Caracciolo De' Principi di Fiorino, Enrichetta
famiglie di Napoli è la Caracciolo, alla quale mi onoro di appartenere. Mio padre, secondogenito di Gennaro Caracciolo, principe di Forino, nacque nel
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Il giorno 21 marzo, dedicato a san Benedetto, presi l'abito di educanda. Le monache non eransi sollecitate di vestirmi prima, per rispetto alla morte
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gelosie non m'avessero resa la reclusione fastidiosa. Passava molte ore nel coro data alla preghiera; la fede mi sorreggeva. Per infondere la fede a chi
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chiederanno soccorso, siano accolti come Cristo stesso; poichè vi dirà: Ospite fui, e mi avete aocolto.» Le anime si schiusero alla carità, dacchè la carità
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. «M'intenerisco, dice il profondo Herder, alla vista di quella soave solitudine delle anime, che, stanche del giogo e della persecuzione de' loro simili, trovano
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prigioni di penitenza a sistema cellulare. E se funesto alla ragione del carcerato risultò l'isolamento ne' climi meno temperati dell'Europa e ne' più
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facchini occupati a lavori della comunità, e supposi che la conversa avesse fatto allusione alla rapacità di quella gente. Dopo pochi giorni di dimora
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pianoforte? Mia madre erasi avvista della corte che quel giovine mi faceva, ed acremente mi aveva rimproverata d'aver dato ascolto alla sua galanteria
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edifizi: gli uni sacri alla devozione, gli altri dedicati al sollazzo. Ora il convento di femmine, che forma un piccolo Stato repubblicano, posto sotto
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ricorrere all'ospitalità del secondo marito di mia madre. Questa, vedendomi in preda alla disperazione, mostravasi dolentissima, nè di tratto in tratto
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Il cardinale Riario Sforza venne esaltato alla sede arcivescovile di Napoli sei mesi dopo la morte di Caracciolo, suo predecessore, e dopo il
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taciti voti all'Onnipossente per la caduta della tirannide e pel trionfo della nazione alla quale io mi gloriava di appartenere. Non isfuggì alle suore
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Le suore del nuovo monastero aspettavano la comitiva alla porta. Terminate le cerimonie al vicario, e partita mia madre, mi fecero salire alla stanza
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, fedele e generosa Enrichetta?" A questo punto corsi verso la finestra, e dalla finestra alla porta: l'aprii per metà, vi tesi l'orecchio, poi, d'un salto
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Alla lettura di quel mio foglio, che le suore di Costantinopoli gli trasmisero tal quale, il cardinale restò pietrificato, nè potè capacitarsi che
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carte necessarie, Capano scrisse una lunga lettera, da mandare insieme con quelle alla Congregazione de' vescovi e regolari in Roma. Sosteneva l'egregio
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qualunque di queste ipotesi, il mio stato era doloroso, orribile al più alto grado. Io era donna! Troppo propenso il mondo al sospetto e alla maldicenza
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al servitore di mia madre. Intanto l'egregio mio confessore non mancava di visitarmi due o tre volte alla settimana. Io conferiva, o per meglio dire
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Breve al cardinale, mentre lavorava tutta sola nel mio umile abituro, fu bussato con forza alla porta. Mi disse una conversa: "È venuto il cardinale, e
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della caligine per ritrovare poi alla luce del sole più bella e splendida una prospettiva, non più circoscritta da enormi muraglie e da spranghe di ferro
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di un despota, la voce d'un poeta, che per genio, per caldo amore di libertà, pel lungo esilio, è ammesso alla cittadinanza di tutte le nazioni, una
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nella visita oziosa de' loro tesori; io, toltomi il velo nero dal capo, e ripostolo sur un altare, ne feci atto di restituzione alla Chiesa, che me
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passo; e sempre che mi riuscisse di non farmi vedere dalla madre, correva a risalutarlo. Intorno alla mezzanotte rinnovellammo gli addii. Era già
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Maria Teresa d'Austria, seconda moglie del re, aveva in quel mentre dato alla luce il principe Luigi conte di Trani. Erasi perciò ordinato di
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qualificazioni suddette non sono punto applicabili alla chiesa attuale, la quale fu edificata sopra suolo diverso, allorchè venne demolita l'antica, in
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, tanto all'epoca in cui mi toccò soggiacere alla sua pressione, come pur dopo la nazionale rigenerazione, perchè io non reputi necessario premettere
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dell'avvenente persona presentavasi ognora alla mia mente, rivestita di forme ideali. Le ore della notte mi sembrarono eterne, il giorno seguente lunghissimo, il
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fratelli destinate sin dalle fasce a seppellire e mente e cuore e bellezza nelle solitudine, ad immolare, meno alla religione che all'avidità de
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luoghi per asili di tutte le religiose virtù. Che la gente chiusa ne' conventi sia ormai inutile affatto alla società, non v'è chi l'ignori. Ma non
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