Il comandante, con la bocca piena di pane, rispose che si contavano cinquanta e più maniere di naufragio: scoppi di caldaia, incendi, vie d'acqua, uragani, cicloni, tifoni, rocce, banchi di fondo, abbordi e via dicendo. Metà dei naufragi, peraltro, si poteva affermare che derivassero da ignoranza professionale, da imprevidenza, da trascuratezza, da difetti di costruzione dei legni; insomma da cause evitabili. Un anno sull'altro, seguivano da sei mila naufragi, tra bastimenti e barche; e, sciànotte, non comprendendo nella statistica la China, il Giappone e la Malesia. L'avvocato, fin dalle prime parole, s'era rannuvolato, e faceva mostra di non ascoltare; ma si vedeva che una curiosità malata lo costringeva a prestar orecchio. E fu peggio quando Ia signora, con uno di quei salti che fan le donne nella conversazione, uscì a domandare al comandante che cosa credeva che si provasse, che si vedesse, quando s'andava giù, sotto l'acqua. - Cose se prêûva, - rispose il Comandante, - no savieivo. Cosa si vede.... Ecco. Per un certo tratto Si vede ancora la luce, una luce velata, livida; poi... si è come in un chiarore crepuscolare, dicono, di un color rosso.... sinistro; e poi.... buona notte: un'oscurità completa, una grande diminuzione di temperatura, fino a zero gradi. Si gela. Però - soggiunse, rivolgendosi all'avvocato, come se dicesse per consolarlo, - può anch'essere che non ci sia oscurità assoluta, si possono dare degli accidenti di fosforescenza... poco allegri, in ogni caso. L'avvocato cominciava a dar dei segni d'impazienza, brontolando - Discorsi da farsi a bordo... vo' via da tavola, io... educazione di villan cornuti.... Allora il vecchio chileno, il genovese monocolo e il comandante cominciarono a citare e a descrivere naufragi celebri, l'uno più orrendo dell'altro; con quell'indifferenza per la morte che suole scender nell'anima per il canale cibario, quando si siede a una buona tavola; e vennero su su dalla zattera famosa della Medusa fino all'Atlas, sparito tra Marsiglia ed Algeri senza che se ne sia mai saputo notizia. Il comandante ricordò i piroscafi inglesi Nautilus, Newton-Colville e un altro, partiti da Danzica per l'Inghilterra nel dicembre del 1866, e svaniti come tre ombre, senza che si sia mai saputo nè dove, nè quando, nè come. L'avvocato smise di mangiare. Ma il comandante continuò. Con l'eloquenza che spiegan tutti parlando d'un fatto in cui rischiaron la vita, si mise a descrivere una tempesta spaventevole che aveva colto sulle coste d'Inghilterra, quando comandava ancora un bastimento a vela, e arrivato al momento supremo, imitò con una nota di testa, ma con grande verosimiglianza, il grido lungo e disperato che aveva messo il timoniere: - Andemmo a fooooooondo! A quelle parole l'avvocato s'alzò, e sbattuto il tovagliolo sulla tavola, se n'andò a passi concitati, masticando degli accidenti, che guai se n'arrivava uno al suo indirizzo. Ma siccome gli seguiva spesso d'alzarsi prima degli altri, il comandante non ci badò, per fortuna. Povero avvocato! Non era ancora uscito che si cambiò discorso ex abrupto, come se fino allora non si fosse parlato che per far dispetto a lui. Prese la parola il comandante, e cominciò a dare alla conversazione quel colorito vario e stranissimo e quell'andamento matto, che le può dare solamente il comandante d'uno di quei piroscafi transatlantici, per il quale i luoghi lontanissimi che egli tocca, e in cui vive tutta la sua vita, sono come uniti e confusi in un solo, sempre e tutto presente al suo pensiero. Dall'ultima rappresentazione del Fra Diavolo al Paganini di Genova saltò a una quistione che aveva avuto il mese avanti a San Vincenzo del Capo Verde con la negra dalle mammelle caprine, che fabbricava fiori di penne d'uccello; attaccò non so che avventura domestica del provveditore di carbone di Gibilterra con un pettegolezzo del porto di Rio Janeiro; e da una colazione a cui era stato invitato a Las Palmas, nelle isole Canarie, cascò addosso a un impiegato imbroglione della dogana di Montevideo. A me pareva di sentir parlare un uomo miracolose che vivesse ad un punto in tre continenti, e per cui lo spazio ed il tempo non esistessero. E notai che le persone con le quali aveva che fare nei porti dei suoi tre mondi, erano le sole che rimanessero fisse e distinte nel suo pensiero; e che quell'altre innumerevoli che egli imbarcava e sbarcava di continuo, passavan per la sua mente come per il suo piroscafo, senza lasciarvi altra traccia che una reminiscenza sbiadita. E poi, una conoscenza sui generis dei vari paesi, come si può acquistare a guardarli di sull'uscio: aveva sulla punta delle dita, per esempio, i prezzi del mercato dei legumi, e quasi nessuna idea della storia e della forma di governo. E così delle varie lingue, non possedeva che i sostantivi e i verbi d'una certa categoria, le monete di rame, per dir così, della conversazione, e una grammatica sola per tutte. E nel giudicare le cose del mondo, una certa ingenuità di collegiale adulto, che va in società una volta al mese; cognizioni e opinioni fuor dell'uso, poste a una gran distanza le une dalle altre, e d'una faccia sola, appunto come le città a cui egli approdava, di cui, non vedeva che il panorama marino. L'ultimo suo aneddoto fu una lite attaccata nel 1868 con un sensale di grano di Odessa, e risolta, secondo il solito, con una generosa elargizione di briscole, - delle sue. - E ghe n ho dæte! - E glie n'ho date! disse. Poi finì; parlando soltanto ai suoi vicini, con un elogio serio e ragionato di sua moglie, una donna economica, casalinga, piena di buon senso; che egli avrebbe voluto aver incontrata e sposata dieci anni prima. Alzatosi da tavola, si fermò all'uscita del salone, come soleva fare quand'era contento di sè, per veder sfilare i passeggieri, a cui faceva un leggiero cenno di saluto, con un aspetto di gravità benigna. Stando vicino a lui, colsi a volo uno sguardo severo che lanciò alla signora bionda, il cui contegno pareva che cominciasse a urtare i suoi principii rigorosi di moralità marittima, e forse più in quel momento, ch'era ancora caldo dell'apologia di sua moglie. Ma la signora passò ridendo, senz'avvedersene. Quasi nello stesso tempo rimasi stupito vedergli alzare il berretto e fare un mezzo inchino, in aria di grande rispetto, alla signorina di Mestre, che passava a braccetto con la zia. Quando fu passata, egli si voltò a' vicini, e disse gravemente - Quella figgia lì.... a l'è un angeo.
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La serie degli atti e delle parole, con cui esterni a qualcuno l'uno o l'altro degli accennati affetti, allorché lo abbordi o da lui parti, costituisce il saluto.
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Fatemi un bel sorriso e siate carina per qualche minuto, prima che io abbordi un argomento spiacevole. «Oh Dio! Adesso parlerà di Ashley e dello stabilimento!» pensò. Si affrettò a sorridere facendo le fossette. - Dove altro siete stato, Rhett? Non sarete rimasto tutto questo tempo a Nuova Orléans? - No. Quest'ultimo mese sono stato a Charleston. Mio padre è morto. - Oh, mi dispiace... - È inutile. Sono certo che a lui non è dispiaciuto morire e a me non dispiace che sia morto. - Dite delle cose atroci, Rhett! - Sarebbe piú atroce se io fingessi di essere addolorato; non vi pare? Fra noi non vi è mai stato affetto. Io somigliavo troppo a suo padre che egli biasimava. Piú tardi il suo biasimo per me divenne antipatia; ammetto che io non feci nulla per farlo mutare. Tutto ciò che egli pretendeva da me mi annoiava terribilmente. E finalmente mi mandò fuori di casa senza un centesimo e senza alcuna capacità. Ero semplicemente un signore di Charleston, buon tiratore di pistola e ottimo giocatore di poker. E per lui fu un'offesa personale il fatto che io non morii di fame ma misi a profitto la mia abilità di giocatore, sicché il poker mi diede da vivere. L'affronto di un Butler diventato giocatore fu cosí grave che la prima volta che tornai a Charleston egli proibí a mia madre di vedermi. E durante la guerra, quando le circostanze mi portavano a Charleston, mia madre era costretta a mentire e veniva a vedermi di nascosto. Questo non accrebbe il mio affetto per lui. - Oh, non sapevo tutto questo! - Era quello che si dice un gentiluomo di vecchia scuola, cioè ignorante, testardo, intollerante e incapace di pensare diversamente dagli altri gentiluomini di vecchia scuola. Tutti i suoi amici lo ammiravano perché mi aveva scacciato e mi considerava come morto. «Se il tuo occhio destro ti offende, strappalo.» Io ero il suo occhio destro, il suo figlio primogenito ed egli mi strappò da sé. Sorrise un poco, quasi divertito. - Avrei potuto perdonare tutto questo; ma non posso perdonare ciò che fece a mia madre e a mia sorella dopo la fine della guerra. Rimasero completamente prive di mezzi: la casa incendiata e i campi di riso ridiventati terre paludose. La casa di città andò all'asta perché non avevano da pagare le tasse e loro si ridussero a vivere in due stanzucce che non sarebbero state adatte neanche per dei, negri. Mandai alla mamma un po' di denaro, ma il babbo lo rimandò indietro - denaro corrotto, capirete! - quindi andai parecchie volte a Charleston e diedi nascostamente del denaro a mia sorella. Ma il babbo lo trovava sempre e faceva l'inferno, sicché la vita era diventata insopportabile per quella povera figliuola. E il denaro mi veniva restituito. Non so come hanno vissuto... Cioè, lo so. Mio fratello dava quello che poteva, benché ne avesse pochi e neppure lui volesse accettar nulla da me. Il denaro degli speculatori è denaro maledetto! Hanno dunque vissuto della carità degli amici. Vostra zia Eulalia è stata molto buona. È una delle migliori amiche di mia madre. Le ha dato da vestire e... Dio mio! Mia madre vivere di carità! Era una delle rare volte in cui lo vedeva senza maschera, col volto indurito da un giusto odio verso suo padre e pieno di dolore per sua madre. - Zia Eulalia! Ma non credo che abbia molto piú di quanto le mando io! - Ah, è questa la provenienza! Siete poco delicata, mia cara, a dirmi questo aumentando la mia umiliazione! Permetterete che vi rimborsi! - Con piacere - rispose Rossella sorridendo; ed egli sorrise a sua volta. - Come brillano i vostri occhi, Rossella, all'idea di un dollaro! Siete sicura di non avere nelle vene del sangue scozzese o ebraico, oltre al vostro buon sangue irlandese? - Non siate odioso! Non ho avuto affatto l'intenzione di rinfacciarvi quello che passa attraverso zia Eulalia. Ma veramente, quella zia crede che io il denaro lo fabbrichi. Mi scrive sempre per averne di piú; e davvero io non sono in condizione di mantenere mezza Charleston! Di che cosa è morto vostro padre? - Di nobile inedia, credo... e spero. Gli sta bene. Voleva far morir di fame la mamma e Rosa Maria. Ora che è morto, potrò aiutarle. Ho comprato una casa per loro presso la Batteria e avranno delle persone di servizio; ma non dovranno far sapere che il denaro viene da me. - Perché no? - Voi non conoscete Charleston, mia cara! Vi siete stata soltanto in visita. La mia famiglia può esser povera, ma ha una posizione da salvaguardare. E non potrebbe conservarla se si sapesse che dietro ad essa è denaro che proviene dal gioco, dalla speculazione, dai «Carpetbaggers». No; hanno già raccontato che mio padre aveva fatto una forte assicurazione sulla vita e si è privato ed ha privato loro perfino del necessario per poter continuare nei pagamenti, in modo che dopo la sua morte esse fossero al sicuro. Cosí egli fa anche una bellissima figura... Martire della sua famiglia. Spero che si rivolterà nella sua tomba sapendo che la mamma e Rosa Maria vivono comodamente malgrado i suoi sforzi... E mi dispiace un poco che sia morto, perché so che desiderava di morire... - Perché? - In verità, egli morí il giorno in cui Lee si arrese. Non si è mai potuto adattare ai nuovi tempi ed ha passato questi ultimi anni a parlare dei tempi andati. - Ma ditemi, Rhett, sono tutti cosí i vecchi? - Pensava a Geraldo e a quello che aveva detto di lui Will. - Dio mio, no! Guardate vostro zio Enrico e quel vecchio gatto selvatico del signor Merriwether, per non nominare altri. Hanno cominciato una vita nuova il giorno in cui sono partiti con la Guardia Nazionale e mi pare che siano tornati a casa ringiovaniti e vadano diventando sempre piú vivaci. Ho incontrato il nonno Merriwether col carretto delle focacce; frustava il cavallo bestemmiando come un vecchio soldataccio. E mi ha detto che si sente ringiovanito di dieci anni da quando non è piú sotto gli artigli della nuora e va in giro col carretto. E zio Enrico si diverte a combattere gli yankees in tribunale, difendendo la vedova - credo gratuitamente - contro i «Carpetbaggers». Se non vi fosse stata la guerra, si sarebbero ritirati da un pezzo a curarsi i reumatismi. Sono nuovamente giovani perché sono utili e sentono che sono necessari. E amano quest'epoca che dà nuove possibilità ai vecchi. Ma vi sono tante persone, anche giovani, che sentono come mio padre e vostro padre. Non sanno e non vogliono adattarsi; e questo mi conduce all'argomento spiacevole che voglio discutere con voi, Rossella. - Dio mio! - fece Rossella fra se, a quell'attacco cosí improvviso. - Ci siamo. Come farò a cavarmela? - Conoscendovi come vi conosco, non mi sarei dovuto aspettare da voi né lealtà né onestà. Ma, come uno sciocco, mi sono fidato di voi. - Non vi capisco. - Può darsi. Ad ogni modo, avete l'aria molto imbarazzata. Poco fa, mentre percorrevo Via dell'Edera per venire da voi, mi sento chiamare da dietro una siepe: era la signora Melania Wilkes! Naturalmente mi sono fermato e abbiamo chiacchierato. - Davvero? - Sí; abbiamo avuto una piacevole conversazione. Mi ha detto che aveva sempre desiderato esprimermi la sua ammirazione pel fatto che anch'io mi sono unito a combattenti, sia pure nell'ultima ora. - Che stupidaggine! Melly è una sciocca. Quella notte c'è mancato poco che morisse, a causa della vostra eroica condotta. - Probabilmente avrebbe pensato che sacrificava la sua vita per la buona causa. Quando le ho chiesto che cosa faceva ad Atlanta, è rimasta sorpresa della mia ignoranza e mi ha raccontato che adesso abita qui e che voi siete stata tanto buona da associarvi il signor Wilkes nella vostra azienda. - Ebbene? - Quando vi prestai il denaro per acquistare la segheria feci un patto espresso che voi accettaste; e cioè che lo stabilimento non doveva servire per mantenere Ashley Wilkes. - State diventando insolente. Vi ho restituito il denaro; lo stabilimento è mio e ne faccio quello che mi pare. - Vorreste dirmi come avete guadagnato il denaro che mi avete restituito? - Vendendo il legname, naturalmente. - Col denaro che vi ho prestato io perché poteste cominciare. Dunque il mio denaro è stato adoperato per il mantenimento di Ashley. Siete una donna senza onore e se non mi aveste restituito quello che vi prestai, sarebbe per me una gioia richiedervelo adesso e mettere il vostro stabilimento all'asta se non poteste pagarmi. Parlava leggermente ma i suoi occhi ardevano di collera. Rossella si affrettò a portare le ostilità nel territorio nemico. -Perché odiate tanto Ashley? Siete geloso di lui? Si sarebbe morsa la lingua dopo queste parole, perché egli gettò indietro la testa e rise clamorosamente facendola arrossire di mortificazione. - Aggiungete la presunzione alla disonestà - disse poi. - Non la finirete mai di sentirvi la bella della Contea? Crederete sempre di essere la piú graziosa delle birichine, e che tutti gli uomini muoiono d'amore per voi. - Neanche per sogno! - ella esclamò con calore. - Ma non capisco perché odiate tanto Ashley; e questa è la sola spiegazione a cui posso pensare. - Bene; pensate qualche altra cosa, deliziosa incantatrice, perché questa è una spiegazione sbagliata. Quanto a odiare Ashley... non lo odio come non lo amo. Il mio solo sentimento verso di lui e verso quelli che sono come lui è la pietà. - Pietà? - Sí; e anche un po' di disprezzo. Suvvia, gonfiatevi di rabbia come un tacchino e ditemi che egli vale mille mascalzoni come me, e che io non dovrei essere presuntuoso da provare per lui pietà o disprezzo. E quando avrete finito di bollire, vi dirò il mio pensiero, se vi interessa. - Non mi interessa affatto. - Ve lo dirò lo stesso, perché non posso permettere che voi continuiate ad alimentare la vostra buffa illusione sulla mia gelosia. Ho pietà di lui perché avrebbe dovuto morire e non è morto. E lo disprezzo perché non sa che cosa fare di se stesso ora che il suo mondo è crollato. Nell'idea che egli esprimeva era qualche cosa che non le riusciva nuovo. Ricordava confusamente di aver udito delle parole simili, ma non sapeva né dove né quando. Ma la collera le impedí di fermarsi a riflettere. - Se aveste libertà d'azione, tutte le persone per bene negli Stati del Sud sarebbero morte. - E se avessero loro libertà d'azione, credo che tutti quelli come Ashley preferirebbero essere morti. Morti e collocati sotto una bella pietra su cui è scritto: "Qui giace un soldato della Confederazione morto per il suo paese" oppure "Dulce et decorum est" o qualche altro epitaffio del genere. - Non vedo il perché! - Voi non vedete mai nulla se non è scritto a lettere di scatola e a distanza del vostro naso! Se fossero morti non avrebbero pensieri, e non vi sarebbero per loro problemi insolubili. E le loro famiglie sarebbero fiere di loro per molte generazioni. Per soprappiú, ho sempre sentito dire che i morti sono felici. Voi credete che Ashley Wilkes sia felice? - Ma, certamente... - Ricordò l'espressione degli occhi di Ashley e s'interruppe. - E Ugo Elsing o il dottor Meade sono felici? Come erano felici mio padre e vostro padre? - Forse non son felici come potrebbero perché hanno perduto tutto il loro denaro. Egli rise. - Non si tratta del denaro, mia cara. Vi dico che hanno perduto il loro mondo, il mondo in cui erano cresciuti, e sono come pesci fuor d'acqua o gatti con le ali. Avrebbero dovuto fare certe date cose, occupare certe date posizioni, e cosí via. Cose, posizioni e tutto scomparvero per sempre quando il generale Lee giunse ad Appomattox. Oh, non abbiate quell'aria stupida, Rossella. Che cosa volete che faccia Ashley Wilkes, ora che la sua casa è scomparsa, la sua piantagione è stata sequestrata per via delle tasse e i gentiluomini vanno a venti per un penny? Può forse lavorare con la testa o con le mani? Scommetto che avete perduto una quantità di denaro da quando egli gestisce l'azienda. - Non è vero. - Siete molto carina. Posso venire a vedere i vostri libri qualche domenica sera quando non avete da fare? - Potete andare al diavolo. E anche adesso, per far piú presto. - Tesoro, sono stato dal diavolo ed è un compagno malinconico. Non ho affatto l'intenzione di tornarvi, neanche per voi... Dunque: voi avete preso il mio denaro perché ne avevate disperatamente bisogno. Abbiamo fatto un accordo per lo scopo a cui doveva servirvi e voi non avete mantenuto questo accordo. Ricordatevi, deliziosa creatura, che verrà il tempo in cui avrete ancora bisogno di farvi prestare da me del denaro. Mi chiederete di finanziarvi, ad interesse incredibilmente basso, per poter comprare altre aziende ed altre mule. E potete contarci poco su quei quattrini. - Quando avrò bisogno di denaro me lo farò prestare dalla banca, - ribatté Rossella freddamente, mentre dentro di sé ardeva di collera. - Davvero? Provateci. Io ho molti capitali in banca. - Proprio? - Sí; sono cointeressato in parecchie imprese. - Vi sono delle altre banche... - Oh, una quantità. E se vi riesco, farò in modo che non possiate avere un centesimo da nessuno. Se avete bisogno di denaro potrete andare dagli usurai «Carpetbaggers». - Vi andrò con piacere. - Vi andrete, ma con poco piacere quando sentirete il loro tasso d'interesse. Tesoro mio, nel mondo degli affari si paga il fio delle azioni poco oneste. Avreste dovuto giocare con me a carte scoperte. - Siete proprio un gentiluomo! Cosí ricco e potente andate a stuzzicare dei poveri diavoli come siamo Ashley ed io! - Non mettetevi al suo livello. Voi non siete ancora vinta. Nessuno può vincervi. Ma lui è completamente a terra e vi resterà finché non avrà dietro di sé una persona energica che lo guidi e lo protegga. E io non intendo che il mio denaro vada a beneficio di un simile individuo. - Eppure avete aiutato me, mentre anch'io ero a terra. - Ma voi, mia cara, eravate un rischio interessante. Perché non vi appoggiavate ai vostri parenti maschi singhiozzando nel rimpianto degli antichi tempi. Vi siete drizzata e vi siete fatta avanti a gomitate; la vostra fortuna è stata solidamente fondata sul denaro rubato dal portamonete di un morto e quello rubato alla Confederazione. Avete al vostro attivo un omicidio, il furto di un marito, un tentativo di prostituzione, e poi menzogne e durezze e altre cose che richiederebbero esame piú accurato. Tutto ciò mostra che voi siete una persona energica e risoluta; valeva la pena di arrischiare del denaro per voi, perché è divertente aiutare chi si aiuta. Presterei diecimila dollari senza neanche una ricevuta, a quella vecchia matrona romana che è la signora Merriwether. Ha cominciato con un cestello di focaccine, e guardatela adesso! Ha una pasticceria che dà lavoro a mezza dozzina di persone; il vecchio nonno è felice col suo carretto delle consegne e quel piccolo creolo indolente, Renato, lavora indefesso e con piacere... Guardate anche quel povero Tommy Wellburn, che fa il lavoro di due uomini, avendo il corpo di mezzo uomo e lo fa bene; oppure... ma non voglio continuare ad annoiarvi. - Sí, mi annoiate. Ma mi distraete - disse Rossella freddamente, sperando di irritarlo e di sviarlo dall'argomento di Ashley. Ma egli rise brevemente e rifiutò di raccogliere il guanto. - Gente come quella merita di essere aiutata. Ma Ashley Wilkes... Bah! La sua razza non ha utilità né valore in un mondo sconvolto come il nostro. In un mondo rinnovato, quelli come lui sarebbero i primi a morire. È gente che non merita di sopravvivere perché incapace di lottare. Questa non è la prima volta che il mondo è stato messo a soqquadro e non sarà l'ultima. E quando accadrà nuovamente, ciascuno perderà ogni cosa, e tutti saranno uguali: allora tutti ricominceranno dal principio senza aver nulla se non la loro scaltrezza e la forza delle loro mani. Ma vi sono di quelli, come Ashley, che non posseggono né astuzia né forza, o, se ne posseggono, hanno scrupolo ad adoperarla. E cosí vanno a fondo e meritano di andarvi. È una legge naturale e il mondo cammina meglio senza di loro. Ma vi sono sempre quei pochi che si salvano e col tempo ritornano ad essere ciò che erano prima che il mondo andasse sottosopra. - Anche voi siete stato povero; avete detto voi stesso che vostro padre vi ha messo fuori casa senza un centesimo! - disse Rossella furibonda. - Dovreste dunque comprendere Ashley e simpatizzare con lui! - Comprendo ma non simpatizzo. Dopo la resa, Ashley aveva molto di piú di quanto avevo io quando sono stato scacciato di casa. Per lo meno ha avuto molti amici che lo hanno aiutato, mentre io ero «Ismaele». Ma che cosa ha fatto Ashley? - E osate paragonarvi a lui, presuntuoso che non siete altro! Grazie a Dio, egli non vi somiglia! Non s'insudicerebbe le mani come voi, guadagnando denaro coi «Carpetbaggers» e con gli yankees! È scrupoloso e onesto. - Ma non tanto scrupoloso e onesto da non accettare denaro e aiuto da una donna. - Che altro avrebbe potuto fare? - Debbo dirlo io? Io so soltanto ciò. che ho fatto io, tanto quando sono stato scacciato da mio padre, quanto oggi. E so ciò che hanno fatto altri uomini. Nella rovina di una civiltà abbiamo visto l'opportunità di fare qualche cosa e ne abbiamo approfittato: alcuni onestamente, altri sott'acqua; e lo stiamo ancora facendo. Ma gli Ashley hanno avuto le stesse possibilità e non ne hanno approfittato. Non sono abili, Rossella, e solo chi è abile merita di sopravvivere. Ella udiva vagamente le sue parole perché ora le stava tornando preciso il ricordo che le era appena balenato, quando egli aveva cominciato a parlare. Rivide il frutteto di Tara battuto dal freddo vento invernale, e Ashley dinanzi a un mucchio di legna con lo sguardo fisso lontano. Aveva detto... che cosa? Qualche parola straniera che poi aveva spiegato e aveva parlato della fine del mondo. Allora non aveva compreso ciò che egli aveva voluto dire, ma ora cominciava a vederlo chiaramente, con un senso di sbalordimento e di stanchezza. - Eppure Ashley disse... - Che cosa? - Sí, una volta a Tara disse qualche cosa di... non so... tramonto di dèi e della fine del mondo e altre sciocchezze di questo genere. - Ah, il «Götterdämmerung!!» Gli occhi di Rhett brillarono d'interessamento. «E che altro?» - Oh, non ricordo bene. Non stavo molto attenta. Ma... sí, qualche cosa a proposito dei forti che rimangono in piedi e dei deboli che vengono stroncati. - Ah, dunque lo sa! Quindi la cosa è ancor piú penosa per lui. Molti di loro non lo sanno e non lo sapranno mai. E per tutta la vita si chiederanno come mai l'antico incanto è svanito. Lui invece sa di essere stato stroncato. - No, non lo è! E non lo sarà finché io avrò respiro! Rhett la guardò tranquillamente; il suo volto bruno era raddolcito. - Come avete fatto, Rossella, a fargli acconsentire a venire ad Atlanta a impiegarsi nella vostra azienda? Ha resistito molto? Come in un lampo ella rivide la scena dopo i funerali di Geraldo ma la ricacciò dalla sua mente. - No davvero - rispose indignata. - Gli spiegai che avevo bisogno del suo aiuto perché non mi fidavo di quel furfante che gestiva la segheria e Franco era troppo occupato... e io aspettavo Ella Lorena... Fu ben contento di venire in mio soccorso. - Com'è comoda la maternità! Vi siete dunque servita di questo... E cosí siete riuscita a condurlo, povero diavolo, dove volevate; ed eccolo lí legato a voi dalla gratitudine come i galeotti lo sono dalle loro catene. Tanti auguri a tutti e due. Ma, come vi ho detto al principio di questa discussione, non avrete mai piú un centesimo da me per nessuno dei vostri progettini cosí poco signorili, mia piccola ingannatrice. Ella si sentiva punta dalla collera e dalla delusione. Infatti, da qualche tempo. meditava di farsi prestare ancora del denaro da Rhett per comprare un terreno in città e installarvi un deposito di legname. - Non ho bisogno del vostro denaro - esclamò; - ne guadagno abbastanza con lo stabilimento gestito da Johnnie Gallegher, ora che non mi servo piú di operai negri. E poi ho dato del denaro contro ipoteche e anche il negozio rende bene, adesso. - Sicuro, l'ho sentito dire. Avete una bell'abilità nell'imbrogliare l'innocente, la vedova e l'orfano, e l'ignorante! Ma dal momento che dovete rubare, perché non derubate il ricco e forte anziché il povero e debole? Da Robin Hood in poi, questo è stato considerato altamente morale! - Perché è molto piú facile e sicuro derubare, come dite voi, i poveri. Egli rise silenziosamente, stringendosi nelle spalle. - Siete un'elegante delinquente, Rossella! Una delinquente! Strano che quel termine la offendesse. Non era una delinquente, disse fra sé con ira. Almeno, non aveva l'intenzione di esserlo. Voleva essere una gran signora. Per un attimo la sua mente tornò indietro negli anni ed ella rivide la madre col suo lieve ondeggiar di gonne e il soave profumo di verbena, le sue manine instancabili sempre occupate al servizio degli altri, amata e rispettata. E a un tratto sentí male al cuore. - È inutile che cerchiate di tormentarmi - disse stancamente. - So che non sono... scrupolosa come dovrei. E non sono buona e dolce come mi è stato insegnato ad essere. Ma non posso farne a meno, Rhett. Sinceramente, non posso. Che altro avrei potuto fare? Che sarebbe avvenuto di me, di Wade, di Tara, di tutti noi se io fossi stata... gentile quando quello yankee venne in casa? Avrei dovuto... non voglio neanche pensarlo! E se io fossi stata buona e scrupolosa quando... quando Giona Wilkerson voleva metterci in mezzo alla strada? Dove saremmo adesso? E se fossi stata semplice e tranquilla e non avessi tormentato Franco a proposito di tutti quei debitori... Beh, lasciamo andare. Può darsi che io sia una delinquente; però non lo sarò sempre, Rhett. Ma in questi ultimi anni... che avrei dovuto e potuto fare? Ho cercato di dirigere attraverso la burrasca un battello con un carico pesante. E ho avuto tanto da fare per tenerlo a galla che non potevo preoccuparmi di molte cose che non erano importanti, come buone maniere, signorilità e... sí, insomma cose di questo genere. Ho avuto troppa paura che la mia navicella andasse a fondo; quindi ho gettato a mare quello che mi sembrava peso inutile. - Cioè orgoglio, onorabilità, onestà, virtú e bontà - enumerò egli. - Avete ragione, Rossella. Non sono cose importanti quando una nave sta per affondare. Ma guardatevi attorno; osservate i vostri amici. O riescono a portare i loro battelli in porto col carico intatto, oppure preferiscono affondare con le bandiere al vento. - Sono una massa di imbecilli - replicò ella brevemente. - C'è tempo per tutto. Quando avrò messo assieme molto denaro, sarò gentile e dolce quanto vorrete. Allora me lo potrò permettere. - Vorrete permettervelo, ma non vi riuscirete. È difficile ripescare un carico gettato a mare; e quando vi si riesce, di solito lo si ritrova irreparabilmente danneggiato. E temo che quando potrete darvi il lusso di ripescare l'onore, la virtú e la bontà che avete gettato a mare, troverete che si sono mutati non precisamente in qualche cosa di bello e di strano... Si alzò improvvisamente e prese il suo cappello. - Ve ne andate? - Sí. Non siete contenta? Vi lascio coi rimasugli della vostra coscienza. Fece una pausa e guardò la bimba, tendendole un dito perché lo afferrasse. - Immagino che Franco sia gonfio di orgoglio. - Oh, senza dubbio! - Ed ha un sacco di progetti per la piccina, no? - Sapete bene come sono sciocchi gli uomini quando si tratta dei loro bimbi... - E allora ditegli... - Si interruppe bruscamente, con una strana espressione sul volto. -... ditegli che se vuole realizzare i suoi progetti per la bambina, farà bene a rimanere piú spesso a casa la sera. - Che volete dire? - Quello che ho detto. Ditegli di restare in casa. - Oh, infame creatura!... Vorreste insinuare che il povero Franco... - Oh Dio! - Rhett scoppiò in una risata clamorosa. - Non ho affatto voluto dire che va in giro con delle donne! Franco! Oh Dio! E scese i gradini continuando a ridere.
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