per la difesa dello Stato e per mantenere l’onore
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tesoro. Vi assicuro che ben difficile sarebbe stato ai primi rapitori il portar via la mia Nanna. Nella mia custodia erami Tito di non poco giovamento il
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rovesciata, Gasparo cominciò a favellare dei disegni della corte papale coadiuvata dal Principe C. Narrò che lui stesso era stato inviato dal Principe
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era salva, ma svenuta e quando ripresi i sensi mi trovai nel mio letto, in casa mia, attorniata dalle mie donne. E chi era stato il mio salvatore? a
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disperderla come fosse stato un branco di pecore. Da prima i soldati li avevan creduti dei loro e rimanevano in osservazione, quando però alla foggia del
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forse potuto scamparla perché, sebbene non avessi testimoni, la cosa era così evidente, che difficile non mi sarebbe stato provare la mia innocenza. Sotto
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fecero stare delle ore alla porta senza volerci aprire e la badessa cui era stato presentato l’ordine scritto del Governo lo fece risolutamente in pezzi