Cipí
passi. — Un uccello nel camino! — gridò un bambino. — No! — disse un altro. — Sí! — Prendiamolo! — Eccolo, com'è piccolo! — Manda fuori il gatto
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— Com'è carino, lo mettiamo in gabbia? — No, leghiamogli il filo alla zampa! — dissero i bambini e mostrarono l'uccellino alla nonna, alla mamma e al
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aprendo il becco arso dalla febbre. — Ora ti porto l'acqua, — rispose Cipí, — hai paura a star sola? Essa disse di no col capo. Allora Cipí usci dal
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. — Perché no? — esclamò ridendo. E per la prima volta da quando era stata ferita senti la felicità nel cuore. — Voglio guarire! — gridò.
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le uova sotto il corpo di Passerì. — Fortuna che il nido è molleggiato con la neve dei pioppi, — essa diceva, — se no le uova andrebbero a pezzi! Il
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boccone e osservarono perplessi le orme dell'uomo. — Ieri, il boccone c'era? — domandò Cipí. — No, — rispose una passeretta. — Amici, qui c'è pericolo
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l'aiutavano a portare pazienza. — O bella... — ripeté Cipí, — ma si può sapere chi è lui? — Un uccello! — spiegò Passerì. — Un uccello come me e te? — Oh no
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brivido, si strinse a Cipí e sussurrò: — Ho paura, Cipí, tanta paura... — Paura di due stelline discese dal cielo? — No, Cipí, — esclamò la passeretta
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verità! Ma quello, picchiando come una furia gli diede un'altra beccata e stavolta gli fece sanguinare il capo. — Smettila... torna a casa se no
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