Ella ci ha detto che la Secchi- Suardo era elegantissima nella toelette; ma se avessi letto la Vita io, ed avessi detto: vestiva, o si abbigliava elegantemente, non avrei detto parole tutte schiettamente italiane? non mi sarei fatto intendere da tutte quante? "Sì, sì, esclamarono tutte." "Veniamocene adesso a quella famosa stanza che i Francesi, tanto arguti!, significano per mezzo di una toletta, e che, gl' Italiani, grullamente scimiottandogli, la significano con voce che nella nostra lingua non ha significato. C' è nella lingua italiana una parola propria? Che ci debba essere è certo, pecche le gran dame italiane si abbigliavano al pari, ed anche più sfoggiatamente delle francesi, e non dicevano toelette: ma come anticamente dicessero non l'ho a mente. Ne' teatri italiani però c'è la voce vera e propria, chiamandosi camerini le stanze dove la prima donna e via via le altre, si abbigliano (fanno la toelette) per la scena. Ma, se questo camerino paresse poco dicevole alle signore, per essere voce da donne di teatro; o non si potrebbe chiamarlo abbigliatojo, che è voce propria, gentile, e secondo ogni più scrupolosa analogia; nè contraria alla ragione, e per noi Italiani nemmeno alla dignità nazionale, come toelette? La direttrice interruppe quì il maestro con tali parole: "Abbigliatoio è voce che molto mi piacerebbe; ma a chi riesce metterla nell' uso? "A chi riesce? - rispose il maestro. - O a chi riuscì metterci la pazza voce toelette? una pazzerella di donna cominciò: un' altra; e poi due; e poi mille le andaron dietro; e fu fatto il becco all' oca. Incominci ora una savia donna a dire abbigliatojo: dieci sciocche le rideranno in faccia, ma un' altra savia la imiterà; a poco per volta scemeranno le sciocche, e cresceranno le savie; e così l' abuso se ne andrà, per cedere luogo all' uso legittimo." "Bene, comincierò io; ed esorterò queste signorine a fare il medesimo. Lo promettono?" E tutte ad una voce: Sì, - Sì, Signora, - lo promettiamo - "Ma ci sono dei casi, nei quali non si sa proprio come dire in italiano. Per esempio, se io ordino al falegname quel tavolino, dove noi stiamo ad abbigliarci, non posso dire: fammi uno specchio; se no mi fa una spera. Così disse la signora Bettina; alla quale il maestro: "Dunque vorrà ordinargli la teletta? Ma allora, se il legnajolo sarà accorto, le risponderà, che per la teletta bisogna andare al merciajo. Fuor di celia: la gli potrà ordinare un tavolino da pettinarsi, o se lo vuoi dire tutto in una voce si faccia insegnare dagli Aretini, che usavano, e forse usano ancora, la bella voce specchiera." "Codesta mi piace, - disse la signorina; e soggiunse: O se vorrò dire che una signora è a far la toelette, come dovrò dire?" "O che fanno le signore quando fanno la toelette?" "Si vestono, si pettinano..." "Lo vede che l'ha detto senza accorgermene? Dovrà dire è su, è di là che si veste, che si pettina, che si abbiglia. E la sa bene che vestirsi, anche nell'uso, si prende per abbigliarsi affine di andare o a teatri, o a conversazioni." "O quelli che si chiamano articoli di toelette come gli chiamerò?" "Volerne! Gli chiamerà, oggetti di abbigliamento, di adornamento: e semplicemente adornamenti, secondo i casi. "Ma l' ora si fa tarda; e serberò ad un'altra volta il parlar loro della moda, e del suo linguaggio."
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