Andrea Chénier
(Infatti appare dalla via Gérard appoggiato al suo ufficioso. La folla si allarga innanzi a lui. L’aspetto suo pallido e sofferente gli desta la
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(La Contessa, Maddalena e la Bersi (questa stranamente vestita) appajono al di là dell’arco d’ingresso alla serra. La Contessa si sofferma a dare
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(Gérard al fruscìo della sua veste alza il capo.)
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Gérard siede al tavolo e stende il rapporto pel Comitato centrale.
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Fouquier Tinville fa subito segno al cancelliere di far ritirare i giurati.
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I giurati, al cenno eloquente di Fouquier Tinville, come pecore si ritirano.)
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stringersi la mano due dame s’inchinano tre volte, con doppio inchino ogni volta, come vuole l’etichetta – poi la Contessa porge la mano a baciare al
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La levità ha ridonato al corpo della donna le pure linee femminili, – la testa si conserva tuttora la parte più discutibile.
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(Si sente accorrere gente e la voce dell’Incredibile che grida: «Al ponte Peronnet!» – Chénier fugge. – Da tutte le parti irrompe gente. – L
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(Si picchia al portone della prigione. Schmidt ritorna in fretta e va ad aprire. – È Gérard, e con lui è Maddalena. Gérard presenta le carte di
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(Allora un uffiziale si avvicina al fanciullo che, tutto orgoglioso, si impettisce imitando la posa di un vecchio soldato, lo esamina e con un gesto
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(Andrea Chénier esce dal bujo corridojo. Egli al fioco lume della lampada ravvisa nella visitatrice Maddalena. Il silenzio cupo di quella prigione
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(Chénier leva rapidamente lo stocco dentro al bastone e ne sferza il viso a Gérard che dà in un urlo di rabbia e di dolore. – Ed ecco accorrere
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della parte assegnata al pubblico, che questi già vi si rovescia tumultuante, rumoroso, eccitato.
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innanzi alcuni fogli scritti e, come è venuto, muto e impassibile ritorna al suo stanzino richiudendone ancora dietro a sé la porta.)
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sinistra) a tribunale, l’altra (quella di destra), divisa durante i dibattiti del giudizio da una opportuna sbarra divisoria, riservata al pubblico.
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sala perché vi declami qualche brano di sue poesie. – L’Abatino sta muto, gli occhi al cielo… ad invocarvi l’inspirazione.)
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scorre parallela: da parapetto, platani, lanterne. Di scorcio, obliquamente, il ponte Peronnet che attraversa la Senna e conduce al palazzo dei
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carte senza guardare alcuno, in mezzo ad un profondo silenzio, e va a sedere al suo posto senza saluti, e, appena seduto, si sprofonda nella esamina
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viene steso Gérard e portato a spalle. Intorno al corpo grondante sangue si affolla quella tumultuosa folla, alla strana luce sanguigna delle torcie
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stanno il Sanculotto Mathieu detto Populus e la Carmagnola Orazio Coclite, costui forse chiamato così per una gran benda nera che di sotto al berretto
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La scena a destra: nel primo piano un altare dedicato a Marat, sopportante il suo busto, avanti al quale stanno appese collane di fiori appassiti
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appare qualche volta al faccia pallida di Gérard come una minaccia. – Il susurro dei violini, le pose delle pastorelle fanno andare in solluchero i