Cipí
unirono e ripeterono l'assalto: stavolta la cannonata trapassò il nuvolone e andò a scoppiare contro un albero, che s'incendiò. Allora accadde il
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, assieme con gli altri uccelli, era in mezzo alla campagna a farsi il gozzo. A quel pensiero Cipí si accorse che gli era venuta fame e ci andò anche lui.
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pulito e poiché da tanto tempo il custode non lo scopava, buttò in aria la polvere, i pezzi di carta e le foglie secche, brontolando. E se ne andò
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: — Ecco la prova. Vi basta? — E se ne andò rapido come era venuto, senza pretendere un ringraziamento, a continuare il suo lavoro. Nel buco si sentiva il
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l'ala della mamma, scavalcò il nido e scappò: ma il salto fu cosí lungo che andò a sbattere il becco contro il camino.
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facile quel volo, ai fratelli invece batteva forte il cuore: ma tutto andò bene. Appena là, Cipí volò sulla cima della pianta e di là incominciò ad
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. Allora anche l'ultima stella spense il lume e andò a letto. Che notte! Il nuvolone brontolava: — Dove sono i nemici? Buuumm. Se li trovo li accomodo
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! E se ne andò da Beccodolce. Beccodolce era molto triste, e disse perché: — Da tre giorni il piú buono dei miei ultimi figli è partito da casa e non
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! — disse e andò da Chiccolaggiú. — È inutile che tu gridi: tuo figlio è innocente, io ho visto dov'è andato! — Dov'è quel mascalzone? — urlò
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triste. Disse: — Poveretto... ora odierà me e non capirà piú chi è il suo nemico... Una passera chiacchierona che aveva visto la lotta da lontano, andò da
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