Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico
popolo, e lo lasciò sulla perversa e miserabile via de’ suoi antecessori a patteggiare cioè collo straniero, vendendogli vilmente il sangue de’ suoi
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prepotenze de’ bei tempi del diritto della coscia.
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parte de’ suoi connazionali, propenso a cedere alle prepotenti velleità dell’Oceano.
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degno de’ tempi antichi avea giurato di vendicarsi alla prima occasione e non l’avea perduta. Alla testa de’ suoi dragoni, col suo sciabolone alla
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questo esempio di freddo eccidio de’ loro onesti e prodi concittadini e possa insegnar loro a non più lasciare la patria terra in preda allo
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, immaginai la turba malvagia de’ reggitori coll’immensa coda de’ loro satelliti scapigliati e spossati ma pure disperatamente intesi a far forza per
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Dopo l’avvenuto nelle Terme di Caracalla, la posizione d’Attilio, e de’ suoi amici divenne ben pericolosa. Il traditore avea pagato il fio con la sua
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atto di presenza nelle robuste mani di Orazio e de’ suoi compagni e servivano d’efficace aiuto al nudo coltello dei trasteverini. Birri, carabinieri
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nostro affascinato, ma presentarsi alla donna de’ suoi pensieri così grondante, e forse senza cappello in testa, non è cosa che soddisfaccia nessuno e
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personale interesse, la terra ove nacquero, il popolo che li sorregge de’ suoi averi e del suo sangue, a spregevole tiranno straniero? Il papato! Quel
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connivenza, dal mutuo accordo de’ preti con un pessimo governo. Voi trovate miseria, ignoranza e debolezza, umiliazione allo straniero ove dovreste
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meno antichi alle persecuzioni ed alle stragi dei barbari, Il terreno sui cui Roma è edificata, come quello de’ suoi dintorni, offre facilità alle
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e potendo viver bella, rigenerata, rigogliosa, sorta colla superba aureola di libertà e d’indipendenza sì caramente acquistate per virtù de’ suoi
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mai potuto avvicinarsi perché de’ più coraggiosi che lo tentarono non se n’ebbe mai più notizia. Raccontavano ancora, che una figlia del ricco
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, ma quando conobbe che erano tutt’altro gli uomini coi quali aveva combattuto, e Romani, egli sentì orgoglio di tanta bravura de’ suoi concittadini
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alquanto eclissato e confuso. Muzio anche da mendico avea sempre tenuto quel decoro e quella pulitezza della persona, che il ricordo de’ suoi natali
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. Il capitano finalmente potè ottenere dalla sua signora che scendesse in camera, il che fece, piuttosto per aver contezza de’ suoi amici che per
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. Povero Dentato! il bravo sergente de’ dragoni che facilitò l’evasione di Manlio. Dentato era messo alla tortura mattina e sera per strappargli di
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Parigi e a Firenze congiuravano i fautori delle sciagure de’ popoli, i sostenitori della ingiustizia, della menzogna. Gli uni apparecchiavano le navi e le
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quell’indegno Romano che non sente l’umiliazione della sua patria e che non è pronto a bagnare il suo ferro nel sangue de’ tiranni che la deturpano
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vedute molte, ma questa pugna che stiamo digerendo sta notte è certo delle più ardue. Mi consola però che questi nostri Romani mostrano ricordarsi de
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nella luce incerta parevano toghe. È privilegio oggi de’ mendichi soltanto quello di andare per le vie di Roma coperti dal tradizionale mantello in guisa
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Marcello, ora occupata da Camilla e dal giovine Marcellino. Essi camminavano silenziosi, ciascuno sotto la grave soma de’ suoi pensieri. Manlio contento
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!» interruppe l’Eminenza «come se io avessi bisogno de’ consigli tuoi! Tuo dovere è di servirmi sempre senza far parole. Fruga ora nella tua testa di rapa per
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immensi spazi dell’Oceano, si aspetta al varco de’ suoi nascondigli, ove deve condurre le prede, e là si cattura. Analoga fu la risoluzione dei nostri
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per un momento lo sguardo de’ loro sultani, Oggi le cose corrono alquanto diverse: benché vi siano dei principi con tanta autorità quanta ne avevano
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essere attaccato e ad onta della superiorità de’ nemici, sostenne senza piegare l’urto dei papalini. Ma, temendo che il numero finisse col soverchiare
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, che abbiam pur troppo lasciati in dimenticanza; voglio parlare di Giulia e de’ suoi compagni così prodigiosamente scampati dal tempestoso Tirreno
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essere la tua e la rovina de’ tuoi compagni». «Che non mi sei nemico - rispose Orazio - lo prova il tuo contegno; tu avresti potuto uccidermi se lo fossi
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direzioni e su tutti i passanti, cercando le sembianze dell’uomo de’ miei pensieri. Se scorgeva un palischermo, una navicella sul mare, puntava il mio
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tempo della Repubblica ed allora noi potemmo vederlo. Il principe C...., fratello della nostra Irene, avea per i racconti de’ pastori avuto sentore d
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Silvio verso il picchetto de’ birri stanziati alla porta del carcere e ciò non era difficile essendo lui sergente di guardia ed avendo i dragoni la
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mostrava simpatia ed a dispetto de’ miei compagni, gelosi della mia buona fortuna, il reverendo alcune volte mi conduceva seco al passeggio. Le passeggiate
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sulla tolda, la bella inglese dopo d’avere corrisposto ai saluti affettuosi de’ suoi concittadini discese nella camera, chiamò il capitano Thompson e con
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belle, spiranti gioia ed amore, diffondendo intorno un’atmosfera balsamica di paradiso. Oh! Manlio perché non sei qui a bearti nell’adorazione de’ suoi
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lagune!... Oh! salve! Repubblica di tredici secoli, vera matrona delle Repubbliche! Oh! se alle pompe de’ tuoi sponsali avessi associato un fraterno
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nome?». «Il suo nome, è Conte de la Roche... de la Roche-Haricot. Questi legittimisti francesi, rappresentanti del feudalismo, hanno certi nomi, quasi
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sentito rimorsi, e si sarà pentito de’ suoi tradimenti ma in questa vi assicuro che egli ne avea ben d’onde. I quattro amici, freddi e tranquilli, come
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de’ nostri cari fu una vera festa per tutti nel castello e per Irene sopra ogn’altro. Pratica del matrimonio silvestre, ch’essa aveva celebrato alcuni
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aspettar molto, che dopo dieci minuti mi giunse all’orecchio precisamente il suono de’ passi misurati d’una pattuglia. Allora, colla velocità che tu
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fuori de’ sensi, si abbandonava nelle braccia del suo robusto antico protetto. «Qui non v’è tempo da perdere - disse finalmente Orazio, rivolgendosi
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bella donna, incurante del proprio pericolo, volle salire pur essa, ma cadde colpita nella bellissima fronte da una palla de’ moschetti che i mercenari
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ufficiali, che invano cercavano di trattenerli. Il capitano Tortiglia non mancava di coraggio e poiché s’era spinto alla testa de’ suoi era ora rimasto l
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contaminarsi forse nel sangue de’ suoi concittadini. Oh, voi! innamorato d’una donna, avete mai pensato, mai compreso quanto valete alla sua presenza
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una minuta esplorazione dei sotterranei conosciuti da Orazio e da taluno de’ suoi, particolarmente dal vecchio Gasparo, già tornato dalla sua missione
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’Orvieto, la fatica (che non era stata poca) della notte e d’una parte del giorno fece sì che i miei occhi e quelli de’ miei compagni accennassero a volontà
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ermafrodita che si chiama de’ moderati, e altra moderazione non ha e non usa che quella d’impedire il fare e il far bene: setta infame e divoratrice siccome il
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ed alcuni de’ suoi fidi ribaldi avanzarsi sul luogo della pugna. Qui conviene confessare che, quantunque mercenarii, gli ufficiali stranieri parvero
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il governo dei preti vieta le riunioni. «Saranno riuniti all’opera!». Nel palazzo la triade de’ perversi col pretesto dell’interrogatorio aveva
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farmi la spia ed all’opposto è stata per me un angiolo di consolazione. Era incaricata di farmi parlare, sapere di voi, de’ vostri compagni, d’ogni cosa