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ciuffo d'erba. Il giovinetto rise timidamente e guardò Anania. «Eh, Zuanne Atonzu!», gridò lo studente. «Guardate come si è fatto grande!» «Salute! Noi
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stringendola fra due pezzi di focaccia. «Ora non ti lasceranno più in pace, vedrai! Atonzu di qua, Atonzu di là. Sì, oramai tu sei un uomo importante
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; la vedova di Zuanne Atonzu mi ha cacciato di casa.» «Non è vero», pensò Anania. Perché sua madre mentiva? Perché non diceva la verità, che cioè
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accanto alla maestra che lo accarezzò sulla testa con la piccola mano scarna. «Bravo», gli disse: «sei il figlio di Anania Atonzu?». «Sissignora
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pentirsi di avermi fatto del bene. Suo sempre riconoscentissimo Anania Atonzu Verso le tre del pomeriggio Anania era già in viaggio verso Fonni, su
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cose ancora ... Dammi l'olio, Anania Atonzu; oggi nella valle ho visto una cosa; sembrava una moneta d'oro.» «Tu non l'hai raccolta?», gridò il mugnaio
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cattive idee". Però non avevamo capitali abbastanza perché egli potesse fare il negoziante. Allora un suo amico gli disse: "Zuanne Atonzu, vuoi prender
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... laggiù», indicò il pazzo; «aveva un cappotto lungo e le scarpe rotte. Ebbene, perché tu non mi dai un paio di scarpe vecchie, Anania Atonzu?» «Vi
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sono nato per caso nel villaggio di Fonni», egli disse, guardandola in viso. «Sì, sono nato a Fonni; mi chiamo Anania Atonzu Derios.» Ella non batté
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c'è Anania Atonzu; va, figlio, che Dio ti ricompensi perché fai un'opera di carità".» «E lui? E lui?» «Lui ha promesso di condurla qui in vettura