ATTRAVERSO L'ATLANTICO IN PALLONE
?" "Tutta, O'Donnell. Se ci lasciamo sfuggire quest'occasione siamo perduti." "Vada la zavorra dunque! Poi accadrà quello che Dio vorrà." Era forse una grande
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." "Vi dimenticate che siamo a tremila metri e che non abbiamo una cucina, ghiottone?" chiese l'ingegnere. "Avete ragione, Mister Kelly. Mi dimenticavo
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una terra. Finché la corrente del nord-est si manteneva costante, io speravo di giungere in Europa in pochi giorni: ora siamo in balìa dei venti e
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più e non sapranno dove siamo atterrati." "Verremo ben accolti da quei negri?" "Non lo so, O'Donnell. Le Bissagos sono isole ancora poco note." "Se
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siamo su un vascello che non ha rivali e fila a tale velocità da infischiarsene di tutti gli incrociatori del mondo e delle loro artiglierie." "Non
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cosa ci deve toccare di peggio?" "È vero, O'Donnell" rispose Kelly sospirando. "La fortuna che prima ci proteggeva ci ha ora abbandonati, ma siamo
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corna di cervo! ... Siamo perseguitati dal destino?" Per parecchi minuti un cupo silenzio regnò sull'aerostato, che il vento trascinava con grande
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o bianchi, noi ce ne infischiamo, e vi dico che giacché vi abbiamo incontrati, ci darete da mangiare. Non siamo cani noi, signor passeggero dell'aria
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tutte le viti." "Sono cose che spaventano, Mister Kelly." "Vi credo O'Donnell. Fortunatamente noi siamo fuori della portata delle folgori." Intanto
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il pallone è una pazzia, amico mio. In poche ore il vostro incrociatore rimarrà indietro di due o trecento miglia." "Ma non siamo quasi immobili
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questo Umpane?" "Il re dell'isola." "Come si chiama quest'isola?" "Orango." "Ci avete teso un agguato?" "Vi abbiamo veduti cadere e siamo corsi qui
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?" "No: quei negri sono sudditi francesi e non ardiranno toccarci." "Hurrah per la Senegambia, dunque!" "Non ci siamo ancora." "Ci giungeremo, Mister
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17o 15o di longitudine ovest, ed a 24o 39o di latitudine nord. "Siamo a poche miglia dal tropico" diss'egli. "I fetonti non mi avevano ingannato
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e anche qualche detonazione. "Diavolo!" esclamò l'irlandese, che non amava il silenzio. "Ci prendono per aquile? Fortunatamente siamo molto alti e le
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strana paura ti ha invaso?" "Temo di cadere, massa" rispose il negro balbettando. "Forse cadiamo noi?" "Io sono negro, e voi ... " "Siamo bianchi" disse
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atmosferica si avvicina," disse l'ingegnere a O'Donnell, "e temo che l'incontro violento delle correnti d'aria produca qualche uragano. Siamo vicini a
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," rispose l'ingegnere. "Le Canarie!" esclamò O'Donnell. "È impossibile, signore, che vi siamo giunti così presto!" "Giunti? Vi è ancora un bel tratto di via
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. ovest. "Dove ci troviamo?" chiese O'Donnell. "Sui paralleli della Virginia," rispose Kelly. "Tanto siamo discesi?" "Purtroppo." "A quale distanza
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?" "Non ho questa pretesa, O'Donnell, ma se il vento si mantiene stabile, noi avvisteremo domani sera o dopodomani, le prime Canarie." "Siamo spinti
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spiacerebbe assai ritornare nel Canada." "Se ci trovassimo vicini alla superficie dell'oceano, getterei le mie ancore: ma siamo tanto alti che tutte le nostre
Accademia della crusca
