C'era una volta...
fare per levarmi di torno la Cecina? — Maestà, — Spellarla, lessarla, O arrosto mangiarla. — Mangiarla gli repugnava; pure, tornato a casa disse alla
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rumore assordante per- tutto il bosco. Era un Orco che tornava a casa coi suoi cento mastini, che gli latravano dietro. — Oh, che buon odore di carne
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la parola. — È la mia cattiva sorte! Ma non importa. — Lo condusse a casa, prese un barattolo e gli strofinò il petto con una pomata di suo padre. Il
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In casa del ciaba trovarono una granata fitta in mezzo alla stanza, e il Re disse ai ministri — Ecco Sua Maestà la Regina! - I ministri, stupefatti
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del ciaba; e il Re gli diè una ricca dote e lo fece intendente di casa reale. Re e servitore ebbero molti figliuoli: E noi restiamo da cetriuoli.
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prese a pigione una casa dirimpetto al palazzo reale. Il Reuccio rimase sbalordito: — Oh, che bellezza! Oh, che bellezza! Se fosse sangue reale, la
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sformate, chi avrebbe avuto il coraggio di riportarle alla Regina? Tizzoncino tornò a casa piangendo e rammaricandosi. — Che cosa è stato, figliuola
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. - E tornò subito a casa: — Ah, gallettina mia! sono stata chiamata dal Re. Ho mangiato la testa del galletto, ed esso mi canta dentro lo stomaco. Se
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genero del Re! - In una città c' era un giovinotto, figlio d'un ciabattino. Un giorno, vedendo che in casa sua si moriva di fame, disse a suo padre
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' amarezza, e tornarsene a casa zitta zitta. Intanto nello scrigno del Re i quattrini continuavano a mancare; e sempre quella voce nell' aria lontana lontana
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; molto più che, con tutti quei gatti per la casa, i quali miagolavano da mattina a sera, si viveva una vitaccia d'inferno. Ma Sua Maestà ordinava così
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casa di Ranocchino pareva tutti i giorni carnovale. Spendi e spandi; mezzo vicinato banchettava lì e i danari andavano via a fiumi. Finalmente non ci
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— Allora lasciami andare! Lasciami tornare a casa mia! - No, no! Dobbiamo sposarci. — Per ora bada a crescere! - Gomitetto se l' ebbe a male ed andò
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tornò a casa senza nulla. — Ah, gallettina mia! Oggi resteremo a gozzo vuoto. — Pazienza ci vuole: Mangeremo domani. - Il giorno appresso, sul far dell
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. — Tizzoncino fa l' uovo, — dicevan le vicine. All' Avemmaria le fornaie si chiudevano in casa e non affacciavano più nemmeno la punta del naso. D
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. — Perciò il Re messe fuori un decreto: — Pena la vita a chi non teneva uno o più gatti, secondo che avesse casa o palazzo. Chi ammazzava cento topi
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casa tutto contento, disse alle figliuole: — La vostra fortuna è trovata! - E raccontò ogni cosa. Allora la maggiore si fece avanti, ringalluzzita: — La
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avea coraggio di tornare a casa, dove gli altri figliuoli lo aspettavano come tant' anime del purgatorio, morti di fame. Ranocchino intanto gli s'era
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