CONTRO IL FATO
guardandola. - Duca d'Eboli! non mi è un nome nuovo - mormorò Gleunitz pensando; poi come sovvenendosi a un tratto: - Ma deve proprio esser lui
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intimidita dagli occhi verdi di lui, strani e un po' crudeli, sotto le sopracciglie folte, nerissime, unite sulla fronte così, da rassomigliarlo ad un
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che eri impensierita? - osservò lui un po' imquieto in fondo in fondo, ma sicuro di sua moglie che lo adorava, e un po' ferito nel suo amor proprio
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lasciare la sua cuffietta bianca, il grembiule ricamato e il vestitino nero succinto, per seguirlo in città e farsi lanciare da lui nella gran vita, che
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più presto. - Ma se si sta tanto bene, qui! - aveva insistito ancora lui - tu e la tua bimba siete diventate grasse e colorite, come certo non
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ella aveva sempre creduto fosse amore. - Come stai, Sarah? - fece lui, chinandosi affettuosamente a baciarle i bei capelli biondi. - D'Ostrog mi ha
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qualunque patto, pur di farne lo strumento suo per un po' di tempo. Certo non ne parlò a di Chalmy. Continuò anzi a fingersi con lui innamorato della
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amare. – Yvonne fece un gesto di somma sorpresa. - Sì, - proseguì lui - vorrei ch'egli vi amasse tanto da abbandonare per voi la sua casa, sua figlia, il
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Accademia della crusca
