Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico
ad onta di tante circostanze a noi sfavorevoli. A Mentana, io ho veduto i mercenari fuggire colle baionette alle reni dai nostri catenacci,
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e di Roma. Io ho veduto greci in Costantinopoli inchiodati per un orecchio alla porta della loro bottega e lo straniero passando sogghignare con
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alzò in Roma a’ Celesti» e di qualunque dei grandi Maestri del bello. Eppure non è egli mero caso il nascer bello? e non ho conosciuto io molta gente con
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positivo talché a me stesso fu assicurato da gente che veritiera mi sembrava, coll’aggiungervi: «gli ho veduti». Maledizione! Fino a che punto può
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. Alla difesa di Roma ho veduto gli artiglieri Romani combattere con tale coraggio da andarne superbo, ed ho pure veduto i pochi dragoni, allora esistenti
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io sono pure trovo che il giorno d’una vittoria è inebbriante e, come ogni altro, io stesso ne ho assaporato la selvaggia letizia. Poco importano, il
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troppo sovente s’intinge nel fiele e se sovente si tempera non col gentile temperino ma coll’acuto triangolare, terribile pugnale del carbonaro, ne ho
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terra ne ho passata la mia parte e se non vi dà noia l’udirmi vi racconterò cose da far rabbrividire».
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fu presto trovato dalla coraggiosa straniera. «Io - essa soggiunse, - ho il mio yacht a Porto d’Anzo». Il mio yacht!, ma questa parola sarà
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poter dire «anch’io ho un nipote liberale
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vorace erede e nei più, indifferenza. E i piagnistei per moneta non sono cose da far compassione? Io ho veduto in Moldavia (e lo credo uso d’altri paesi
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Questo superbo squarcio di poesia patria del grandissimo scrittore dell’Italia antica io ho voluto addurre per sorreggermi nella troppo, per me
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, meditando sulla sorte di questa bella, grande ed infelice nostra patria, nell’immaginazione mia, me l’ho figurata: un carro tirato avanti a stento dalla
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imprigionarmi. L’assicuro, - continuava l’impostore, - che non ho altro delitto, tranne quello d’esser liberale; nel calore di una disputa ho detto
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caccia come qualche volta ho veduto. Ma quella sera li c’era ben altro. Gasparo, comandante del bagaglio, e John - che ambi s’occupavano della
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di voi e noi non potremmo accogliervi in nostra compagnia». «Delitti! - rispose altiero il bandito. - Io non ho altro delitto che di aver purgato la
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escavazioni, essendo un composto di tufo Vulcanico, facile a scavare e sufficientemente solido ed impermeabile da poter formare abitazioni sicure. Io ho
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perversità! Ho detto «accanto al bene» poiché non si può negare essere l’unificazione italiana un miracolo di bene, ad onta degli sforzi fatti da governi e da
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grazia la liberazione di Manlio. Non c’è un istante da perdere. Io ho accesso al palazzo Corsini, spero prima di notte potervi informare d’ogni cosa
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imbiancato il pelo tra i ferri e le sevizie di quegli scellerati che si chiamano ministri di Dio. La mia sola coscienza è rimasta pura! Io ho trattato
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silenzio, dimandando con titubanza a Giulia: «E Manlio, ove l’avete lasciato?». «Manlio, - ripose la bella inglese -; trovasi col Solitario e l’ho
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soli o veneti! Tali ho pur veduto i discendenti di Leonida e di Cincinnato. La schiavitù imprime sulla fronte dell’uomo un marchio tale d’infamia e di
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amico Cassio, cui ho parlato dell’affare, ha scritta questa supplica in carta bollata per chiedere al Cardinale-Ministro la liberazione di Manlio. Egli mi
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l’ho sempre detto che l’E. V. è nata sotto una buona stella, è destinata ad esser felice» rispondeva l’eunuco inchinandosi e strisciando come un
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primo sorso. «Qui, siccome ti ho avvertito», riprese Dentato il sergente dei dragoni; «fu la scorsa notte verso le undici, e lo hanno rinchiuso in una
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» disse finalmente Silvio ad Orazio, «e vi ho veduto un finimondo, che è impossibile esattamente descrivervi: I cittadini che gli affari o la necessità
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che solo per difesa personale l’ho versato. Ma là non c’era da burlare, sapevo i nemici non meno di cinque e io ero solo... ma che dico? al capitombolo
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che lo amava come un figlio quantunque lo giudicasse un po’ troppo biricchino. «Li ho baciati cadaveri!» mormorò John alla matrona ed una lagrima
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statistiche?... Nel 1849, al tempo del Governo degli uomini, io ho assistito a delle ricerche nei penetrali di quelle bolgie che si chiamano conventi e
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stropicciavamo gli occhi quando entrò il poeta pastore e disse: - Non vi allarmate; non c’è pericolo, ho risposto ad un fischio di mio figlio Vezio che
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voce piuttosto disdegnosa rispondeva la Clelia: «Buona sera». «Mi scuserete se vi ho trattenuta per tanto tempo in questa stanza, ma - soggiungeva con
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casa del Signore". Altro oggetto non ho fuorché portar via la mia donna le risposi. Essendosi al quanto ricomposta e discesa dal letto mi disse
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cartello firmato Morosini espresso in questi termini: «Io accettai la vostra sfida e vi sto aspettando alla porta dell’albergo nella mia gondola. Ho meco
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pago del poco che ho potuto fare per voi. Me ne sento superbo, quindi a me non dovete gratitudine e se mai fossi tanto fortunato da spendere questa
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esagerazione. Io ho veduto degli eserciti colti dal panico fuggire davanti non ad un uomo solo ma a meno d’un uomo, davanti ad un pericolo immaginario
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fruttò il contegno trepido delle due spedizioni. Ma la vicinanza di frontiere amiche è stata spesso causa di defezione nelle fazioni degli italiani. Io ho
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’immagini poi quello che deve accadere in Roma, ove i preti, sono tanti, ricchi, sovrani, onnipossenti? Ho già detto che Roma è la città del mondo che
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presente governo italiano, bande abbastanza note e che tante stragi commisero in questi ultimi anni. Eppure, con tutto questo, io ho simpatia dei briganti