Tu trovi che il patrigno o la matrigna non ha per te quell'affetto di cui senti bisogno; tu trovi gran differenza dal loro modo di agire, di comandare, di pensare, da quella che formava un dì la tua gioia, ed ora è la causa del tuo pianto; ma leva gli occhi al cielo, indi abbassali e cerca nella tua coscienza, se non vi annidi la vera cagione, se non vi annidi colpa, od una parte almeno. Se trovi in te la causa per cui è impedita o ritardata, o comunque sia alterata la reciproca effusione e confidenza, battiti il petto, di' sinceramente mia colpa, e adopera tutta la tua forza a togliere quella causa, quell' impedimento importuno. Se proprio proprio tu hai coscienza di aver fatto tutto il tuo dovere, di aver tentato ogni mezzo per avvicinare quel cuore; se non hai risparmiato umiliazioni, sacrificj per farti credere, per diventare anzi una figlia amorosa, devota, ringrazia il Signore che ti dà il testimonio della buona coscienza, sopporta pazientemente la tua croce; e quello dei tuoi genitori che si trova in cielo gradirà il tuo eroismo, ti rimirerà pietoso, ed invocherà ed invierà sul tuo capo le più elette benedizioni. Te lo dico e te lo dirò spesso; se nol sei, tu devi diventare l'angelo della famiglia; per te devono in essa quietarsi le gare, pacificarsi i cuori, fondersi l'uno nell'altro, e per te devono sventarsi i dissapori, i guai, che l'angelo delle tenebre tenta suscitare nelle famiglie anche meglio ordinate e buone. Io suppongo tu abbi la matrigna, e questa ami più i suoi figli di te. Questa la è cosa naturalissima, ma non lo nego, assai dolorosa. Forse a te tocca vederti sempre posposta; forse a te tocca sentire la distanza che passa tra quelli che hanno la loro mamma e te che non l'hai in certo modo che a prestito; ma, sta sicura, questo disordine tu non lo potrai sicuramente togliere o diminuire coll'essere o col mostrarti sospettosa; ma solo coll'essere e col mostrarti affettuosa, pia, sottomessa, tu potrai in certo modo farlo scomparire. Quanto ti dico, l'ho visto avverarsi più volte, poichè la virtù ha una potenza che investe, trasforma, migliora tutto quanto le si avvicina. Una signora che io conosceva da una decina d'anni, ed ammiravo come ottima madre di famiglia, ammalò un tempo di un morbo sì fiero e sì ostinato, da lasciar temere per un intero anno, o della sua vita o della sua intelligenza. Le figliuole, giovanette in allora, si stemperavano non solo in pianti, ma più ancora in fatiche per circondare la povera inferma delle cure più difficili, assidue ed amorose. Non si faceva da tutti che lodare l'eroismo di quelle due creature, le quali dimenticavano perfino i bisogni personali per accudire alla malata, la quale destava in esse tale una pietà ed un interesse che non potevano a meno di comunicarsi a chi le sentiva parlare con tanto affetto. Finalmente la signora guarì con grande consolazione del marito e di tutti i figli; non andò molto essa si sobbarcò a sacrificj anche pecuniarj per collocare convenientemente le fanciulle, le quali si ebbero davvero la benedizione di Dio; e fu, credo, nell'occasione delle loro nozze ch'io seppi che quelle erano le figliastre virtuose di una virtuosissima matrigna! Da quella volta, dico il vero, cominciò a dileguarsi in me un antico pregiudizio che mi faceva considerare una vera calamità lo stato di una figlia cui un'estranea tenta riempire il vuoto lasciato da colei che le fu tolta da morte, e un nuovo orizzonte si aprì a me dinanzi. Sì, quando la matrigna è buona, e le figliastre si sforzano pure di esserlo, tutto corre come Dio vuole, desidera, comanda, e il benessere e il buon accordo regna nella famiglia: ma, dico io, come deve fare una povera donna se le tocca per figliastra una fanciulla che la spia quasi continuamente, solo bramosa di coglierla in fallo; che eccessivamente avara e guardinga delle proprie carezze le prodiga solo ed a fatica quei riguardi ai quali è strettamente tenuta, non un punto più in là? Se la figliastra si regola in questo modo, non basterà che la matrigna si sacrifichi per essa; non gioverà che si espanda in dimostrazioni d'affetto; la sua condotta sarà accusata di doppiezza e di esagerazione, e mai e poi mai si otterrà quella fusione degli animi che sola giova, che sola medica le piaghe del cuore. Tu devi riguardare nella moglie di tuo padre, non la madre che hai perduto, chè od usurperesti ad essa l'affetto tuo, e questo deve durare eternamente, o saresti tentata 25 di continuo a fare dei confronti che nuocerebbero alla morta ed alla viva, e non gioverebbero sicuramente neppure a te, perchè i confronti sono sempre odiosi. Tu devi pensare: mia madre è morta; e questo pensiero ti deve infondere un vivo desiderio di onorarne la memoria col mostrarti degna di lei, con quella che ha preso il suo posto vicino al padre tuo: ne ha forse colpa costei se tu sei rimasta orfana? Essa anzi ha il merito di non avere sdegnato prenderti per figlia, mentre il dì delle sue nozze pronta e volonterosa assumeva degli obblighi gravissimi con te. Se tu penserai sempre che la matrigna non è colei che ti ha tolto la madre; ma colei che ha tentato di rimpiazzarla, tu la guarderai di buon occhio, tu sarai pronta a renderle servigio, tu ricorrerai ad essa nei tuoi bisogni, tu prenderai parte a quanto la riguarda; ed essa, non tarderà molto, prenderà parte alle cose tue, ti sentirà volentieri favellare anche della tua mamma, e piangerà con te di quanto t'intenerisce, perchè vedrà che ti fidi di lei, che non sei invida nè gelosa, che in essa cerchi ed accetti un'amica che ti vuole, ti può sollevare... Fa come dico io, e ti accorgerai presto che ad onta di quel velo di mestizia che la perdita della madre tua ti ha lasciato in triste e pur caro retaggio, la tua vita correrà serena, le gioje domestiche non ti resteranno più ignote, ed anzichè sfogare il tuo cuore in dolorosi lamenti, ringrazierai il Signore d'averti dato una seconda madre, una sorella, un'amica verace. Non ti sia grave rivolgerti ad essa per consiglio, ed accettare quelli che ti dà spontaneamente; non giudicare temerariamente le sue intenzioni; ma vedile con occhio semplice, prendi le sue azioni come sono, senza cercarci sotto un secondo fine; porta ad essa quella venerazione, quell'obbedienza e quell'ajuto che, se è un dovere più rigoroso verso i genitori, è però un dovere generale che tutti comprende i parenti ed i superiori, e più specialmente coloro che del padre e della madre tengono le veci. Se la tua matrigna, per tua sventura, è donna malvagia, ed oppone alla tua virtù, alla tua annegazione la durezza ed il capriccio, non ti resta che perseverare nel bene, piegare la fronte e ricevere la tua croce in espiazione delle tue colpe. Il Signore non si lascia mai vincere in cortesia, dice un antico proverbio ma vero, ed il Signore premierà la continuità del tuo sacrificio con taluno di quei premj ch'Egli solo sa concedere e che noi neppure abbiamo l'ardimento d'immaginare. La tua matrigna od il patrigno ti sono causa di dolore e di pena? Leva i tuoi occhi al cielo quando la notte ha calato sulla terra le sue ombre, quando la luna e quei mille mondi, che si dicono stelle, brillano nel firmamento, quando tutto tace e niun rumore profano disturba la quiete che ti circonda; ma solo il gorgoglìo del ruscello che frettoloso segue sua via, e i rami mossi da una leggiera brezza primaverile scuotono dolcemente il tuo orecchio ed il tuo cuore... In allora pensa che tutte quelle bellezze che sì ti rapiscono sono appena un sogno, un'ombra, una larva di quelle bellezze che ora allietano la vista del perduto genitore, e lo fanno beato: in allora pensa che se il tuo sagrificio è grande, immensa ne sarà la mercede, poichè un giorno a quella parola vieni, benedetta, quelle bellezze si mostreranno ai tuo occhio; quelle bellezze t'inonderanno, t'investiranno, ed appagata nell'intelligenza, nel corpo e nel cuore, stringendoti al seno le persone colle quali sei legata da vincoli di sangue e di tenerezza, intonerai con esse quel cantico che le schiere celesti ripeteranno, e che sarà ripercosso nelle vôlte beate di quel beato soggiorno. In quel gaudio ineffabile, immenso, eterno, benedirai le tue croci, i tuoi dolori che ti hanno ajutata e in certo modo obbligati a conseguirlo... Animo adunque, mia cara, supera le ripugnanze della natura, la rustichezza forse natìa del tuo carattere, se vuoi raggiungere la quiete sulla terra, la gloria in cielo; e, non temere, i tuoi sforzi saranno sicuramente coronati!
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