CARDELLO
tempestavano di domande: - Hai visto i burattini? - Sì; li abbiamo messi fuori dal cassone oggi. - Belli? - Alti quanto me. Paiono vivi; fanno paura. - C'è
CARDELLO
qua? - Che mi prende? - rispose un giorno Cardello - Mi prende che io me ne vado e le bacio le mani. - Perchè, don Calogero? Perchè? Vi par poco il
CARDELLO
rispondere continuava: - In casa del signor Decano Russo, che è anche cappellano di questo monastero. Vieni con me in sagrestia. Non potresti trovar di
CARDELLO
niente! Su! Un po' d'acqua fresca. Vieni qua. Lascia fare a me! ... Dieci gocce di sangue ... . Eh! Ohe cosa vuol dire non aver anche due occhi dalla
CARDELLO
da un vecchio stovigliaio. - Tu, che sei siciliano come me, dimmi la verità. Quei vasetti stagnati ... . - Li abbiamo fatto noi. Belli, eh.? E non
CARDELLO
darti pensiero di me. Ho la coscienza tranquilla. - Cardello si sentiva accapponare la pelle pensando che pochi minuti prima, assieme con le signore e
CARDELLO
. - Questa sciocca si dispera! È vero che non è niente, signor dottore? Glielo assicuri lei. Me, non mi crede. - Il posto è umido - disse il dottore
CARDELLO
argento e cinque di spiccioli. - La roba e il danaro me li daranno? - Andremo a prenderli domani. Intanto buttati su quel letto e cerca di dormire
CARDELLO
, poveretta! Ora avrei potuto aiutarla, renderle quel che aveva fatto per me quand'ero bambino. Sarebbe stata tanto contenta di vedermi cresciuto, ripulito
CARDELLO
che! Non so che pensare. Ho il cuore piccino piccino ... . Mi consigli lei che ne sa più di me. Sul punto di partire ... . - E riferì sillaba per