Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città di Sicilia
gli desse un erede, faceva fare pubbliche preci nelle chiese, distribuiva elemosine, ma il figlio non nasceva. La Regina non faceva che piangere per
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il suo corpo fosse squartato. Il Duca, prima di morire, chiese al Re la grazia che s'interrogasse i servi che lo avevano accompagnato al castello e
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rasoio, la vecchia si mise a strillare come un'anima dannata. - Ahi ! Ahi ! Ahi ! - Volete che smettiamo ? - chiese il barbiere. - No, no ! Scorticatemi
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movermi, nè parlare. - Quale ambasciata? - chiese il Cavaliere. Maricchia gliela riferì e il giovane saltò su tutte le furie e disse : - Prima di sera
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scelse davvero, e terminato il banchetto andò dal padre. - Li hai guardati bene, hai scelto ? - le chiese il Principe. - Sì, signor padre, ho scelto
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alle figlie quel che volevano per regalo. La maggiore gli chiese una collana di smeraldi, la mezzana un fermaglio di rubini ; la minore gli disse
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che parlava della malattia del Reuccio. Giunta che fu a Palermo, andò subito sotto il Palazzo Reale e chiese di essere ammessa in camera del Reuccio. I
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