Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
le presero. - Io, per conto mio, - disse il Reuccio - non ho nessuna voglia di uccidere la mia colomba. - Neppur io voglio uccidere la mia, - rispose
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tristezza mi ha tanto amareggiata, e in queste ore trascorse nel silenzio e nella meditazione, la mia mente s'è dischiusa ai ricordi d'infanzia. E ho
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labbra della Vergine si schiusero e la voce soave disse : - Guglielmo, l'afflizione del tuo cuore mi h" commossa, e per te e per il popolo tuo ho
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terrazzino della casa di donna Peppa e di donna Tura. - Don Giovanni, - gli disse il Re - che novità ci sono ? - Io, Maestà, non ho alcuna novità da
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casa. - E perché sei rinchiusa ? - Perché mia madre e le mie sorelle sono andate alla messa, ma io, dovendo terminare questo filato, che non ho potuto
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mio, e su te non ho potuto vegliare. Tuo padre, il principe di Cattolica, ti affidò a un abate nel quale riponeva piena fiducia. Quel perfido, invece
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! - rispondeva sempre Ruggiero. - Per ora non sono stato mai fuori delle porte e non ho neppur visto il duomo di Monreale. - Monreale è su in cima a un colle
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scelse davvero, e terminato il banchetto andò dal padre. - Li hai guardati bene, hai scelto ? - le chiese il Principe. - Sì, signor padre, ho scelto
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vestito di broccato color verde mare. - E io, - disse la minore - voglio che andiate dal Re e gli diciate che piango per lui e non ho pace. - II mercante
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andarci ? - A questo ci penso io, - disse il Duca. - Io ho un porco fatato, che vola per l'aria come un'aquila. Stasera tu Io monti, chiudi gli occhi
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