Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
faceva l'altro, erano davvero due corpi in un'anima sola e fra tutti e due non avevano che una volontà. All'età di sedici anni il Reuccio ebbe
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
nome Costanza, ed era gobba, dispettosa, invidiosa e perfida quanto mai. Maria, quando ebbe diciotto anni, entrò in un convento, e pur amando
Pagina 119
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
sostenerlo ed egli ebbe appena il tempo di stendersi sull'erba, che già dormiva. Egli s'era coricato all'ombra di uno scuro carrubbo, che spandeva i suoi
Pagina 141
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
biancheria ? Andatevene ! Io voglio donna Tura. - La vecchia ebbe un bel dirgli che donna Tura era lei ; il Re la fece cacciare dalle guardie, ed ella
Pagina 159
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
lettera, se ne va al palazzo della ragazza, entra, fa passare l' ambasciata e consegna la lettera alla madre. Quando Maricchia ebbe letta la lettera e
Pagina 181
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
potè zampettare dovette lavorare dalla mattina alla sera a coltivar la terra, ed ebbe appena da sfamarsi : sempre e poi sempre marito e moglie gli
Pagina 205
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
la coda e il corpo le si coprì tutto di penne. In un battibaleno era diventata una civetta. Le sei Fate, non appena la compagna ebbe fatto questo
Pagina 23
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
farle dispiacere, trasgredì l' ordine del marito, le disse che la lettera era giunta e gliela fece anche leggere. La sfortunata Reginuzza ne ebbe un
Pagina 52
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
modo da lei, non seppe dirle di no. Basta, partì, andò a Palermo e dopo che ebbe sbrigato i suoi affari, s'incamminò verso il Palazzo Reale, Anche
Pagina 82
Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
ebbe a cena il posto d' onore accanto alla giovane padrona di casa, che pareva non avesse ne padre ne madre, ne zii ne zie, ne sorelle ne fratelli
Pagina 97