Ma rimarresti priva d'appoggio se rifiutando una cosa, non ne abbracciassi subito un'altra che te ne compensasse, se cioè abbandonando le illusioni mondane non ti attaccassi di proposito al Signore; tu avrai, ne son certa, fatto al buon Dio le tue proteste di voler servire Lui solo, e di adoperare tutti i mezzi per servirlo più fedelmente che per te si possa, rinunciando per sempre a tutto quanto non conduce a Lui, fine unico, meta sicura della nostra esistenza. Oh! se nel tuo cuore Iddio ha posto queste buone risoluzioni, e tu hai amore a coltivarle, vorrai certamente accogliere i miei consigli, e seguire la via che io ti indicherò per le varie occorrenze, pei diversi stati dell' animo tuo e della tua condizione sociale. Io vorrei poter spargere il tuo cammino di sole rose; ma non posso ingannarti; le rose ci sono sì ma alla meta; talvolta ne troverai anche qualcuna sulla tua strada, e sarà per incoraggiarti a proseguire il tuo viaggio; ma la strada è difficile, angusta, spinosa, nol so, nè il posso, nè il voglio dissimulare. Ma te l'ho detto e tel ripeto: il giogo del Signore è soave e il suo peso è leggiero, ed armata da un vero orrore al peccato, animata da un vivo desiderio del bene, la strada difficile, angusta, spinosa alla carne, diventerà per te agevole, cara e perfino amabile. Non credi alla veracità delle mie parole? Prova, e vedrai. Ti sei mai provata nella state a camminare per le viuzze scoscese del monti? Dimmi; talvolta la fatica della salita, il caldo, i sassi pungenti, le siepi che buttavano i loro rami intralciati sul tuo sentiero, tentavano di farti troncare a mezzo la tua ascensione, e taluna delle tue compagne ha ceduto alla tentazione, e s'è arrestata prima di raggiungere l'altezza. Ma tu pensavi:se mi fermo qui non godo le delizie del piano nè quelle del monte: avanti, avanti, lassù godrò finalmente e riposerò. Ed animata da questo pensiero hai proseguito l'erta faticosa; hai sudato ancora, hai lacerato perfino la veste; ma quando le tue forze pajono esaurite ed il tuo respiro si è fatto ansante, l'occhio tuo è colpito, entusiasmato da una stupenda veduta. Dio Vi ringrazio! tu hai esclamato, ed il tuo piede dimentico delle passate fatiche corre e folleggia su quell'amena prateria, d'onde domini i monti ed i colli che stanno a' tuoi piedi, i laghi, i fiumi, le selve, i burroni, e ti senti signora di tutto, e la tua anima spazia nell'infinito, e da ciò che vede entra nel campo di ciò che non vede se non coll'occhio della fede, e si bea in un godimento così intenso da farle disprezzare le fatiche superate per giungervi. Nè basta; il tuo corpo sente bisogno di refrigerio, tu corri in una capanna dove stanno i pastori a custodire il gregge, trovi del latte, lo bevi con incomparabile piacere da una ciotola di legno; ma quel latte ha una dolcezza non mai provata, ha un sapore, un condimento superiore ad ogni altro. Poi non sai saziarti di vedere, di visitare quei pascoli, e t'interni sotto una selva ombrosa a cogliere ciclamini, e ti sporgi su quel masso dal quale si dominano le sottostanti praterie che sono a loro volta la cima dei monti più bassi, e ti siedi all'ombra dei cipressi e dei pini, ed aspiri l'aria imbalsamata e piena d'aromi salutari, e pensi... Oh! quanti pensieri, allegri, malinconici, ma tutti belli, tutti soavi, poichè l'aspetto imponente, maestoso della natura sa inspirare sentimenti nobili e delicati; io credo che se si potesse sempre proporre la contemplazione delle bellezze naturali a colui che sta per commettere un delitto, e si potesse fermare l'attenzione sua su di esse, io credo ch'egli riporrebbe nel fodero il suo pugnale, e muterebbe i suoi propositi. Io mi sono forse soverchiamente lasciata trascinare da rimembranze soavissime, a rischio di abusare della tua pazienza; ma dimmi, se tu veramente avessi fatto quella salita, se tu veramente avessi assaporato quelle dolcissime emozioni che più volte hanno inondato l'animo mio, non avresti compassionato coloro che spaventati dall'angustia e dalla difficoltà dell'erto sentiero che rimaneva loro a percorrere, o sono rimasti a casa, ovvero a mezza via? Avresti tu rimpianto la loro facile quiete sentendoti rinnovato non solo il corpo a quell'aura vitale, ma più assai la mente ed il cuore? Oh! se non credi che la via che conduce a Dio offra alla sua meta dolcezze incomparabili, prova, prova, e troverai che Iddio nella sua misericordia ne ha sparso il cammino arenoso di oasi confortanti nelle quali troverai tanto grandi conforti, incoraggiamenti e delizie, che animosa non solo correrai, ma volerai sulla strada. Volgendoti poscia a coloro i quali non sanno vincere le difficoltà, farai di tutto per scuoterli, mentre ti muoverà il cuore un senso d'indefinibile compassione pei poveretti che non vogliono superare i primi sforzi dei quali ben presto si troverebbero largamente compensati. Sì, mia cara, i mezzi che io ti proporrò ti parranno difficili e gravosi, poichè il corpo nostro, intollerante di qualunque peso, rifugge da quanto ne ha l'apparenza, e si sobbarca invece facilmente a quanto gli s'impone senza avvedersene. Ma se tu vuoi il tuo vero bene, se odii il peccato, non c'è altra via di scampo che questa; andare a Dio e distaccare il cuore dalla terra, da tutto quanto è terreno, toccandone solo quel tanto che ci prescrive il dover nostro. Che se tu pretendessi servir Dio ed in pari tempo servire il mondo, faresti come colui che cammina sopra un letto di arena: si sforza di correre e più alza il piede, e più il piede si sprofonda nella sabbia, ed anzichè andare avanti torna indietro; finchè trafelato ed ansante si decide a raggiungere il punto più vicino di terra soda, od afferra una tavola od un ramo che la provvidentissima Provvidenza gli presenta, e gettatolo sopra l'arena cammina sovr'esso sospirando il termine che finalmente raggiunge. Sì, il mondo, la società è un banco di arena che si mostra all'occhio inesperto piano e lucente; ma quel banco esaurisce le forze, fiacca la volontà e invade di scoraggiamento chi non sa abbrancarsi alla tavola di salvamento, che a Dio riconduce. Alcuni mesi or sono allorchè mi trovavo in villeggiatura, in una gita di diporto mi recai presso all'Adda, e questa avendo deviato dal suo cammino, lasciava scoperto una parte del suo letto divenuto così uno smisurato banco di arena. Fu là che io tentai di correre, e vedendo come il mio piede s'immergeva laddentro e faticava poi immensamente ad uscirne, pensai: così è della società se vi si immerge; addio salvezza; se si ha cura di poggiarvi leggiero il piede e in certo modo la si sorvola senza attaccarvisi, allora soltanto si raggiunge presto e felicemente la meta. Quando toccai quella specie di spalto protetto dall'ombra di spessi ed alti salici che costeggia l'arena, mi volsi addietro, e meditai!... Medita tu pure; rinnova col tuo orrore al peccato le tue sincere proteste di volere veramente servir Dio, e accetta benevola la mano che come tenera maggiore sorella io ti porgo per ajutarti a superare le tentazioni non solo, ma le difficoltà che ti si frapporranno perfino nell'adempimento dei tuoi doveri. Non dissimulo un senso di timore e di vergogna nel pormi a tua guida; ma Iddio lo vuole, ed io giovandomi dell'esperienza delle mie stesse cadute ti avvertirò del pericolo, di additerò il rimedio, e mi sforzerò di parlarti con tanto amore, da persuaderti che ti amo assai, ma che in te stimo ed amo assai più del corpo infermo e caduco, lo spirito elevato ed immortale. Sì, io ti amo davvero, perchè so che da te giovinetta dipendono le sorti di quella famiglia che forse ti verrà affidata da Dio; dipendono le sorti di tutte o di molte famiglie che dalla tua avranno origine ed attinenza; dipendono infine le sorti della società la quale non è altro che un insieme di molte famiglie. Oh! se tutte divenissero come diverrà sicuramente la tua, ove tu segua l'impulso della grazia, la sociètà cesserebbe di essere un banco di arena che ritarda il piede, lo fiacca, gli rende difficile la via che conduce a Dio, quella via che conduce ad una felicità che non avrà fine giammai, e che io auguro di cuore a te, a tutti coloro che porteranno il tuo nome, a tutti che avranno qualche rapporto con te.
Pagina 183