Orbene, le anime investite dall'orgasmo, abbagliate da uno splendore fallace, perdono in un dì la serietà e la sodezza acquistata con lunga fatica; si lasciano trascinare da una speranza non meno fallace, e da gradino in gradino discendono al basso della lunghissima scala, fino al punto che dovendo scegliere fra il piacere e l'onore, fra la virtù ed il vizio, se hanno ancora forza bastevole per rifiutare il piacere che al vizio è congiunto, debbono sanguinare le mani ed i piedi non solo, ma il cuore, sì, il cuore, per risalire lentamente e faticosamente la scala, che, poggiata nell'onore, più o meno si avvicina alla virtù, che prima le era facile ed abituale. Tu mi devi aver compresa; io vorrei usar teco tutta la possibile indulgenza, rasentando quasi la condiscendenza... non vorrei negarti ciò che ti piace, che tu desideri; ma dovrò vederti lanciata nei vortici della danza, senza gridarti al pericolo, senza avvertirti che nella tazza melata ed effervescente che ti vien posta alle labbra è nascosto il veleno? Te felice se la tua mamma ti risparmia quei godimenti febbrili, nei quali la tua quiete e la tua virtù potrebbero fare naufragio, e saggia e prudente si contenta di condurti a qualche festina di famiglia o di collegio, dove le tue braccia non s'intrecciano che con braccia femminili, e sul tuo viso non alita che l'innocente alito di una giovinetta tua pari! Se hai una sì gran ventura, te felice, non desiderare di più; cerca ivi col tuo contegno allegro ma dignitoso, colla saviezza delle tue parole, colla discrezione in tutta la tua persona, di non smentire l'esser tuo di angelo in carne umana, angelo della pace e del buon esempio. Posta l'ipotesi che il tuo Confessore ti permetta e ti consigli di seguire la mamma ad una festa da ballo, ricordati bene tutto quanto ti ho detto riguardo all'abbigliamento, all'acconciatura, e soprattutto alla modestia ed al contegno da usarsi con coloro i quali ti adulano o sparlano degli altri: ora subisciti alcuni altri avvertimenti che nel desiderio del tuo bene non ti posso risparmiare. Evita con ogni cura e con ogni premura la soverchia o prolungata vicinanza con persone di diverso sesso, quantunque serie e di proposito, poichè ciò non istà bene eti darebbe l'aria di coloro che amano di essere corteggiate o vagheggiate. Sta più che puoi vicina alla mamma tua od a qualche signora o damigella di buona condotta e di buon nome, e se sei invitata a ballare più volte con uno, digli decisamente che pel momento ti senti stanca: s'egli capisce anche la tua ritrosìa, questa non ti porrà certo in cattiva vista, ma gli darà un'idea meritamente favorevole della giustezza e della severità de' tuoi principj. Nel ballare segui le regole insieme della modestia e della civiltà, evitando di accostare il tuo viso e la tua persona alla persona del ballerino, il quale, se fa altrimenti, od è ignorante ed incivile, ed il tuo esempio gli sarà di scuola, od è imprudence e procace e merita tu lo faccia accorto che tu nol sei nè permetti ch'ei teco lo sia. Il waltzer e la galoppe non dovrebbero mai essere ballati da una signorina con un uomo, poichè in essi i ballerini debbono tenersi più strettamente abbracciati, e il mazzolino di bianchi fiori, ch'io vorrei sempre vedere sul petto delle fanciulle in una festa, ne sarebbe sciupato o scomposto... Quando devi recarti ad una danza, e stai per porti sul seno il mazzolino o la bianca rosa, prometti alla cara Madonna di riportarle intatta la rosa od il mazzolino per deporlo nell'umile e caro vasetto che ne adorna l'immagine; quei fiori durante la festa rappresenteranno ai tuoi occhi la Vergine potente, e ti saranno di avviso e di custodia... Nelle grandi feste havvi un altro gran pericolo, benchè appaja semplicemente onesto e dilettevole riposo; ma se questo gli toglie l'apparenza, gli lascia tutta quanta la realtà di pericolo, e pericolo vero. La sala non bastando a contenere tutte in una volta le coppie dei danzanti, questi fanno a turno, e secondo l'ampiezza ed il numero delle sale e la quantità dei ballerini, è più o meno prolungato il tempo che essi ritti, impalati, abbracciati, se ne stanno, come si dice, in figura, ad attendere la loro volta, per invadere nuovamente il campo sospirato. Gli è nel tempo di questa benedetta figura, che le giovinette più ingenue perdono l'abitudine di arrossire, e che alle loro orecchie suonano parole insolite, accenti non mai uditi; e nell'anima loro si genera, si comunica quell'orgasmo che le trascinerà all'ebbrezza, e dall'ebbrezza... ai più deplorevoli risultati. Quando vai in figura ad aspettare che ritorni il tempo di ballare per te, sii più che mai seria e contegnosa; guarda la bianca rosa od il mazzolino, pensa che lo devi riportare alla Madonna... e se il tuo cavaliere, con un fare adulatore o troppo confidenziale mostra di valutarti meno di quel che vali, vana e leggiera, ti do il permesso, anzi il consiglio e forse il comando, di fargli conoscere che ne sei adontata e non sei simile alla foglia sottile, la quale alla minima scossa di vento si agita o cade; ma somigli alla quercia dell'alpe, al cedro del Libano resistente al vento, all'uragano, a tutti i colpi... Non ti dico di vincere il rispetto umano, chè non me ne pare il caso; ti dico piuttosto di mostrare la tua fierezza, mentre ti raccomando di frenare gl'impeti d'orgoglio ai quali sarai tentata nel sentirti superiore alle debolezze che ti circondano. Non ho mai creduto si combinino nelle feste i matrimonj, e che i matrimonj che per avventura ivi si combinano sieno poi i migliori; ma credo e sostengo che quelle unioni le quali non sono seguite da discordie, da infedeltà, da divorzio, sono non nate e cresciute colla civetteria, colle armi più o meno nobili (avrei dovuto dire ignobili) della galanteria e del cortigianismo; ma sibbene sono sostenute dalla reciproca stima, e da una profonda virtù. Chi s'accosta ad una signorina e trova adito a discorsi o ad espressioni non registrate sul libro di quei fiori delicati che si chiamano pudore e modestia, pur ardendole il suo incenso, la dispregia in cuor suo, e davvero perde, ancorchè prima l'avesse, l'idea di farla sua sposa. Gli è della modestia come della religione. I libertini e gl'increduli vantano le donne libertine ed incredule, ma le vantano lontane... allorchè si tratta di prenderle a spose tu li senti dire: oh! come moglie poi, la voglio modesta e religiosa. Siccome le passioni sono talvolta gagliardissime, e nel loro fuoco soffia a tutto potere l'angelo delle tenebre, così alle volte l'incanto della bellezza e perfino la procacità dei modi riesce a trascinare gli spiriti, e talvolta nei crocchi si ripete sottovoce e con meraviglia che la tale, benchè civettina e vana, sposa il tale, uomo di merito e di proposito. Io per me non vorrei mutare la quiete del mio modesto focolare con quello, te l'assicuro; però, siccome la Provvidenza e la bontà di Dio non ha misura, ed io non la voglio nè la debbo misurare e circoscrivere, quindi ammetto che talvolta la giovane sposa vana e leggiera, per una straordinaria misericordia celeste, divenga seria, severa e soda, e che il capriccio d'un momento sia riparato poi dal consorte con una vita buona, esemplare, fortunata. Ma dimmi, azzarderesti tu così la tua pace e la tua felicità, come uno spensierato si giocherebbe un patrimonio a pari e caffo? Figliuola, figliuola, credilo a me, le feste per chi ha un fiorellino delicato e prezioso da custodire e da riportare a Maria, sono piuttosto di pena che di godimento; ma se tu non puoi rifiutare ad esse la tua presenza, circondati, te ne prego, di tutte le precauzioni capaci ad attutire e smorzare le saette che ti vengono lanciate, e ad impedire l'orgasmo, quell'orgasmo che ti farebbe credere vero il falso, naturale e reale il posticcio e l'illusorio. Addio, figliuola, a rivederci domani.
Pagina 677
Non perché abbagliate da miti di felicità alternativi, ma perché se non avessero i loro malanni come quotidiani argomenti di conversazione si sentirebbero perdute. In realtà questa abitudine andrebbe abolita. Niente di più fastidioso che tollerare le lamentele altrui, tanto più che notoriamente i veri problemi fisici sono quelli che alla fine si tende a non menzionare mai. Retaggio di un passato pudore, secondo cui le malattie gravi non hanno un nome proprio ma sono tutte "lunghe e brutte" - e quali sarebbero le malattie belle, il morbillo e la rosolia? - i veri problemi di salute rimangono l'ultimo tabù. Eppure dovrebbe avvenire l'inverso. O meglio, bisognerebbe cercare di tenere fuori dalla conversazione leggera, da caffè tanto per intendersi, i propri menischi, tendini infiammati, scoliosi e gomiti da tennisti o lavandaie che siano, mentre ci si dovrebbe concedere una maggiore confidenza con le malattie più serie. Parlarne - con persone care, naturalmente - spesso aiuta ad affrontarle meglio. Di sicuro non sono nulla di cui vergognarsi o da tenere segreto. Ma come affrontare la malattia di una persona amata? Sicuramente con ottimismo e coraggio, in qualunque caso. Chi è malato ha bisogno di sentire affetto, fiducia e positività. Le lacrime di compassione sono oltreché inutili proprio ciò che induce i malati a tacere dei propri problemi. Offrire compagnia, cercare di fare cose insieme, condividere il proprio tempo è il regalo più bello. Disgustoso è poi chi strumentalizza i malati per sentirsi migliore o anche solo più fortunato. In occasione di una guarigione, poi, l'entusiasmo è doveroso, e comprensibile il desiderio che a volte prende chi è "sopravvissuto" di mostrare le proprie ferite di guerra. Ciononostante, cercate di capire chi avete di fronte: le persone facilmente impressionabili potrebbero turbarsi troppo di fronte ai vostri resoconti dettagliati o alla vista obbligata di cicatrici ancora fresche. In caso di lunga degenza in ospedale di un amico, cercate di trovare il tempo di andarlo a trovare. Stare stesi in un letto bianco, infastiditi nel fisico e turbati nelle proprie abitudini e comodità è davvero spiacevole. Un viso amico non farà che bene. Portare un dono è un gesto delizioso. Fiori rigorosamente inodori, libri o riviste, o comunque qualunque cosa utile per far passare più in fretta le monotone giornate ospedaliere saranno i benvenuti. Naturalmente che il buon senso vi guidi: niente cioccolatini al diabetico, né Cd della Traviata a malati ai polmoni. E non fidatevi del burbero che non vuole essere visto in situazione di debolezza: anzi, dimostrargli che lo si apprezza anche se è vulnerabile potrà aiutarlo ad affrontare meglio i suoi malanni.
Pagina 216
E' il vaneggiamento di chi dalle donne ha avuto appuntamenti ai quali non si sono trovate, risate in faccia a ogni declamazione d'amore, tradimenti col primo che passa per vendicarsi di una vita coniugale mediocre e di conversazioni monotone, o per cercare nell'illusione dell'adulterio uno sfogo contro la meschinerìa della casa, per sfuggire alla fredda cenere del focolare e al paralume stinto, abbagliate e attratte dall'elettricità dell'avventura, dai flashes dell'imprevisto.
Pagina 177