Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbilo

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Angiola Maria

207231
Carcano, Giulio 1 occorrenze
  • 1874
  • Paolo Carrara
  • Milano
  • Paraletteratura - Ragazzi
  • UNICT
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è stata una burla; non abbilo per male, o pensa piuttosto che non c'è rosa senza spine, e che tu sei ancora felice di non aver altri guai! No, tu non conosci che si ha a sopportare a questo mondo di ben più grandi travagli! » Ma la buona intenzione di Maria, e le sue miti parole fecero peggio; perchè le fanciulle, dispettose dal sentirsi ammonire da una che poco amavano: « Vedi! » bisbigliarono fra loro, « vedi un po' questa, che vuol far la dottoressa! « E perchè se n' impiccia lei adesso?» « Eh la santarella! sentitela, che fa la dottrina cristiana.... » « Taci, taci, Maria; si conta di belle cose anche di te, e non ci far parlare. » Così la tempesta, che prima minacciava la Luisa, scoppiò invece su la buona Maria; la quale mortificata essa pure, tornava mutola a sedere. Ed essendo in quel punto la crestaia scomparsa dietro l' uscio interno della bottega, per salir alle sue stanze di sopra, quelle mordaci cervelline non si tennero più, e si voltaron tutte contro di Maria. In quella, s' intese il battere delle otto. Allora fu un cinguettio, uno scoppiar di risa e di scherzi, un coro di vocine stridule e gaje, una furia di smettere i lavori alla rinfusa, di gettar su la tavola guancialetti, spole, cuffie disfatte, ricami su' disegni incartocciati, cesoje, ditali. E ciascuna delle fanciulle correva a pigliare il suo cappellino di seta e lo scialle a scacchi o a quadretti, e tutte in una volta assediavano la povera Maria, che sola fra tutte era rimasta al lavoro. Pareva quel confuso cicalio che fanno le passerette d'una colombaja, sul vespro d'un bel dì d'estate. Diceva una: « Senti, Maria! tu, in fondo, non sei una cattiva pasta di ragazza, ma vuoi far la gatta morta, e non ti sta bene. E l'altra: « Non le guardate, è marcia invidia che la fa parlare. » E una terza: « No, no; scommetto che sa fare anche lei il fatto suo, e voi la chiamate la novizia! andate là, povere sciocche!... » Chi diceva così era la Carlotta, la più sguajatella e la più brutta, alla quale tutte si strinsero intorno, pressandola con cento interrogazioni. « Ah sì, dici? anche lei, con quella faccia compunta? Ma contane dunque qualcosetta, se ne sai! » « Ah! ah! son proprio contenta: non l'avrei mai creduto; e come?... e dove?... » « Sì, dilla su, com'è stata? dunque l' ha avuto anche lei il suo bello, eh? altro che prediche, che amor del prossimo! » «Ah! l' ha avuto anche lei l'amoroso? lui l'avrà piantata, e per questo arrabbia che noi ce lo teniamo!... conta, conta su! » « Ma io non so altro.... ma non posso dire.... E poi, io nol fo per vendetta, perchè le voglio bene alla Maria.... » Così, ma inutilmente, rispondeva la maligna Carlotta, mentre tutte eranle dintorno, e chi per un braccio la pigliava, e chi le scoteva un lembo dello scialle, e chi le tirava i nastri del cappellino: pareva giocassero a gatta cieca. Maria rivolse alle compagne uno sguardo, in cui appariva più la preghiera che il compatimento; ma quelle continuavano a ridere, a chiacchierare con gran bisbiglio, nè vi fu che la Luisa, la quale, forse per gratitudine, fattasele vicina, le disse all' orecchio: « Buona Maria, scusami se tutto è per cagion mia! » E le diede un bacio di cuore. Certamente, il giuoco avrebbe preso mala piega, se in quel punto non ricompariva la crestaja. La quale, veduta quella confusione, e intesa quella strana armonia di risa e di voci, si fermò nel bel mezzo della bottega, e girando un' occhiata lunga e severa sul crocchietto delle inquieta alunne, che alla sua presenza s'erano ricomposte in silenzio, umili, quatte e stupite, fece loro tal solenne gridata, che da un pezzo non avevano toccata la compagna; e con questa le congedò una dopo l'altra, ch' esse non vedevano l'ora d'andarsene. La piccola Luisa fu l'ultima: le convenne aspettare caro suo fratello; e n' aveva tanto corruccio che dispettosa batteva i piedi. Ma appena lo vide mettere il capo dentro la porta invetriata della bottega, strisciò una goffa riverenza alla maestra crestaja, e subito scappò via, come un uccello. Chi avesse avuto il capriccio dì tener dietro a quelle

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