Cipí
C'era una volta (e c'è ancora) un piccolo paese disteso nel verde e al sole: nel paese c'era un palazzo alto alto e sul tetto del palazzo, nascosta
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l'uccellino e voleva dire sí. Ma dopo un attimo ricominciò: — Mamí, che cos'è la pianta? — La pianta sono le braccia verdi dove ci riposeremo al primo
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Nel pollaio 76 Bocconi gialli 82 Il signore della notte 85 Cipí poliziotto 89 Il mistero svelato 93 Assemblea 97 Il racconto di Cipí 100 Al castello
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vicino a Passeri. Anche gli altri passeri tremavano di paura e gridavano: — Scappiamo al bosco! Andiamo via da qui! — Restate qua! — gridava Cipí dalla
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ma solo uno riuscí a fuggire. L'altro lottò a lungo col nemico armato di scopa e alla fine, colpito alla testa, stramazzò al suolo. — Aveva troppa fame
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. Munari/E. Agostinelli, Cappuccetto Rosso Verde Giallo Blu e Bianco 14 Gianni Rodari, Favole al telefono 15 Lella Gandini, Ambarabà ciccì coccò 16 Jean de
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facevano ala al suo passaggio, si fermò un momento e rispose: — Il signore della notte da piú di mille anni è mio amico, egli riceve e conserva i miei
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farfallette sciolte arrivarono al nastro d'argento e, tutte insieme, incominciarono il lungo viaggio attraverso la pianura. Cammina cammina arrivarono al
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della sua compagna. Allora Mamí, commossa, si fece largo per avvicinarsi al figliolo che tanto bene aveva fatto alla piccola patria del tetto, e senza
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Una mattina che mamma passera non c'era, Cipí scappò fuori dal nido e saltò in cima al camino e vide un buco fondo fondo e nero come il carbone. E
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— Com'è carino, lo mettiamo in gabbia? — No, leghiamogli il filo alla zampa! — dissero i bambini e mostrarono l'uccellino alla nonna, alla mamma e al
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Appena i fratelli di Cipí impararono a volare, mamma passera accompagnò i figlioli a vedere che cosa c'era intorno al palazzo sul quale erano nati
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al buco nero c'è l'uomo e ci sarà da soffrire il freddo e la fame. — Io... io... — disse Cipí, — io, Mamí, ti verrò a trovare tutti i giorni
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andarono in fondo al campo. — Dove andate? — disse Cipí, guardandosi attorno incuriosito. I passeri non si vedevano piú, ora: ma si vedeva avanzare in mezzo
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La passeretta dall'ala spezzata si rannicchiò tremante in fondo al cespuglio: — Cipí... oh che male... non posso piú volare, che farò? — Zitta
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Avanti e indietro dalla campagna al cespuglio, Cipí trascorse giorni di sacrificio, ma non gli rincresceva, anzi era piú allegro perché ogni giorno
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grande albero dalle palline rosse al nastro d'argento, dalla cima della collina alle nuvolette rosa, dalla bandierina della torre all'erba dei prati, li
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saltarsi addosso. Per tutta la notte si radunarono sonando trombe e tromboni ed al mattino si lanciarono all'assalto. — Passerì, guarda, trottano come
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cerca di cibo per sé e la compagna, e alla sera si accovacciava accanto al nido in attesa del sonno. — Nasceranno? — si chiedeva. — Tutto andrà bene
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. dove. Piú tardi venne anche Chiccolaggiú, cosí chiamata per la vista acutissima con cui scorgeva un chicco di grano al di là del nastro d'argento in
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al cielo. Qualche foglia, molto affezionata al ramo, non voleva staccarsene e faceva sberleffi al vento. — Via! Via! — gridava il vento scopando i rami
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vado a mangiarlo! — soggiunse Chiccolaggiú. Cosí dicendo spiccò il volo e scese accanto al boccone, ma Cipí l'insegui e quando le fu vicino le disse
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è? — Dice che lui è al mondo per proteggere noi poveri uccelli; la mia povera mamma ci andava spesso da lui e lui le diceva buone parole che
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poliziotto era da Cippicippi. — Quanti figli hai messo al mondo tu? — le domandò Cipí. — Tre dozzine, — rispose la passera, ma subito si rattristò e soggiunse
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spiccarono improvvisamente il volo verso gli occhi del mostro, il quale li afferrò e li uccise... A quelle parole sali al cielo un altissimo grido di
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