Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
Principino solo pareva un cadavere tanto tremava notte e giorno per l'amico. S'era fatto fare una gran mazza di piombo e prima del banchetto nuziale si
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altro, la rincorse, la sollevò e cercò d’introdurre le dita in bocca. Ma i denti forti erano strettamente chiusi e pareva non volessero permettere alla
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lunga, secca secca con la testa tutta pelata, la bocca tutta sdentata che pareva un forno, e due occhiacci di rospo che guardavano uno a levante e
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s'era fatta rossa in viso dalla felicità nel pensare che poteva comprare quel che le pareva e piaceva! Prendeva le sete, le metteva a distanza per vedere
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Re lo guardò maravigliato perché non pareva davvero un Principe, e lo invitò a rialzarsi ed a parlare. Il fabbro allora cavò fuori tutte le carte che
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qualche volta vi prestava fede, e allora era allegro; qualche volta gli pareva impossibile, e allora era tutto cupo e malinconico ; ma di notte sperava
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, guardava, sbirciava, ma non sceglieva perché uno le pareva che avesse la bocca storta, quell’ altro che fosse giallo, un terzo troppo magro e via di
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fazzoletto più grande che ci sia nella sua guardaroba. Il cameriere gli porta un fazzolettone che pareva un lenzuolo e si ritira. Il Re lo spiega, lo agita e
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ragazza e tutti gli uomini erano pure bellissimi. Egli si guardò in uno specchio e al confronto degli altri gli pareva dessero un vero mostro. Il Reuccio
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