Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico
Un vecchio, posto alla tortura, e quasi stritolato sotto ad una macina, rideva ed insultava i santi ministri, i quali gli ricordavano l’obbligo della
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cospicue oggi è seminato di macerie e presenta all’attonito passeggiero un’immagine di desolazione e di morte. I miserabili abitatori che s’incontrano
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e lo spirituale con lui?». Frattanto i tre cadaveri penzolavano dalle finestre e siccome in quella tana di birbanti uno diffidava dell’altro, niuno
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amici i Romani che bastava tirassero poche fucilate anche all’aria peché l’esercito italiano marciasse immediatamente su Roma. Ed i Romani, poveretti
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Fra le meraviglie che si trovano nella gran metropoli dell’orbe, le catacombe e i sotterranei non sono le meno notevoli. I primi cristiani
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Mentre si pugnava disperatamente in Trastevere, i Montigiani, guidati da Cucchi, Guerzoni, Bossi, Adamoli ed altri generosi non se ne stavano colle
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i boccaporti chiusi ermeticamente. Il capitano, afferrato alle sartie di maestra del vento,
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ma di non ammainare nulla. Orzando in fuori con quella valentia che hanno le navi di questa specie, presto si sentirono meno i frangenti, ed
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amici i quali, non essendovi tempo da perdere giacché i nemici si preparavano ad un nuovo assalto, vollero tosto seguire il provvidenziale consiglio del
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. Antonio (America) eran pur italiani che pugnavano contra soldati del despotismo! e molti e moltissimi furono i feriti! Là sugli omeri dei fratelli e
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di romani, durante la notte, quel soldato, cui i preti avevano dato ad intendere che i difensori di Roma eran tanti assassini, giunto che fu alla
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I popoli ben governati e contenti non insorgono. Le insurrezioni, le rivoluzioni, sono la risorsa degli oppressi e degli schiavi e chi le fa nascere
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male per la sorte della bella fanciulla. Imperocché i pochi eletti della popolazione romana sanno ciò che si possa aspettare dai settantadue
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ad onta di tante circostanze a noi sfavorevoli. A Mentana, io ho veduto i mercenari fuggire colle baionette alle reni dai nostri catenacci,
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vita; i cagnotti del Governo avevano avuto la peggio, ma la polizia era sulle tracce della cospirazione e certo ne conosceva, od almeno ne sospettava
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non rimase nelle mani dei cannibali di Rosas. E sono forse da meno i cannibali del prete? Nella stazione di Monterotondo dove dopo il glorioso
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volta erano pur felici nel riabbracciare i loro cari, e la gioia era dipinta su tutti quei giovani volti. È forza confessarlo. Nemico del sangue come
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Padroni del mondo e ricchissimi delle sue spoglie, i Romani si diedero al lusso, alle gozzoviglie ed agli eccessi d’ogni specie. Fastidiose ed
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e di rabbia, furono numerosi gli arresti ed i torturati, ed anche rinvenuto dal terrore il prete si dava alle sevizie, condizione essenziale per
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vittoria che i valorosi italiani riportarono sui mercenari stranieri. L’Agro Romano è sgombro dall’infesta loro presenza. I ponti che conducono alla città
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Orazio dopo aver accolto e lodato i nuovi amici e fratelli pensò di provvedere alla sicurezza generale. Chiamò a sé Attilio ed il Principe, ormai
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quella città predicando i principii santi di libertà e del vero riuscì di poco frutto. Grida sfrenate vi si udirono al mio passaggio ma i fatti poco
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foresta, Attilio disse: «Qui, in questa selva, si rifugiarono gli ultimi avanzi dell’indipendenza Etrusca, battuti e perseguitati dai padri nostri, i
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aveva presso di sé quasi tutto l’equipaggio, ognuno fortemente tenuto per non essere portato via dal mare; i timonieri (poiché due erano al timone
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si pensa: essere sì pochi coloro che godono o per meglio dire monopolizzano i benefici della società incivilita e che tanti sono i sofferenti, non si
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esclamava il solitario ai pochi individui del suo seguito a cavallo e stupefatti i soldati delle guardie austriache si lasciarono disarmare. Poi si
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il nemico di tutte le libertà, il protettore di tutti i tiranni, dopo diciassett’anni di perverso dominio colla stessa ipocrisia con cui la tenne
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salubrità dell’aria. I cespugli surti nell’interstizio de’ massi, sono tutti aromatici; e se ospite su questa terra deserta tu accendi il fuoco senti la
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riposeremo le membra stanche aspettando le relazioni dei nostri di dentro per assaltare simultaneamente i nemici. Intanto sento il dovere di
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chiamato alla difesa della pericolante metropoli delle nazioni e pugnò contro i discendenti di Brenno; e tinse del suo sangue il granito del ponte ove
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quando Roma non ebbe più nemici potenti, e facile divenne mettere le mani su ciò che v’era ancora da conquistare dei paesi sconosciuti, i Romani
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alla sete. Così nelle ore meridiane il bifolco aspetta imboscato i renitenti al giogo da cui rifuggono. Ed il corsaro, che invano si cercherebbe sugli
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Ricorderanno i lettori che siamo nella seconda quindicina di febbraio e questo mese, lo dico ora, è il peggiore di tutti per coloro che corrono il
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’eccidio del popolo, troppi i caduti e dopo tre cariche consecutive quella brava gente fu costretta di retrocedere. Orazio caricatosi Silvio sugli omeri lo
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, sicuro com’era dell’assoluzione che i preti non negano mai alle ribalderie commesse in servizio loro.
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resto del mondo, cioè per chi non è prete, essi predicano e millantano i beni spirituali d’una vita avvenire colla gloria del paradiso! Osservate
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perfino fra i trecento. Per buona sorte costui non s’era trovato coi dieci del Quirinale, né tra i venti del Corsini. Egli però sapeva della riunione alle
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. Il sentimento d’essere felici fa poi migliori i coniugi. L’amore che portano alla prole li ingentilisce e li rende umani verso gli altri, colla
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E tutto andò perfettamente per i nostri quasi-naufraghi della Clelia, giacché, per lupo di mare che uno sia, la terra co’ suoi divertimenti, ed i
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Romano, che erano avvezzi a disprezzare. Giulia, infastidita dall’indecorosa conversazione, s’alzò con contegno altero e dimandò di ritirarsi. I nostri
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veleggiò, il vento spirò favorevole ed all’alba dell’altro dì, quattro dei bragozzi, uno dei quali col solitario, Anita, Cicerovacchio e i figli, con Ugo
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saettò con quel suo occhio di fiamma che mi vinse, e mi fé’ suo per l’eternità? Però non feriva essa colle sue luci tutti i circostanti egualmente
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. Alla difesa di Roma ho veduto gli artiglieri Romani combattere con tale coraggio da andarne superbo, ed ho pure veduto i pochi dragoni, allora esistenti
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Roma. Aveva impiegato ogni giorno, ogni minuto a visitarla. Esimia cultrice delle belle arti sapeva apprezzare i capolavori e il suo compito quotidiano
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E dentro Roma che faceva Cucchi con tutti i patrioti Romani e delle provincie consacrati alla liberazione della città od alla morte? Cucchi, da
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’imperante e del mendico! la morte deve stupire di tanta differenza fra i funerali del povero e quelli del ricco! Deve stupirsi di tanto apparato alla
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mondo tutto, come fosse la propria casa. I francesi, gli spagnuoli, gli italiani non hanno yacht, benché essi presumano di essere nazioni marittime
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Oh! Italiani! non lasciate mai in poter del nemico i vostri feriti! È troppo miserando spettacolo! Se non verranno macellati rimarranno esposti per
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timore che fan pesare sovr’essi i due papi di Stamboul
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febbraio, quando i congiurati ad uno ad uno per diverse vie si avvicinavano all’anfiteatro dei gladiatori e delle fiere, avvolti in ampi mantelli che