Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

UNICT

Risultati per: abborre

Numero di risultati: 6 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Come devo comportarmi?

172848
Anna Vertua Gentile 1 occorrenze
  • 1901
  • Ulrico Hoepli
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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La vera signora non può essere curiosa, perchè la nobilta dell'animo suo le fa rifuggire dall' interessarsi per ozio delle cose altrui, perchè non riesce a capire l'intrigo, e abborre da malignità. Capisce però e pregia la curiosità che non s'impiccolisce nell'individuo, ma spazia nella generalitù delle cose ed è il principio della scienza umana.

Pagina 371

L'angelo in famiglia

182620
Albini Crosta Maddalena 1 occorrenze
  • 1883
  • P. Clerc, Librajo Editore
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Quella che più abborre l'egoismo si compiace di veder figurare le altre e di sacrificarsi per esse, contenta sempre della veste meno bella, del posto più trascurato, e di starsene a lavorare quando le altre oziano, o si divertono, o brillano in società. Insomma, essa è il vero capro espiatorio che si carica delle colpe, delle negligenze altrui; sopporta in pace di vedersi tenuta in poco conto, ed ha ogni sua speranza nel Redentore che prende ad imitare e forma la sua consolazione. Ed infatti chi più del Nazareno ha praticato la vera annegazione in modo perfetto e costante? Egli tutto ha fatto pel bene degli altri, ed ha posposto il proprio e fino anche quello dei suoi e del suo paese, quando un bene maggiore lo richiedeva. Tutti, uno ad uno i misteri dell'infinita sua carità, dalla sua nascita alla sua crocifissione; anzi non basta, dalla sua crocifissione alle diverse apparizioni e fino all'ascensione in Cielo, tutti ci dicono che Egli non curava sacrificj nè disagi, purchè avesse potuto giovare alle anime non solo, ma anche ai corpi dell'innumerabile numero d'infermi che da Lui riebbero la salute. Un fatto poi costantemente provato, si è che quelle fanciulle le quali devote della bella virtù di cui oggi ragioniamo, si sforzano di togliersi all'ammirazione altrui, aspirando a nasconderla con sè stesse, sono bensì molte volte sconosciute e maltrattate da coloro perfino che più ne dovrebbero apprezzare l'inestimabile valore; ma tosto o tardi 20 una circostanza qualunque, una combinazione, mette in pubblico il merito che si voleva con tanto studio tenere celato, e ne risulta che l'estimazione generale è stata è vero ritardata, ma solamente per diventare più completa, e sul capo di quelle elette creature si concentrano le migliori benedizioni. Ma tu, figlia mia, avresti torto se ti proponessi la pratica dell'annegazione cristiana per riceverne poi sulla terra la ricompensa; poichè non saresti più animata dallo spirito che quella virtù deve avere essenzialmente, e ne perderesti ogni merito; anzi molto probabilmente andresti delusa nell'aspettativa, poichè se quasi sempre essa viene coronata anche dalla felicità terrena, Iddio alcune volte permette che questa le venga negata, per riserbarle più piena quella del Paradiso. Amica mia, tu devi avere in tutte le tue operazioni, per unico movente la gloria di Dio, il servigio delle anime altrui e il perfezionamento della tua; tutti i riguardi terreni e i terreni interessi ti devi sforzare di calpestarli; poichè tu, dotata come sei di uno spirito immortale, sei di quelli infinitamente superiore, e correresti rischio di perdere il cielo per la terra. Perdere un cielo eterno dove il sorriso è perenne, non mescolato da nube alcuna di dolore, per una terra che presto finisce per ricadere nel caos primitivo, e perderlo per una terra dove il sorriso è piuttosto una chimera che una realtà, ed il pianto l'acqua colla quale siamo forzati di bagnare ogni dì il nostro pane?... Vedi, giovinetta, vedi, io ti ho promesso di farti tranquilla, contenta, perchè ho fatto assegnamento non sulle gioje ingannevoli e fugaci che come ombre circondano e investono questa misera esistenza; ma ti ho promesso di render serena la tua fronte, sorridente il tuo labbro, perchè ho fatto a fidanza con quelle gioje placide e sicure colle quall il buon Dio inonda il cuore di chi lo serve fedelmente e costantemente. Provati, figliuola, provati, e se già la tua vita è colorita dal vero dévouement, e la tua delizia consiste in sacrificarti per gli altri, troverai veridico il mio dire. Centuplichi e benedica il buon Dio gli sforzi tuoi, e scendano le sue benedizioni elette e più copiose sopra di te e sopra tutti coloro che ti stanno a cuore! Se invece sull'anima tua, come sul corpo del lebbroso, tentano comparire quelle macchie che sono i fatali precursori della lebbra dell'egoismo, deh! per pietà, per pietà, anima sorella, buttati nelle acque salutari del Giordano, in quelle acque che Dio ha santificate col suo tocco, abbandonati alla divina misericordia, supplica, prega; e pei meriti di Colui che vero capro espiatorio dell'umanità ha dato la vita per essa, sarai liberata dal terribile male che ti minaccia. Io non voglio conturbare il tuo sguardo col quadro desolante dell'egoista, di quell' egoista che, sia pur fortunato quanto può e vuole nella società, e sia poggiato su uno dei suoi gradini più elevati, è sempre un mostro che disonora non solo il proprio grado ed il proprio ingegno; ma perfino il suo medesimo essere di creatura ragionevole. L'egoista è sempre e veramente un miserabile! Preghiamo per lui. Rincrudisce la stagione e, come nell'inverno trascorso, languono i poverelli senza risorse e senza lavoro? L'egoista si gode solo il suo bene che gli viene unicamente da Dio, o tutt'al più si contenta di divertirsi allo scopo di beneficenza, e pagando il suo biglietto sotto questo pretesto, s'illude di aver giovato al fratello. Come? ei pretende giovare al fratello che langue perchè gli manca il bisognevole, che muore di fame?... Ed allora perchè gavazza, e ride, ed aumenta nei vortici della danza quell'ebbrezza che lo invade?... Oh! l'egoista non vuol abbandonare il suo danaro all'indigente, senza averne la sua parte nel godimento o di una veglia sfrenata, o di una fiera annunciata colle testuali parole:Baldoria e carità, come io con quest'occhi miei ho letto negli affissi a lettere cubitali; o senza per lo meno ottenere il plauso e l'encomio della moltitudine ammirata, nel dare il proprio obolo, col proprio nome, in una lista destinata a fare nel mondo il giro più lungo che sarà possibile. L'angelo dell'annegazione invece non contento di risparmiare sul superfluo, risparmia fino sul suo necessario, per recarsi nel segreto di un'oscura soffitta a portare un po' di sollievo non al corpo soltanto; ma all'anima ancora di coloro che sotto il peso delle maggiori sofferenze, covano un fondo di sdegno contro l'umanità che si figurano gaudente e... Vivi sicura, dove penetra l'angelo dell'annegazione, si smorzano gli strali del comunismo e degli odj inveterati; il pugnale affilato si spezza, e la parola della maledizione si muta in preghiera! Siamo nella seconda metà del secolo XVI. Agli anni d'abbondanza è successa la carestia, alla carestia la peste. L'egoista si nasconde, fugge, e porta via con sè tutto quanto possiede, geloso che una sola sua moneta gli sfugga di mano o gli venga carpita. La città è pressochè unico asilo d'infermi e d'indigenti; la peste aumenta ogni dì il suo dominio, perchè sua maggiore sorella è la fame. Ma Iddio ha suscitato l'angelo dell' annegazione e di un'annegazione eroica; questi non si contenta di dare il superfluo, dà lo stesso bisognevole: vende le suppellettili preziose, i giojelli, perfino i sacri arredi, ed ancora non basta. Gli resta un principato, vende quello ancora, ne distribuisce il prezzo ai poveri, ai quali non il solo suo denaro, ma dona tutto sè stesso. Ecco Carlo Borromeo, e con esso la numerosa schiera di quelli che il mondo dice egoisti, e che sono i ministri di Dio; eccoli dentro gli spedali, al letto degli ammalati, vivere con essi, perchè con essi sono pronti a morire!... Mia dolce amica, è tardi, t'ho già soverchiamente intrattenuta; ma dimmi, dimmi, se la storia ha registrato i fatti di coloro che ci hanno preceduti, quali essa ha scritto con colori più brillanti ed incancellabili, i nomi degli eroi della carne od i nomi degli eroi dello spirito? Quale più t'intenerisce e più ti trae ad imitarlo, il nome del primo Napoleone o del Borromeo? Pensa e decidi, e vivo sicura che dovunque toccherà il tuo piede sarà bandito l'egoismo, ed avrà vita quell'eroismo piccolo, minuto, nullo, se vuoi, agli occhi degli uomini; ma preziosissimo agli occhi di Dio, poichè quell'eroismo non è altro se non quella morte continua della nostra volontà che ci viene insegnata dall'Apostolo.

Pagina 299

Marina ovvero il galateo della fanciulla

193691
Costantino Rodella 2 occorrenze
  • 2012
  • G. B. Paravia e Comp.
  • Firenze-Milano
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E pensare che vi son genitori che s'incaponiscono a far studiare alle loro figliuole quello, da cui abborre la loro natura, e dopo anni e anni vengono a ricredersi, e s' avveggono allora del tempo perduto e del denaro sprecato. Marina però aveva molta memoria e buon orecchio, due dati necessari all' apprendimento delle lingue, 52 quella ritiene le parole e le frasi, questa i suoni; onde riuscì facilmente nel tedesco e nell' inglese; e il padre per secondarla meglio in questa sua felice disposizione la condusse in viaggio in Germania e in Inghilterra, fermandovisi mesi e mesi; perchè avesse a sfranchirsi meglio nel conversare nell'alt r a d i queste lingue.

Pagina 49

Ma la morte è il nulla, da cui abborre il pensiero; e l'infinito è il desìo dell'anima. Se tutto qui ha fine, l'anima deve avere un'esistenza fuori di qui, in Dio cioè, che è l'infinito, il pascolo del pensiero, l'aspirazione dell'anima,,. Queste cose che partivano da una convinzione pro- fonda producevano un effetto maraviglioso in chi ascoltava. E poi senza perdersi in troppo sottili speculazioni teologiche e dogmatiche, si attaccava piuttosto alla pratica della vita, alla morale sociale; commentava storicamente tali e tali istituzioni religiose, come feste e riti; onde non solo faceva l'animo migliore, ma erudiva la mente sì che facilmente si venivano a riconoscere tanti perchè, a cui pel generale non si sa rispondere (1).

Pagina 59

Come presentarmi in società

200122
Erminia Vescovi 1 occorrenze
  • 1954
  • Brescia
  • Vannini
  • paraletteratura-galateo
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C'è chi abborre cordialmente gli uni gli altri, e quando vede spuntare da lontano un conoscente piega ad angolo per la prima strada o si ferma dinanzi a una vetrina, fingendosi seriamente occupato a guardare dei salami in mostra, o un'esposizione di bastoni e valige, finchè non s'accorge che l'amico è passato, e allora riprende la sua via. Sono persone misantrope, o che quel giorno hanno le lune a rovescio: vanno lasciate stare. Sarebbe un gesto birichino quello di batter loro sulle spalle e chiedere: Ehi, amico! come stai?... non mi avevi veduto? - Ma c'è da tirarsi addosso qualche risposta brusca e qualche fastidio. Altri invece par che vadano per la strada solo allo scopo di vedere e farsi vedere: tengono gli occhi tirati da ogni parte per vedere se spunta un conoscente, e hanno sempre la mano al cappello. Talvolta salutano anche persone che credono di conoscere, ma che scambiano con altre: salutano poi tutti quelli coi quali hanno avuto occasione di scambiar qualche parola in luogo pubblico, senza forse saper nemmeno il loro nome. E accade spesso di ricevere, con un freddo ricambio, uno sguardo interrogativo che dica: Chi è costui? di dove è sbucato fuori? Non si deve eccedere dunque, nè in un senso nè in un altro. Incontrando una signora, tocca prima all'uomo salutarla, o deve attendere un cenno di lei? In America e in Inghilterra è la donna che saluta la prima; e si giustifica l'uso col dire ch'essa ha il diritto di mostrare o no se le fa piacere di essere osservata. Da noi, e mi par meglio, l'uomo suol essere il primo: e infatti, se il saluto è segno di ossequio, la cavalleria vuole che l'uomo sia pronto a porgerlo alla signora che onora. Tuttavia, cosa strana! sarebbe facile a questo proposito una valida opposizione, citando per l'appunto quel tempo in cui, dice il Carducci,

Angiola Maria

207372
Carcano, Giulio 1 occorrenze
  • 1874
  • Paolo Carrara
  • Milano
  • Paraletteratura - Ragazzi
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Il Valteltino abborre ancora il Grigione; nè vicinanza, nè signoria, nè forza di guerra o di pace, poterono mai operare che codeste due genti ne facessero una sola. Per questo forse la scissura fatta dalla riforma luterana fu origine d'una delle più lunghe, sanguinose e feroci rivoluzioni che l' Europa abbia veduto mai. - Un dabben montanaro m'additava, non ha molto, sull'alta cupola della chiesa della Madonna a Tirano, la bruna statua di san Michele, colla spada in pugno, e: « Vede lei, » dicevami nell' atto di farsi il segno della croce, » vede, è quello là il santo che tenne lontano da questo paese la peste de' luterani!... » Io nulla risposi, ma andava pensando nell' anima mia alle molte e triste cagioni che hanno fatto d'ogni lembo di terra cotante patrie diverse. 27 d'ottobre. Io mi proposi d'adoperare il tempo che mi avanza, dopo compiuti gli obblighi sacri del ministero, nell' andar cercando di sito in sito, fin dove mi sia concesso inoltrare colle quotidiane e solitarie mie peregrinazioni, le reliquie de' secoli passati, le tradizioni antichissime vive tuttora nelle povere capanne del mandriano e del carbonajo, sugli altipiani e ne' diroccati casolari de' paeselli; nell' andar racco- gliendo le semplici cantilene delle fanciulle montanine, le pie leggende delle vecchie filatrici; nel visitare gli avanzi rovinosi e pittoreschi di qualche feudale castello di cui più nessuno sappia il nome; gli abbandonati cimiteri e le lapide votive, ma più di tutto nello studiar quelle antiche patriarcali costumanze, che sono come simbolo di giustizia nelle famiglie, religione vera del passato. Dacchè incominciai, senz'alcuna pretensione di sapienza antiquaria, queste utili e studiose ricerche, la mia vita ben più occupata e operosa che prima non fosse, assorta nel meditare e nello scrivere, invogliata dalle prime scoperte a novelli e più forti studi, si ricompone in una temperanza equanime di volontà e di sentimento, che parmi la miglior medicina delle avverse cose. Son quasi corsi due secoli dalle terribili guerre, che, per furore di politica ricoperta del manto della religione, disertarono queste contrade, e la memoria della rivolta qui sopravvive ancora; qui suona ancora sul labbro de' fieri Valtellini la bestemmia antica contro il luterano; qui l'odio rugginoso verso le tre Leghe Grigie, alimentate dalla contesa proprietà del territorio, non è spento del tutto: mentre nessuno più si ricorda della tirannide spagnuola, che, sotto colore di protezione, soffiava alimento a' dissidii, e col pretesto della fede calpestata e della santa causa della religione, rinfocava le moltitudini alla riscossa. E guai, allorchè un popolo si solleva in nome della fede de' padri suoi!... 15 di novembre. In questa solitudine, altro non desidero che la fedele compagnia d'un amico, il quale riceva nel suo cuore la pienezza del mio, meco divida il segreto del dolore e della speranza, e mi riconforti e sostenga ov' io ricada, come pur troppo avviene qualche volta, negli antichi terrori, in quelle fatali malinconie che m' avvelenarono l' anima non ancora del tutto guarita. Ohimè! basta un giorno di dubbio e di fiacchezza, un'ora sola d' interiore viltà per ripiombarmi in

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