CENERE
all'ultimo soffio di vita, la riconoscenza e sopratutto la venerazione per Lei. In quest'ora dolorosa della mia vita, mentre gli avvenimenti mi spingono a
CENERE
ragazze della città lo vorranno raccogliere come un confetto. Ah, la mia povera schiena!» «Lavora!», rispondeva zio Pera. «Che una palla ti trapassi
CENERE
che lo rendeva felice, o l'addio a tutte le piccole e misere cose del passato, o la gioia un po' paurosa della libertà, o il pensiero del mondo
CENERE
Era vicino il giorno della partenza. «Zia Varvara», diceva lo studente alla vecchia serva che preparava il caffè, «come sono felice! Fra pochi giorni
CENERE
attesa della partenza d'una bellissima signorina inglese che deve cedermi la sua. Questa Miss rassomiglia a te in modo straordinario; ti scongiuro però
CENERE
di raccontare tante cose passate. Ricordava tutto; Fonni, la casa e i racconti della vedova, il buon Zuanne dalle grandi orecchie, i carabinieri, i
CENERE
della porta, una donna in costume tonarese, tutta fasciata nelle ruvide vesti come una mummia egiziana, scardassava un mucchio di lana nera con due
CENERE
Prima di scendere a cena, egli s'affacciò al finestruolo della sua cameretta e rimase colpito dal silenzio profondo che regnava nel cortile, nel
CENERE
Il figlio di Olì nacque a Fonni, al cominciare della primavera. Per consiglio della vedova del bandito, che lo tenne a battesimo, fu chiamato Anania
CENERE
, benché il compagno parlasse male della scuola e dei maestri. «Il tuo maestro, Ananì, pare un gallo, col berretto rosso e la voce rauca. Io l'ho
CENERE
l'istintiva nostalgia per il luogo natìo, per le persone e le cose perdute; col desiderio della libertà selvaggia fino allora goduta, ed infine col sentimento
CENERE
i grappoli d'oro della ginestra; le rose impallidivano nelle macchie, l'erba ingialliva, un caldo odore di fieno profumava l'aria grave. La via
CENERE
lontano del torrente che annunzia il tornar dell'inverno; addio canto del cuculo che annunzia il tornar della primavera; addio grigio e selvaggio Orthobene