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padre, e non osava mai guardarlo negli occhi; ma una volta spinto nella via dei ricordi chiacchierava volentieri, abbandonandosi al piacere nostalgico
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testimonio in una causa in Tribunale.» «Dove hai lasciato il cavallo? Nella locanda? Non ricordavi che noi siamo parenti? Eh che, dunque? Perché siamo poveri
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vana fiamma che passa nella vita e incenerisce tutto ciò che tocca, e si spegne quando non ha più nulla da distruggere ... ». A misura che egli saliva
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A Cagliari Anania frequentò il Liceo e per due anni l'Università: studiava leggi. Quegli anni furono come un intermezzo, nella sua vita; un
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primo nella scuola. Intorno a lui la vita si svolgeva sempre eguale, con le stesse figure ed i meschini avvenimenti, - un giorno simile all'altro, un
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, ma veste un ridicolo abito comprato a Campo dei Fiori. Spesso io vado a trovarla, nella cucina buia e torrida, ed essa mi domanda notizie delle
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campo di grano, come uno scoglio in un lago verde. Nella campagna intorno moriva la selvaggia primavera sarda: si sfogliavano i fiori dell'asfodelo e
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finì col chiudere gli occhi e addormentarsi infantilmente. «Zia Grathia? Nonna!», chiamò con voce ancora assonnata, entrando nella casetta della
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nella memoria: camicie, calze, dolci, frutta, focaccie lucide come avorio, pezze di formaggio, e un pollo e dodici uova col sale e vino e miele e uva
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!», rispose Anania gravemente. «È forte la catenella?» «È forte.» Olì prese il fagotto, strinse nella sua la manina del fanciullo e lo condusse in cucina
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febbre e fasciava le sue piaghe; e maestro Pane fra le sue ragnatele segava le tavole e parlava fra sé ad alta voce, e nella bettola la bella Agata
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non cambiava, non poteva cambiare. Strani sogni di fughe, di avventure, di avvenimenti straordinari si confondevano, nella piccola anima, con
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febbre.» Maria Obinu riapparve nella camera, si avanzò, silenziosa, si curvò sul lettuccio. Allora Anania cominciò a delirare. «Ti ricordi, mamma, tu