Cipí
: usci dal buco, prese il volo, spari silenzioso nella notte e da quella volta non lo videro mai piú.
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che allungava la testolina fuori dall'erba per farsi baciare da un raggio di sole. — Chi ha parlato? — disse Cipí. Il fiore, a quella brusca domanda
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vetta di quella pianta alta e snella che dondola ad ogni carezza di vento? — Cullarsi al vento è bello, — rispose Cipí, ma i nostri figli non saranno
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Quella sera stessa, Palla di fuoco si era appena coricato quando il vento della collina, strisciando fra i comignoli, arrivò urlando: — Via! Via
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anziane fu quella di Beccodolce, che aveva il nido ai piedi della torre fumante; anche lei disse che passerotti cosí belli e vispi non ne aveva visti mai
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trasformò in milioni di farfallette volteggianti, ed era un bel gioco e taluna diceva: — Io voglio adagiarmi su quella pianta solitaria! — e un'altra: — Io
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attenti allora! Meglio la fame che la morte! — disse Cipí preoccupato. E Passerì: — Quella cordicella dove va? — Nella tana dell'uomo, — osservò
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Il giorno seguente cominciò a interrogare gli uccelli del tetto. — Lo sai tu chi c'è là dentro? — chiese a Piumaleggera. — Quella è la casa del
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Cipí fece un salto indietro: — È lui! si, è vero... quella è la testa... quello è il becco uncinato... uh, che unghioni ha! Allora in silenzio si
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piccino? Dov'è? Ti supplico Cipí, dimmi dov'è il mio piccolo! - e si mise a urlare quella povera mamma. Ma Cipí proseguí: — Appena Palla di fuoco
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fidare piú nemmeno delle stelle... — Ma non erano stelle, Cippicippi, erano gli occhi di quella canaglia! — spiegò il solito passero dalla cima dell'albero
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