Allora Cornelia, abbracciatili e baciatili amorosamente, gli presentò alla sua orgogliosa visitatrice dicendole: "I miei gioielli ed i miei ornamenti son questi; ed ogni mia cura ed ogni mio pensiero lo spendo attorno a loro." Le quali parole fecero ben vergognare quella donna vana, che andò via tutta confusa. Venendo ora al particolare dei lavori d'ago e di ricamo della Irene da Spilimbergo, non credo che la censura della signorina meriti neppure risposta: le dir� solo, per non uscire da Roma antica, che quei Romani, i quali furono il primo popolo del mondo, tanto più pregiavano le loro donne quanto più attendevano a casa; e si reputò il più grande elogio che possa, farsi ad una donna quella iscrizione posta sopra il sepolcro di una matrona laqual diceva: Domi mansit, lanam fecit che vuoi dire: Bado a casa, filo la lana; ...scarmigliata e scalza, seguitò il marito, conducendo seco il fratello... Parte I - XXII e il nostro Dante celebra con lodi altissime le antiche donne nobili Fiorentine che tornavano dallo specchio senza il viso dipinto, e stavano contente al fuso e al pennecchio..." Qui si udì come qualche suono di riso tra le fanciulle; e la direttrice non fu tarda a continuare: "Non vo' mica dire con questo che anche loro abbiano a filare la lana; ma vo' dire che a niuna donna, anche nobilissima, si disdicono i lavori muliebri, e che anzi meritano lodi altissime quelle che non se ne vergognano, e volentieri gli esercitano."
Pagina 77