Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico
via che dalla Lungara ascende al monte Gianicolo, non lungi dalla fontana di Montorio, era posta la dimora di Clelia. La sua famiglia era di artisti
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L’architettura del castello era superba e superbamente conservata. Le facciate esterne dell’edificio erano ricoperte d’edera ingigantita dai secoli
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Come era bella la perla del Trastevere! Le treccie brune, foltissime; e gli occhi! il loro lampo colpiva come folgore chi ardiva affissarla. A sedici
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Di faccia allo studio di Manlio ve n’era un altro, quello dove lavorava Attilio. Dalle sue finestre questi aveva potuto vedere la Clelia; appunto
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infido cominciavano a risentire le nausee del mal di mare. Era durante la notte che lo Yacht doveva avvicinarsi alla costa ove si trovava Orazio con
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; delle murate, da poppa a prora, non esisteva più un sol pezzo e di quanti oggetti si trovavano sulla coperta, nulla vi era rimasto. Poco prima di giorno
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delle leggende, la patria dei Fabi e dei Cincinnati, l’emporio delle meraviglie umane, era per Giulia un incantesimo. Conosceva ogni cosa bella di
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sul lastrico d’irregolari macigni che ivi formavano mosaico. Per buona sorte Giulia non era confusa come il nuovo compare e col contegno suo freddo
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Dopo le accoglienze d’Attilio e d’Orazio, il suo forte liberatore, Giulia si occupò un poco anche del suo amante, che in tanta confusione era rimasto
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Torniamo alla bella omonima del superbo e valoroso Yacht ed ai suoi compagni di solitudine. Orazio, siccome era convenuto con Giulia, accese un bel
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Il sito adunque ove Marco Lucullo edificò il suo castello era lo stesso in cui noi lasciammo la nostra Clelia coi compagni e forse alcuna fra le
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solito mantello foggiato a toga. Non era questa volta una notte oscura di dicembre. Era un tramonto procelloso di febbraio. Il mendico teneva avvolto
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, sicuro com’era dell’assoluzione che i preti non negano mai alle ribalderie commesse in servizio loro.
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vivere senza la caccia, obbligato com’era a tenersi lontano dall’abitato? Per quella volta intanto, egli con molta grazia distese la sua preda sull
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italiane di fuori non avessero gridato «alla moderazione, all’ordine!» era questo il momento di farla finita con quella canaglia, morbo e disonore
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Cencio, come fra la gioventù Romana suole a parecchi accadere, era disceso più per colpa dei genitori che propria, nell’abbiezione in cui l’abbiamo
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lasciare la tolda - ci ha portato via il nostro John!». «Povero giovane!» rispose Giulia, con un profondo sospiro. Lo Yacht era orientato,
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padre?» diceva Silvia piangendo alla figlia. «Egli non s’è mischiato mai in affari compromettenti, che era liberale sì e odiava i preti com’essi
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Siccome l’ora della solenne vendetta della popolare giustizia non era sonata ancora, i preti se la cavarono con la sola paura. Essi ben temettero in
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avvertimenti che ricevevano da Roma su tutte le mosse del nemico. La comitiva s’era accresciuta in questi ultimi giorni. Colla venuta d’Attilio e de
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Sull’albeggiare del 30 Aprile 1848 un sergente straniero era condotto in prigione alla presenza del comandante il Gianicolo. Caduto in un’imboscata
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aperture dovute alle corna del bufalo. Orazio che era sempre alla testa della comitiva composta di Silvia, Clelia e John, e che adoperavasi a sbarazzare il
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«E Nanna e Maria (tale era il nome della compagna di Nanna) s’erano anch’esse avvicinate allo sventurato giovane e si affannavano, ma invano, a
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plebei e dei grandi? Non sono la malizia e la prepotenza che imposero alle moltitudini i despoti ed i tiranni? E non era Gesù un plebeo?... E se quella
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v’è un passo solo. Accattare era doloroso per l’anima onesta di Siccio, ma bisognava pur mangiare e bisognava mantenere il suo protetto. All’età di
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carabine e fucili, precipitavano la loro fuga nella Lungara verso Ponte S. Angelo e vi furono spinti persino oltre il ponte. Ma questo era infilato da
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sfiora i fiori eterni della zona torrida. Precipitossi sui suoi passi. Ma altro era il volere, altro il potere. La graziosa e bellissima fanciulla o
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prese la mano, la baciò ed allontanossi frettolosamente. Io era rimasta così attonita da tanti e sì subitanei avvenimenti che non ebbi la presenza di
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Curia romana una sentenza di morte, era stata pronunziata contro il principe T., fratello della nostra Irene, e Cencio con otto sicari della santa sede
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Eran le undici della notte. Le gondole ingombravano i canali di Venezia e la piazza S. Marco, illuminata a giorno, era sì affollata di gente, da non
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«Pronti ragazzi!» sciamarono quasi ad una voce Orazio, Attilio e Muzio. «Pronti!» e quest’ultima voce non era ancor pronunciata quando una valanga di
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. Di tal tempra era il fratello d’Irene. Egli avea bensì fatto l’ultimo tentativo da noi riferito per liberare la sorella che credeva in mano d’assassini
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Era la mattina del quindici Febbraio, e la campagna di Roma era illuminata dai primi raggi del sole. Quel solenne deserto ove un dì sorgevano città
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contra all’indole mia mi trovavo a dover fare quel maledetto mestiere ed era qualche tempo che il reverendo Petraccio direttore del seminario mi
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’onda e nell’andirivieni di questa finalmente ei giunse ad afferrare un corpo umano che si moveva a stento. Era il povero John che si dibatteva contro
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condizione che non era la sua, a precipitarsi nel vizio e vendersi finalmente al primo ministro dei piaceri di un’Eminenza. Dalla stanza dove lo aveva
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Procopio e ai compagni, avea messo sotto le armi quanta truppa straniera ed indigena v’era in Roma. La polizia coi suoi cagnotti era in grande confusione
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mani alla cintola. Lo scoppio della mina nella caserma degli zuavi era convenuto dovesse essere come il segnale del loro moto. E la mina scoppiò e quei
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per imbarcare la gente. Non si può negare, la fortuna era stata favorevole al solitario in varie difficili imprese; ma qui, doveva cominciare per lui
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che si precipita nel Tevere per fuggire dal Campo di Porsenna. Oh sì! era pur bella Clelia! E chi poteva contemplarla senza sentirsi ardere nell
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! La più depravata delle tirannidi! Era una notte d’Ottobre umida, oscura, ventosa. La pioggia avea cessato di grandinare sulla superficie rilucente ed
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tipo della fiera razza degli antichi Quiriti. Nello studio di Manlio ov’ella si recava sovente, s’era incontrata con Muzio, il quale posava davanti
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brividi nelle ossa, fossi tu stato uno dei coraggiosi militi di Calatafimi. Era ribrezzo o paura il sentimento svegliato dall’apparizione di quel
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abbiamo creduto necessario doverlo notare. Siccio era il più antico dei famigliari di casa Pompeo; in quella casa era nato, era stato beneficato in varie
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in ogni convento non mancavano mai gì’istromenti di tortura e l’ossario dei bambini. Cosa era quel nascosto cimitero di creature appena nate o non nate
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ed il loro capo, per cui mostravano gran rispetto, presero posto a tavola, mentre John s’era già collocato allato a Silvia. Un bicchiere di wermuth
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di questi impostori. La notte dell’8 febbraio era in Roma notte di congiura. Convegno il Colosseo; perciò Attilio dopo aver pedinato quel messo di
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cerimonia, la brigata riprese la via della casa del compare, ove un lauto banchetto stava preparato e dove l’eccellente vino di Capo-Liberi era destinato
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. Il capitano Thompson, ardente di obbedire al desiderio della padroncina, s’era perfino scordato di consultare il barometro; ed il barometro abbassava
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ammirando le graziose visitatrici che per pura curiosità donnesca giungevano a vedere il solitario. In mezzo alla calca dei saloni era arduo poter