Andrea Chénier
(A un tratto dalle stanze superiori e contigue si sente il rumore dei fucili e delle sciabole dei gendarmi)
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«Tal dei tempi il costume!»
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Intanto presso il ponte Peronnet si accalca gran folla nell’attesa della uscita dei Rappresentanti dal palazzo dei Cinquecento. Folla varia, diversa
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(Ecco già l’usciere colla gran fascia e colla lista dei condannati.)
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A sinistra: nel primo piano la la terrazza dei Feuillants e il Caffè Hottot; tavolini e sedie fuori all’aperto tra alberi e vasi enormi di fiori.
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In provincia; – nel castello della signoria dei Conti di Coigny. Il giardino d’inverno. La gran serra: imitazione pretenziosa di quella di Casa d
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con dei bimbi scheletriti a braccia, che imitando l’annuncio di maggiordomo:)
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colle mani, i giornali che vendono, dei ragazzi rivenditori di giornali, piccoli straccioni in berretto frigio.)
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scorre parallela: da parapetto, platani, lanterne. Di scorcio, obliquamente, il ponte Peronnet che attraversa la Senna e conduce al palazzo dei
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Andrea Chénier è nel cortile dei prigionieri; – egli sta seduto sotto alla lanterna che dà luce, e scrive sopra una piccola assicella con una matita
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spalle, cosicché, quando fa per ritornare, Chénier sta già per scomparire su per la scala dei prigionieri.)
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appare qualche volta al faccia pallida di Gérard come una minaccia. – Il susurro dei violini, le pose delle pastorelle fanno andare in solluchero i