C'era una volta...
precisamente alla Cecina, benchè fosse di giusta statura. Così fu perdonato, e da lì a poco lo sposò. Lei, per ricordo, volle sempre essere chiamata
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' uscio e vedeva sempre scritto sui muri: Fai, fai, fai, Non l' hai avuta e non l' avrai. Si disperava, ma non diceva nulla a nessuno; non volta sentirsi
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. — Montò sul cavallo di bronzo, e dette le parole fatate, in un colpo sparì. La Reginotta e il Nano (lo chiamarono sempre così) furono moglie e marito. E
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cani! — — E le buttò al mastino, La Regina provò, riprovò; ma il suo pane riusciva sempre o troppo o poco cotto; e intanto il povero Reuccio restava
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impertinente! — Ma come fare? Ammazzarlo era inutile; risuscitava sempre. Portarlo lontano non concludeva nulla: sarebbe tornato. Prenderlo colle buone
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moglie: — Vi piacerebbe, figliuolo mio, la Reginotta di Spagna? — Maestà, dovendo sposare,.... vorrei sposare una pollastra! — Si era dunque sempre
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pieno di serpenti e di animali feroci. Non lasciarti impaurire: vai sempre avanti, fino al palazzo del mago. Quando sarai giunto lì, picchia tre volte
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gli animali feroci. Era uno spavento! Urlavano, digrignavano i denti, spalancavano le bocche; ma quello sempre avanti, senza curarsene. Finalmente
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del cielo. Ma quel bene lei lo faceva sempre col pensiero al figliolino perduto: — Che le importava di tanta fortuna, senza il suo figliolino? —- E
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. — Mamma cagna, Bau, bau! No, no! Non ne vuol sapere. — Figliuola mia, dàcci aiuto! - Che aiuto poteva dargli? Mamma cagna rispondeva sempre: — Bau, bau! No
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maniera, che del suo corpo non si potesse vedere altro che il volto. Alle zampine anteriori gli metteva sempre i guanti. Gli aveva posto nome Beppe
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guardava sempre le mani, per paura che quello non gliene portasse via qualcuna. Ma non c' è proprio verso di poterne trovare delle nuove? — Le nuove
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contentissimi. Ma, infine, erano sempre quelle: Spera di sole, Ranocchino, Cecina, Il cavallo di bronzo, Serpentina, Testa-di-rospo.... Sicchè, all'ultimo
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e se ne riempiva le tasche. Ma nella stanza appresso, i diamanti, sempre a mucchi, eran più grossi e più belli. Il Re si vuotava le tasche, e tornava
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o la perdi, guai a te! — La Reginotta si spassava, tutto il giorno, con Ranocchino. - Ranocchino, porgi il ditino! Era una bellezza. Lo teneva sempre
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gli usci si spalancarono, e le venne innanzi sempre lo stesso cosino alto un gomito, vestito di stoffa a trama d' oro, col berrettino rosso sormontato
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ebbe provato più volte e sempre con lo stesso cattivo successo, quel povero diavolo si perdette d'animo, e non sapeva più dove dare di capo. Angustiato
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sapiente di me: la Fata gobba. — O dove trovare questa Fata gobba? — Prendete del pane e del vino per otto giorni e camminate sempre diritto, badiamo
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pagnotte e le stiacciate bell' e cotte. Insomma non riposava un momento. Tizzoncino era sempre di buon umore. Un mucchio di filiggine; i capelli
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un fiume, sotto terra. Il pesciolino infilò diritto la corrente e la Reginotta gli si tenne sempre ben afferrata alle branchie.
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per ora ce l' abbiamo. - Stava per passare un altr' anno. La minore restava sempre in casa, e il padre non faceva altro che brontolare giorno e notte
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, tì, tìriti tì, si divertiva a fare una sonatina, sempre la stessa; poi riprendeva il lavoro. Intanto quel campicello sassoso gli fruttava più di un
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