Cipí
l'uccellino e voleva dire sí. Ma dopo un attimo ricominciò: — Mamí, che cos'è la pianta? — La pianta sono le braccia verdi dove ci riposeremo al primo
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— All'attacco! — urlava una nuvola alle compagne. — Sterminateli tutti! — ordinò il nuvolone con un rombo che fece tremare le tegole. Le nuvole
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Einaudi Ragazzi Altri titoli disponibili Aleksandr N. Afanasjev, I due Ivan e altre antiche fiabe russe Franco Antonicelli, Le parole turchine
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Nel cespuglio 39 Guarigione 42 Un posto per il nido 45 La guerra 51 Tre! 55 Le visite 57 Palla di fuoco sta male 63 Le farfalle bianche 66 La fame 72
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campagna e dalla campagna al nido e sceglieva per lei i chicchi di grano piú teneri e grossi e saporiti e quando glieli portava le diceva: — Porta
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le piume per difendersi dalle punte di spillo del freddo: — Quest'anno Palla di fuoco si è ammalato presto. — Il cielo è pieno ormai, l'ora è vicina
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! Fuori, intanto, scrutavano nel polverio delle farfallette che volteggiavano fitte, le mosse dell'uomo. Dopo un po' Cipí gridò: — Cambio! I due passeri
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1 Mario Lodi, Bandiera 2 Mario Lodi e i suoi ragazzi, Cipí 3 Nico Orengo, A-uli-ulé 4 Mario Rigoni Stern, Il libro degli animali 5 Leo Lionni, Le
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venne una gran voglia di scoprire se era vero ciò che gli aveva raccontato la mamma. Il gatto era coricato su un fianco, con le zampe in fuori che
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Cipí e Passeri capirono che per convincere i passeri bisognava avere le prove e una notte supplicarono la luna: — O bella e gentile regina della
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Come tutte le cose brutte, anche l'inverno un giorno fini. Palla di fuoco, che aveva fatto una cura ricostituente, si era irrobustito e una mattina i
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c'è giù! — È troppo presto, non hai ancora le piume, e sei piccolo e debole! — Io voglio vedere... cipí, cipí,... io voglio andare fuori da questo
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piú buono... il piú grande dei miei nati! — Anche se t'ho fatto tanto arrabbiare? Mamí a questa domanda non rispose perché le mamme non ricordano i
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. — Mamí!... aiuto! Mamí!... — gridò con tutta la voce e sbatteva le ali per risalire. La mamma volò sul camino e lo chiamò disperata: — Mio Cipí, dove
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intorno alla casa dell'uomo e chiamava: — Cipí, sono qui! sono qui! sono qui! — Ma Cipí non la sentiva, perché fra le mani dei due bambini ne passava di
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trasformerà in palline rosse e squisite. All'improvviso si sentí una musica leggera che vibrava lungo tutta la pianta. — Mamí, e questo che cos'è? — Le api
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? — Io invece, mi chiamano... Cipí. — Non ti vedo mai da queste parti, — riprese Margherí con piú coraggio, — perché non vieni mai qui, tu che hai le ali
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al campo un uomo col tubo luccicante fra le mani. Cipí si uni ai compagni e disse loro: — Perché avete tanta paura? È ancora lontano, lui non sa
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margheritina, incantata a guardare nuvolette bianche che correvano per arrivare prima a farsi carezzare dalle cime dei pioppi. — Cipí, vieni a vedere le
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vestito di bianco? I prati hanno ancora tanti occhi colorati? — E Cipí, pazientemente, le spiegava che tutte le piante avevano ormai smesso l'abito nuziale
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In pochi giorni cominciò a muovere l'ala, a uscire dal cespuglio, a fare i primi voli. Salita su un piccolo gelso apri le ali, gonfiò le piume e si
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l'altro, menando frustate a destra e a sinistra. Cipí, colpito da una frustata che gli scompigliò le piume, batté la testa contro la tegola. — Vieni
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Quando il nido fu pronto, liscio, soffice e rotondo, Passeri vi depose tre uova e le covò. Di giorno Cipí andava e tornava dal tetto ai campi in
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; piòpiò... e sgusciavano birichini sotto le ali della mamma che rispondeva alle loro chiamate con amorosa pazienza. La seconda visita delle passere
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E arrivò il vento, che urlò alle rondini: — Si parte per il lungo viaggio sul mare! ... Siete pronte? — Sí sí, sí sì, — risposero le rondini; e per
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Un mattino, mentre il vento faceva un pisolino sul fondo della vallata, le nubi si strinsero fra loro come tanti pecoroni. — Sorelle nuvole
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abbatté sul pavimento facendone prigionieri una dozzina. Subito usci sghignazzando l'uomo, che ad uno ad uno li catturò e li ammazzò. Beccodolce e le
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ogni sera, quando rientravano affamati e intirizziti, Cipí e gli altri dovevano spostare le farfalle che s'erano appoggiate davanti alle tegole. Cipí e
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. Uscì dalla tegola, volò su quel tetto, ispezionò: nulla. — Eppure le luci erano là! - esclamò indicando il buco. La passeretta fece una risatina poi
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bisogno. — Io vorrei sapere perché ha il becco tagliente se lui mangia le ombre dei comignoli e beve il tremolio delle stelle! — domandò Cipí a un
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sprizzò scintille verdi e continuò: — La notte è incantevole: passa la luna regina del cielo e noi stelline le facciamo ala riverenti come tante damigelle
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mancare, e avvisa gli amici del tetto! La povera madre voleva chiedere ancora qualcosa, ma Cipí le fece cenno di non insistere: — Tutti sul grande albero
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e di Cippicippi che, ormai incantati dalle parole, andavano verso le luci. Volevamo avvertirli ma non ne avemmo il tempo perché i due uccelli
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fare per cercare delle prove! — Viva le cose giuste! Via gli imbroglioni dal nostro tetto! — esclamò Cipí. E cominciò subito a insegnare ai suoi
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