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! — esclamò disperdendo le ultime nuvole. Poi allungò le sue calde braccia nel cortile, nel bosco e sui prati a tirar su la testolina dei fiori e a carezzare
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vita. Quell'inverno fu terribile; il freddo, la fame e il mistero del signore della notte, che ora vi racconterò, uccisero quasi la metà dei passeri
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Perdigiorno 53 Roberto Piumini, Fiabe per occhi e bocca 54 L. Gandini /R. Piumini, Fiabe lombarde 55 Gianni Rodari, Il gioco dei quattro cantoni Einaudi Ragazzi
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dei passeretti! Palla di fuoco stette un po' sopra pensiero poi disse: — Il signore della notte? Ne ho sentito parlare, ma io non l'ho mai visto perché
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sé tutto quel che c'era dentro: polvere, avanzi di ossa, piume lacerate... — Il vestito dei miei piccoli! — gridò Cippicippi, riconoscendo le piume
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buco. — Questo buco è la nostra casa. Quando avrai le piume andremo insieme a vedere tutto: la palla di fuoco, il nastro d'argento, la pianta... Uno dei
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Che festa, quei giorni! I passeri si abbracciavano e si baciavano e per tutto il vicinato si sparse il chiasso dei festeggiamenti in onore di Cipí e
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finché, con un tonfo, cadde nella cenere del focolare, si rannicchiò in un angolino e col cuore che faceva tum tum... aspettò. Ad un tratto sentì dei
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intorno alla casa dell'uomo e chiamava: — Cipí, sono qui! sono qui! sono qui! — Ma Cipí non la sentiva, perché fra le mani dei due bambini ne passava di
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, arrossì sulle punte dei petali, cercò di chiudere il viso nella corolla e con un filo di voce rispose: — Io... sono stata io... Cipí si mise a ridere
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dei chicchi gialli! Fatti il gozzo intanto che ce n'è! Allora anche lui si mise a raspare, a estrarre i buoni chicchi gialli e a mangiarli. E intanto
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margheritina, incantata a guardare nuvolette bianche che correvano per arrivare prima a farsi carezzare dalle cime dei pioppi. — Cipí, vieni a vedere le
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l'argento del nastro serpeggiante, e a te? — A me il giallo dei chicchi di granoturco. — E mi piacciono i mille occhi violetti di una piantina che vive
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grande albero dalle palline rosse al nastro d'argento, dalla cima della collina alle nuvolette rosa, dalla bandierina della torre all'erba dei prati, li
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le uova sotto il corpo di Passerì. — Fortuna che il nido è molleggiato con la neve dei pioppi, — essa diceva, — se no le uova andrebbero a pezzi! Il
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lo rivedranno. La vita dei passeri si era fatta molto dura: la pianta dai grappoli dolci, amica degli uccelli, fu spogliata dall'uomo che la coricò al
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avvicinarono alla gabbia. — Vedete? Non succede niente! — disse uno dei tre, — provate anche voi! A uno a uno i passeri presero coraggio e cominciarono ad
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bisogno. — Io vorrei sapere perché ha il becco tagliente se lui mangia le ombre dei comignoli e beve il tremolio delle stelle! — domandò Cipí a un
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figlio scomparso: — Se lo trovo gli faccio perdere io il vizio di uscire di notte! Ed io credevo di aver allevato dei figli per bene! — Malediceva e
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a chi fugge dal tetto quando c'è la guerra dei nuvoloni, narrava che l'animale baffuto finge di dormire ed ha gli artigli affilati (e mostrava il
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