Cipí
. — Sono nati! Sono mamma! Sono tre! Tornata al nido, li osservò attentamente: com'erano belli, pur senza piume, i suoi figlioli! Allungavano il collo verso
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mostravano i polpastrelli lisci e rosati. «I baffi li vedo, — pensava Cipí, — ma gli artigli dove sono? Adesso è il momento buono per scoprire il mistero
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vento, ansante per avere spinto sin lí dalla montagna una pigra nuvola nera, riprese fiato sopra il tetto e Cipí e Passerì gli gridarono: — O buon
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fare per tenere sgombro il cielo da centinaia di nuvolette bianche e di nuvoloni che vengono lí a godersi il sole, tuttavia non si dimenticò della
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! — Chiudi la porta! — Prendilo, è lì! A quelle parole, Cipí saltò sulla cassetta della legna e via sotto la stufa! — È lí, è lì, dài che lo acciuffiamo
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specchio. Era una festa di colori e Cipí volava guardando giú incantato e diceva: — Che bello, Mamí! Guarda là, guarda lí! — Quando fu sopra al fiume
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Mentre si pettinava, Cipí udí una vocina: — Ih, ih! che buffo ciuffetto hai! Si voltò di scatto, ma lí vicino non c'era che una timida margheritina
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un'ala spezzata. — Cipí, aiutami, non posso piú volare... - piangeva. Lí vicino un passero era steso nel solco, con le ali aperte e tremanti; aprì con
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passeretta disperata. — Certo che li vedrai, — spiegava Cipí. Una volta le disse: — Se vorrai... ti accompagnerò io, quando sarai guarita, a vederli
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grande albero dalle palline rosse al nastro d'argento, dalla cima della collina alle nuvolette rosa, dalla bandierina della torre all'erba dei prati, li
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. Allora anche l'ultima stella spense il lume e andò a letto. Che notte! Il nuvolone brontolava: — Dove sono i nemici? Buuumm. Se li trovo li accomodo
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ritornava calma. I figli di Cipí ruppero il guscio un mattino di settembre, mentre le rondini, lí vicino, parlavano della prossima partenza. — Zitte
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La prima a visitare i piccoli fu Mamí. Appena li vide esclamò: — Queste sono tre meraviglie! — e li baciò. I piccoli sapevano già dire: pipì, pipà
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aveva già cominciato a mandare tutt'intorno un buon tepore e a lanciare dal buco nero nuvolette scure che stavano li, indecise, sul cortile. Il vento
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si lanciarono in volo per acchiapparle. Ma i passeri anziani li ammonirono: — Fra poco, quando le farfalle avranno coperto la terra, non riderete più
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Beccodolce. In quel momento Cipí gridò: — Attenti! C'è lui! Spaventati, i passeri lasciarono la pianta e volarono sulla gronda. E da lí videro la testa
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fa mai vedere? E se non mangia come noi perché ha il becco appuntito? Io dico che lí sotto ci sta un mistero... e se c'è, presto o tardi lo scoprirò
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regno della felicità senza fine... — Li conosci? — chiese Cipí alla compagna. Le due luci mandavano ora bagliori vivissimi ed era facile riconoscere
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sono andati, ingannati dalle false parole di un mostro che li invita nel paese della felicità e poi li uccide... — Come puoi dir questo? — interruppe
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spiccarono improvvisamente il volo verso gli occhi del mostro, il quale li afferrò e li uccise... A quelle parole sali al cielo un altissimo grido di
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figlioli le storie vere della sua vita che li facevano restare a becco aperto. Narrava che cosa accade a chi precipita nel buco nero della torre fumante e
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