Cipí
fosse troppo stretto per lui. I fratellini facevano: cip, cip, cip, con garbo, lui invece gridava: cipí, cipí e non smetteva mai. — Ecco, lo chiameremo
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. — Io vado! — sospirò Beccodolce che non capiva piú nulla. — Un momento! — gridò Cipí. — Non facciamo la fine degli altri! Lui è là e ci guarda! — Ma io
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, assieme con gli altri uccelli, era in mezzo alla campagna a farsi il gozzo. A quel pensiero Cipí si accorse che gli era venuta fame e ci andò anche lui.
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lui esce quando io non ci sono. Forse le nuvole vi potrebbero aiutare, che sono sempre in giro. Cipí e la passeretta, senza stancarsi, decisero di
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dell'altro sangue! — ammonì Passerì. — Compagni, un'idea! — esclamò Cipí. — Sentiamo! — dissero i passeri stringendosi attorno a lui. — Il mostro ha bisogno
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! ... Ma lui: — Op là! — e saltava di là. Ad un tratto, proprio mentre diceva: Op là! come fu come non fu, gli scivolò una zampa e cascò nel buco nero
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Cipí passò davanti a tutti. — Vola anche lui come me! — gridava mentre — precipitava. — Mamí, mi viene incontro! Ad un tratto, quando gli sembrò di
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, trovarsi una brava compagna, farsi un bel nido e... diventare anche lui papà! La nostra legge vuole cosi! Ma badate! — esclamò. — Il mondo è pieno
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dei chicchi gialli! Fatti il gozzo intanto che ce n'è! Allora anche lui si mise a raspare, a estrarre i buoni chicchi gialli e a mangiarli. E intanto
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fatto con lui quand'era piccino. Intanto Palla di fuoco era cascato pian piano in braccio ai pioppi del fiume e men- tre essi gli cantavano la
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salire incontro a lui! Ho gran voglia di scaldarmi al suo fuoco, di vedere i colori... vero, Cipí, che sono magnifici i colori? Piú di tutti a me piace
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. — Parola di Cipí! — disse lui. — Parola di Passerì! — disse lei. E si misero a cercare un posto quieto e sicuro. — Sarebbe bello in riva al nastro d'argento
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di Passerì, l'abbracciò stretta e sparì. Di buco in buco, di tetto in tetto, di pianta in pianta, come aveva fatto la sua mamma quando era nato lui
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dolore l'albero e si staccavano da lui: — Addio caro amico, ricordami! — Addio! — rispondevano gli alberi sempre piú spogli, alzando le nude braccia
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Beccodolce. In quel momento Cipí gridò: — Attenti! C'è lui! Spaventati, i passeri lasciarono la pianta e volarono sulla gronda. E da lí videro la testa
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la fermò: — Un momento! Pericolo! A quell'avvertimento tutti, compresa Chiccolaggiú, volarono sul tetto del porticato e si misero a discutere. — «Lui
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della mia mamma diceva che la sua bisnonna già lo conosceva e che lui è vecchio come il mondo e che non morirà. — O bella... — disse Cipí, — ma lui chi
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bisogno. — Io vorrei sapere perché ha il becco tagliente se lui mangia le ombre dei comignoli e beve il tremolio delle stelle! — domandò Cipí a un
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tremando tutta, — quelle non sono due stelline... quelli sono occhi parlanti... non vedi che dietro a loro c'è un'ombra nera? È lui! A quelle parole
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minaccioso un passero sopra di lui. — Perché io e Passeri questa notte l'abbiamo visto e poco mancava che anch'io facessi quella fine, — gridò Cipí col
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. — Allora spiegatemi, — disse Cippicippi, — perché le altre volte quando sono andata da lui, i suoi occhi luminosi mi dissero parole buone, le sole
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