Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
gli desse un erede, faceva fare pubbliche preci nelle chiese, distribuiva elemosine, ma il figlio non nasceva. La Regina non faceva che piangere per
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La Duchessa sopravvisse pochi anni al marito e poi andò ad occupare accanto a lui un sarcofago di basalto nella cappella annessa al castello di
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Saraceni, coi ricchi come coi poveri. Aveva il cuore candido come la neve, non faceva mai torto a nessuno, aiutava i poveri, era misericordioso con
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lunga, secca secca con la testa tutta pelata, la bocca tutta sdentata che pareva un forno, e due occhiacci di rospo che guardavano uno a levante e
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. Una di quelle ragazze si chiamava Caterina, l'altra Vituccia, la terza Rosa e la quarta Maricchia, e tutte campavano col loro lavoro e se ne stavano da
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era già avanti coll'età, prese moglie per avere un erede. Per l' appunto sposò un'orfana, che non aveva nessuno come lui e non la presentò nè ai
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erano vestiti civilmente. Però non si levavano mai la fame ed erano tutti e tre secchi allampanati e gialli come poponi. Nel vicinato la nonna era
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tanto d'occhi quando videro, sedendo a tavola, che Mariuccia non c'era. Intanto lei travestita da paggio girava per la sala, ascoltava i discorsi
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cosa volete che vi porti dal viaggio ? - La maggiore disse : - Io voglio un vestito di broccato color di rosa. - La mezzana disse : - Io voglio un
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allo zio e, capitando per la prima volta nella sala delle pitture, si fermò davanti al quadro che attirava tutti ed esclamò : - Ma che bellezza ! Ma
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