Caracciolo De' Principi di Fiorino, Enrichetta
famiglie di Napoli è la Caracciolo, alla quale mi onoro di appartenere. Mio padre, secondogenito di Gennaro Caracciolo, principe di Forino, nacque nel
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Napoli una dama messinese, sua intima amica, la quale, dovendo fra poco ripatriare, volentieri si sarebbe presa l'incarico di accompagnarmi per viaggio
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mi dimostrava la sua antipatia era Paolina, posta alla testa di una consorteria di educande; ella, per non so quale bisogno monastico di aver sempre
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." Venne a morte una vecchia conversa, la quale aveva portata una piaga, che dal tallone estendevasi al ginocchio. Mentre io la medicava, suonò il divino
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rinunzierebbe alle delizie dell'ananasso. Ogni monaca è padrona del forno per fare dolci durante una giornata intera, la quale comincia dalla
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della cocolla, mettevasi subito a brontolare, ma senza muoversi minimamente. Avvenne una volta, che un'altra monaca, la quale stavale vicino, svenne
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la tela tutta perforata dai chiodetti o spilli cui stavano sospesi i menzionati obbietti.- Quale trista impressione produceva quell'immagine, così
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regale sua munificenza, quale onore per ogni suddito devoto e leale di ricevere sulla faccia, almeno un sol colpo, di quella mitraglia, in commemorazione
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rammento di un tale chierico, divenuto, Dei gratia, prete, il quale, per essersi addentrato nella benevolenza della patrona, si ebbe non solamente gratis le
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servizio. Dopo il fatto d'Angiola Maria, fatto nel quale aveva ella dimostrato nutrire affetto scarsissimo per me, e niuna umanità per gli altri, io
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anzi che no, aveva ottenuto il governo di quella chiesa mercè l'intervento suo zio, il quale in quel secolo d'oro del papato disponeva a suo talento
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taciti voti all'Onnipossente per la caduta della tirannide e pel trionfo della nazione alla quale io mi gloriava di appartenere. Non isfuggì alle suore
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, tutto caratteristico di Napoli, credetti di primo tratto d'essere, per non so quale prodigio, risalita dal regno delle ombre al mondo de' vivi
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tradimento! quale esecranda macchinazione!" gridò esterrefatta la sfegatata borbonica. "C'è l'ambasciatore di mezzo, e la vincerà." "Mi credete
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Alla lettura di quel mio foglio, che le suore di Costantinopoli gli trasmisero tal quale, il cardinale restò pietrificato, nè potè capacitarsi che
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partì per visitare il genero infermo; io non volli accompagnarla. Trovavasi colà Ferdinando II, il quale era allora disgustato del soggiorno di Napoli
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imperversava dentro di me. Un supremo pensiero di primo tratto mi preoccupò: - Quale autorità ha decretato il mio arresto; l'ecclesiastica, o la civile
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summenzionata, la quale, dopo di avermi accompagnata a bordo, si sarebbe portata a mia madre con una lettera. Sennonchè, giudicando io l'onesto confessore
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pure: non uscirà mai più." Alle sollecitazioni della principessa aggiungevasi il giorno dopo la mediazione del nunzio, il quale per atto di spontanea
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sorella di quel prete, il quale sventrò il cognato per una questione insorta di soli ducati 30 sulla dote materna. Ed ecco come. Quella sera lo aveva
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alla sinistra quei due terribilmente sommi: Dante e Michelangelo. Quale trionfo! quale avvenimento! quale meraviglioso fenomeno! Il più maestoso de
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spirava non so quale mestizia, che faceva contrasto alle deliranti ebbrezze degli ammiratori. Solo il suo sguardo, dominatore, conservava l'ingenito
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sentii leggermente tirare per la chioma. Mi volsi: era Domenico, il quale a voce sommessa mi susurrò all'orecchio: "Benedetti i terremoti, che mi danno il
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pervenutagli, la quale gli intimava di subito ritornare in famiglia. Per costringerlo all'ubbidienza, il padre rifiutavasi di soccorrerlo
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il suolo di quella chiesa il terreno stesso che era anticamente occupato dal tempio di Cerere, il quale con quello dei Dioscuri, col teatro grande e
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’altri ohe ad una donna? - Mi proverò. Ma prima di dar seguito al mio racconto, nelle peripezie del quale avranno parte rilevantissima il despotismo
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lavoro noioso, le lezioni fastidiose; desiderava con ansietà veder giunger l'ora nella quale mi sarebbe dato il permesso d'uscir sul verone favorito
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auto-da-fè. Quale museo di antichità può, al pari del monastero di femmine napoletano, presentare tanto piene di vita e di movimento le reliquie del
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col quale si sopprimono dal Governo Italiano i conventi, e disingannare a un tempo coloro, se pur ne restano ancora di buona fede, che tenesser quei
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