Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
le presero. - Io, per conto mio, - disse il Reuccio - non ho nessuna voglia di uccidere la mia colomba. - Neppur io voglio uccidere la mia, - rispose
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del duca Roberto ? - rispose Costanza. - Ma una cosa è tua e quella la puoi dare. - E quale? - L' anima ! - A questa risposta Costanza capì che
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, - egli rispose - io sono cristiano come i miei avi, e non adorerò mai altro Dio che il Dio vero, grande, onnipotente, il Figliuol suo divino, la Beata
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sentire quella voce chioccia di donna bavosa e vecchia, stava per fuggire, ma poi pensò : - Sarà la donna di servizio, - e rispose : - Sono il cameriere di
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raccogliere quel fuso ? - II Cavaliere si voltò in su alla chiamata e rispose : - Non puoi scendere a prenderlo da te ? - No che non posso ; sono rinchiusa in
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figlio del mugnaio un'arancia. - Dammela, fratuzzu dammela! - Ma tu non sei fratello mio ! - rispose l'altro. - Se tu fossi mio fratello te la darei, a
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l'asma mi fa soffiar come un mantice. Dunque sono pronto a soffrire per perder la gobba. - Allora, - rispose la civetta - te la faremo sparir subito
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banchetto, il padre la chiamò e Mariuccia gli disse chiaro e tondo che fra i commensali non c'era nessuno che facesse per lei. - Ebbene, - rispose il
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! - rispose il padre, e glielo dette. - Come è bello ! Proprio come lo volevo ! Grazie, signor padre, grazie ! - Allora la mezzana domandò al
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trogolo per dissetarsi. Il Duca gli rispose : - Hai ragioni da vendere, ma senti, porco mio, che cosa devi fare : per stasera portacelo. Quando son
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