Cipí
C'era una volta (e c'è ancora) un piccolo paese disteso nel verde e al sole: nel paese c'era un palazzo alto alto e sul tetto del palazzo, nascosta
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vostro amico! — e riprese il cammino. Allora si rivolsero al sole: — O grande e potente amico, dacci la prova che il signore della notte è l'assassino
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passeri balzarono fuori dai loro buchi e lo salutarono: — Evviva il nostro salvatore! — e volarono incontro ai suoi caldi raggi. Il sole esclamò
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sole, all'acqua, ai fiori, alle creature del cielo e della terra, dalla nuvoletta che frenava la corsa impigliandosi alla punta del parafulmine per
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levarsi da terra e, passando fra le gambe di un ragazzo, a volare, volare... Ma quando il sole già gli faceva la prima carezza e gli pareva di essere
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che allungava la testolina fuori dall'erba per farsi baciare da un raggio di sole. — Chi ha parlato? — disse Cipí. Il fiore, a quella brusca domanda
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e, infilato il verde grembiule di fatica, erano indaffarate a nutrire i frutti che crescevano un poco ogni giorno sotto la carezza del sole. — Palla
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, Cipí... hai fatto bene a venire... — disse appena fu liberata, rivolgendo al sole, con un estremo sforzo, i delicati petali bianchi. Cipí l'afferrò
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una giornata senza sole. — Belli! Magnifici! Bravi! — continuava a ripetere. Poi venne Cippicippi, la più anziana mamma del tetto. — Quanti figli hai
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azzurro, dove Cipí e la sua compagna fecero mille voli, diventò grigio come il fumo, senza un buchino da cui filtrasse un raggio di sole. I piccoli passeri
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. — Allora spiegatemi, — disse Cippicippi, — perché le altre volte quando sono andata da lui, i suoi occhi luminosi mi dissero parole buone, le sole
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