Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
il Reuccio, preso dal sonno, si coricò ai piedi del suo cavallo e s’addormentò profondamente, mentre il Principino vegliava su lui. A un tratto
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, mentre infuriava un temporale, e subito andò nelle sue stanze e ordinò a tutto il seguito d'andare al riposo. Egli, invece, accesa una torcia, e preso un
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fu preso al solito da un gran sonno e sdraiatesi sull'erba s'addormentò ed ebbe la stessa visione e la voce dolcissima gli disse : - Ascolta, Guglielmo
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, - disse. - Buon giorno, - rispose l'altro - in che posso servirvi ? - Vorrei che mi scorticaste il viso. - Il barbiere fece un salto. - M'avete preso
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usurpazione. - Ma questo non accadrà più, - assicurò il Re, e preso penna, carta e calamaio, scrisse una lettera per il Vicerè che doveva esser comunicata ai
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e presto sorgerà il sole, - disse una delle Fate - torniamo. - E preso altro corso rifecero il cammino in senso inverso, e prima che il sole si
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occhio, li chiusero tutti e due prima che il Principe avesse accompagnato i medici nelle rispettive camere per interrogarli sul malore preso alla
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viso con una pomata giallastra, si tinge le sopracciglia, e, preso l'unguento preparato dalla cameriera, parte per la capitale, che era molto distante
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