Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
. - Io non permetto che tu mi tratti così. Siamo o non siamo amici ? - Amici sempre, e io più che mai affezionato e devoto all'Altezza vostra; ma ormai
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fratello esclamò : - Lui tutto e io niente ! - Non appena ebbe pronunziato queste parole, vide un uccello nero posarsi su un ramo vicino e sentì una voce
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per il morso, dice nella sua lingua : - Io, Re potente, so molte cose che nessuno sa. Se tu rinunzi a pregare oggi Maria di Nazareth, se volgi briglia
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terrazzino della casa di donna Peppa e di donna Tura. - Don Giovanni, - gli disse il Re - che novità ci sono ? - Io, Maestà, non ho alcuna novità da
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casa. - E perché sei rinchiusa ? - Perché mia madre e le mie sorelle sono andate alla messa, ma io, dovendo terminare questo filato, che non ho potuto
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camminerà, avrete il resto. Io sono uomo di parola ; anzi, prometto sempre meno di quel che mantengo. Figuriamoci come gongolasse la nutrice! Fece
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giovani, belli o brutti, lavorano, ma anche si svagano e almeno mangiano quant'hanno fame e dormono come ghiri. Io, lavorare non posso, di svaghi non c'è
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palazzo, il primo, il dieci e il venti del mese entrante. Io mi travestirò da paggio, li osserverò bene come si comportano a tavola e poi sceglierò quello
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cosa volete che vi porti dal viaggio ? - La maggiore disse : - Io voglio un vestito di broccato color di rosa. - La mezzana disse : - Io voglio un
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andarci ? - A questo ci penso io, - disse il Duca. - Io ho un porco fatato, che vola per l'aria come un'aquila. Stasera tu Io monti, chiudi gli occhi
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