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Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città  di Sicilia

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Perodi, Emma 10 occorrenze

Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città  di Sicilia

faceva l'altro, erano davvero due corpi in un'anima sola e fra tutti e due non avevano che una volontà. All'età di sedici anni il Reuccio ebbe

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nome Costanza, ed era gobba, dispettosa, invidiosa e perfida quanto mai. Maria, quando ebbe diciotto anni, entrò in un convento, e pur amando

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sostenerlo ed egli ebbe appena il tempo di stendersi sull'erba, che già dormiva. Egli s'era coricato all'ombra di uno scuro carrubbo, che spandeva i suoi

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biancheria ? Andatevene ! Io voglio donna Tura. - La vecchia ebbe un bel dirgli che donna Tura era lei ; il Re la fece cacciare dalle guardie, ed ella

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lettera, se ne va al palazzo della ragazza, entra, fa passare l' ambasciata e consegna la lettera alla madre. Quando Maricchia ebbe letta la lettera e

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potè zampettare dovette lavorare dalla mattina alla sera a coltivar la terra, ed ebbe appena da sfamarsi : sempre e poi sempre marito e moglie gli

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la coda e il corpo le si coprì tutto di penne. In un battibaleno era diventata una civetta. Le sei Fate, non appena la compagna ebbe fatto questo

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farle dispiacere, trasgredì l' ordine del marito, le disse che la lettera era giunta e gliela fece anche leggere. La sfortunata Reginuzza ne ebbe un

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modo da lei, non seppe dirle di no. Basta, partì, andò a Palermo e dopo che ebbe sbrigato i suoi affari, s'incamminò verso il Palazzo Reale, Anche

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ebbe a cena il posto d' onore accanto alla giovane padrona di casa, che pareva non avesse ne padre ne madre, ne zii ne zie, ne sorelle ne fratelli

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