Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico
proprio d’Orvieto". "Mangiate, bevete ch’io vi guarderò le spalle da quei malandrini di Roma. Accidenti
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ad onta di tante circostanze a noi sfavorevoli. A Mentana, io ho veduto i mercenari fuggire colle baionette alle reni dai nostri catenacci,
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In quel punto le svelte forme dell’uomo che io aveva scolpito in cuore si delinearono nel chiaroscuro delle ruine: una lotta corpo a corpo s’impegnò
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«Dondola, o graziosa Naiade, gli eleganti tuoi fianchi sull’onda Mediterranea. Io ti rivedo commossa con tutto l’affetto dell’anima mia! E perché non
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o nulla corrisposero alle grida. Invece di deputati che io raccomandai buoni furono inviati quasi tutti servili. I preti che io dipinsi quali erano
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«Va Gianni, (diceva un giorno il cardinale Procopio, factotum e favorito di Sua Santità) vanne e m’acquista quella gemma a qualunque costo. Io non
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dopo l’altra, colla speranza di poter raggiungere la badessa ch’io non dubitai più essere fuggita da quella parte. Sollecitai il passo ma a poca distanza
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e di Roma. Io ho veduto greci in Costantinopoli inchiodati per un orecchio alla porta della loro bottega e lo straniero passando sogghignare con
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a quanti sono!". Divorammo il frugale ma abbondante e sano pasto e quel primo bisogno soddisfatto, io richiesi da Tito il racconto delle sue
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«E così fece questa - ripigliava Marzio. - Io non burlavo, lo puoi ben credere. Volevo la mia Nanna e cento vite di vecchie non mi avrebbero
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. «Io non ti sono nemico Orazio - disse Gasparo (poiché era egli stesso) - anzi io vengo ad avvisarti di un pericolo che ti sovrasta e che potrebbe
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io sono pure trovo che il giorno d’una vittoria è inebbriante e, come ogni altro, io stesso ne ho assaporato la selvaggia letizia. Poco importano, il
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piccin piccino e rannicchiato io lo contemplai in tutta la maestosa sua corpulenza e nella sua apparizione fantastica e quando gli occhi suoi si fissarono
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catacomba, che comincia nell’interno del monumento e non si sa dove vada a finire. Un giorno io mi proposi d’investigar da me le latebre di quell’immenso
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alzò in Roma a’ Celesti» e di qualunque dei grandi Maestri del bello. Eppure non è egli mero caso il nascer bello? e non ho conosciuto io molta gente con
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padre, né mi favellò del fratello ed io per non svegliare in lei reminiscenze dolorose scansai sempre d’interrogarla. Il prete però, credendomi
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Io crederei, Beatissimo Padre, che a rimunerare in qualche modo la fede ardente del sig. Duca, V. S. dovesse avere la benignità di conferire o a lui
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bellezza adriaca, che io sognai mille volte quando le lagune erano schiave come lo è la mia Roma? Perché? perché non la vidi che un solo istante? ma essa mi
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buon’ora, custodendo le mandre di vacche, di buffali, di pecore, quasi sempre a cavallo, io, forte di costituzione, come mi vedete ancora, divenni
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feste, i balli e le dissipazioni vane, ma tra le splendide ed immense ruine di cui è seminata la nostra Metropoli, io trovavo le mie delizie, e
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«Terminato il racconto del povero Tito, io avea voglia di udire qualche cosa della storia di Maria ma rifocillati di buoni cibi e scaldati dall
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bocca la delazione dei complici! Io risparmierò ai miei lettori l’orrido quadro dei patimenti inflitti a quel prode romano straziato colla corda
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Terme di Caracalla e ne aveva informata la Polizia. Assuefatti alla congiura, gli italiani, sanno ciò che sia una contro-polizia. Ma per chi non Io
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lo più a monosillabi, non essendo l’oratoria Io studio prediletto dei briganti, gente più manesca che ciarlona, il luogotenente così cominciò: «Dopo
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Questo superbo squarcio di poesia patria del grandissimo scrittore dell’Italia antica io ho voluto addurre per sorreggermi nella troppo, per me
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, disse: «Ma per Dio! io non voglio allontanarmi dalla mia famiglia quando essa può trovarsi in pericolo di ricevere insulti da quella canaglia
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delle ammonizioni ad un delinquente che non abbia scusa. «Non è dessa la moglie di Manlio, - s’affrettò a dire Silvia, - sono io! Essa venne solo per
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fatalità, che ad onta dell’invincibile antipatia che essi mi suscitano, io me li debba sempre trovar sulla via. Ma questa volta passiamocela netta a
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assassino è decapitato, e Bonaparte che assassinò nessuno a Parigi, a Roma, al Messico, è un magnanimo! e che so io! Qui però si prepara giustizia
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Un sasso! Che distingue le mie dall’infinite Ossa che in terra e in mar semina morte. (Foscolo) Io, idolatra del Carme dei sepolcri del grandissimo
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ruminava qualche reminiscenza della sua vita passata rispose: «Avventure di mare io non potrei contarne veramente, perché pochissimo vi sono andato ma in
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riprendendo, Giulia continuava: «io, Inglese di nascita, ma italiana di cuore, mi vergogno nel dirvelo: Roma non sarà più capitale d’Italia! Il governo vi
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dovete aspettare almeno sin dopo le dieci per tentarlo». «Sicuro - aggiunse Muzio - e frattanto io andrò ad avvisare Silvio che si trovi pronto coi
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ultimi parossismi del prete sanguinario, oggi tutto astio e vendetta». E Giulia, «io sono del vostro parere: sottrarvi alle persecuzioni di quegli
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patrimonio! vuoi tu ch’io l’abbandoni, io che l’amo quanto tu poi amare la tua Clelia ed io... la mia?». Poi, levando in alto gli occhi dopo un istante di
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d’affetti risentita nell’amoroso abbracciamento, avean trasformato in un essere nuovo e risanata la povera giovane. «Io sono passato per Viterbo
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in questo luogo e riposatevi che ne avrete molto bisogno. Io con John m’allontanerò per poco a cercar da mangiare». Così dicendo distese il mantello
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della morte che meritamente subiva; ed io mi consolavo nel Signore osservando quegli atti che potevano essere indizio di pentimento. Quando più essi si
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stesso Governo Italiano, votata e sancita dal suo Parlamento: ecco l’opera del Governo. Io credo che governo più codardo sia impossibile trovare nelle
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poter dire «anch’io ho un nipote liberale
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giornata che suonava così: «Io credevo di venire a Viterbo per menare le mani contro degli uomini e invece vi abbiam trovato conigli, che si son rintanati al
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Una delle cose ch’io notai come straordinaria in Roma fu il contegno e la bravura del soldato Romano. Quei soldati propriamente che si chiamano
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Guido, io dissi a Tito, ma non lontano dobbiamo avere la tenuta del nostro poeta pastore? Sì! rispose egli: a poche miglia e vi guiderò diritto a quella
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. Esso è capace di mandare qui tutto il suo esercito e con la sua artiglieria rovesciare queste antiche mura. Io non consiglio una subita ritirata
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Muzio, dell’antico capo della contropolizia di Roma, fu la prima che s’udì rompere quel sepolcrale silenzio. «Dunque: - disse egli - io ti voglio
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, la corruzione e lo sconforto. Mentana fu il risultato di tante mene scellerate! Dopo avere gettato Io sconforto nelle schiere dei volontari, impedito
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alle ultime parole di Muzio intervenne, dicendo: «Se vi preme ritirarvi da questo luogo e salvare voi e le donne vostre io conosco un andito segreto
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sentimento di piacere e di simpatia. Tant’è; io sono innamorato dei briganti e se fossi una donna chi sa, che non diventassi una brigantessa. In questi tempi
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Riva degli Schiavoni alle calcagna di Cencio. Descrivere lo stupore e la paura del mercurio clericale in mezzo ai quattro è cosa ben difficile. Essi Io
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ancora, non si può a meno d’inchinarsi davanti ai decreti della provvidenza che veramente volle aiutarla fino a costituirsi in nazione. Io sovente