I poveri occhi, della nostra povera generazione, non sono abbastanza logorati e indeboliti dalla luce artificiale troppo viva; bisogna anche abbagliarli. Ma poichè la moda vuole così !... Ho sentito dire d'un pranzo in una casa di ricchi borghesi, ove per mezzo di uno speciale apparecchio elettrico, a un certo punto si accesero e sfavillarono con effetto sorprendente di novità e di gaiezza, le lampadine artistiche messe davanti a ciascun commensale. Le portate non devono mai essere meno di quattro nè più di cinque oltre la zuppa e il dessert. II pranzo non deve durare più d'un'ora e mezzo. Il caffè, che si prende in salotto, deve essere un vero aroma e servito in tazze piccolissime; alla turca. Per il caffè, ora è quasi necessario il vassoio d'argento antico, chicchere pure in argento, cucchiaino d'argento ossidato, anche con qualche smalto; e sul tavolino da caffè deve trovarsi una scatola d'argento ermeticamente chiusa per le sigarette d'oriente. Nella borghesia i fanciulli al di là dei dieci anni, assistono al pranzo di gala, occupando gli ultimi posti e essendo gli ultimi serviti. Gli invitati devono arrivare dieci minuti prima dell'ora indicata. Adesso l'uso vuole, che la padrona di casa attenda gli invitati in una sala e il padrone in un'altra. Gli invitati passano prima nella sala della signora, poi in quella del padrone. Le invitate restano colla signora. Un poco prima del pranzo, il maggiordomo o il servitore, si presenta, sulla soglia della sala ove sono radunati gli uomini, e con un inchino avverte che la signora attende. Gli uomini allora entrano nella sala delle signore; il padrone saluta e complimenta le invitate, e si passano conversando i pochi minuti che precedono la ricomparsa del servo su la soglia, comparsa muta, che vuol dire « la signora è servita. » Così finisce il prologo della commedia. Al muto invito del servitore, la signora prega gli ospiti a seguirla, appoggiandosi al braccio dell'invitato che a tavola dovrà sederle a destra. Il padrone di casa offrirà il braccio alla signora di maggior riguardo. Che se fra le convitate ci fosse una signora superiore per condizione, o per meriti o ingegno (se pure meriti e ingegno danno diritto a superiorità) il padrone passerà prima della padrona. Se fra gli invitati vi fosse un sacerdote, la signora lascerà passare tutti gli altri e si intratterrà con lui cercando di interessarlo di qualche cosa, finchè chiacchierando, passeranno per gli ultimi, uno vicino all'altra. Arrivati tutti in sala, se il posto non ha il cartellino col nome di chi lo deve occupare, gli invitati aspetteranno che loro venga designato. Il cavaliere che accompagna la sua dama a tavola, giunto al posto, le fa un inchino cui la signora risponde con un cenno del capo. Seduto a mensa il cavaliere si deve occupare della signora che gli sta alla sinistra. Il servizio sarà fatto in silenzio, con la massima celerità e tranquillità. Finito il pranzo, la signora di casa si alza; ogni cavaliere offre il braccio alla propria dama e passano in un'altra sala ove viene servito il caffè, che la padrona stessa, mescerà e che i servi recheranno agli invitati, secondo il grado sociale e l'eta. Dopo il caffè, ordinariamente, gli uomini passano nel gabinetto da fumare e le signore rimangono in sala. Ma i veri gentiluomini rinunciano alla fumata per il piacere di stare con le signore, di intrattenersi con esse, gustare la loro conversazione, il loro spirito. E qui finisce la commedia.
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