Uno sgomento del capo, del corpo, delle viscere, gli fece di colpo piegare le ginocchia: per un urto, un peso improvviso, un abbagliamento dell'anima, cadde in ginocchio a due metri dal giaciglio: finché la notizia che gli occhi davano, la novella che lo sguardo leggeva, lo fecero finalmente tremare fino alla profondità, e gli tolsero il fiato. Non riuscí a confrontare quel volto con altri, pure bellissimi, che aveva veduto; né gli accadde di giudicarlo il migliore: gli sembrò invece il primo, l'unico possibile, di una nuova e sconosciuta natura, in cui proporzione dolcezza e grazia a tale equilibrio erano giunti da impegnare per la sua raffigurazione e la sua lode generazioni intere di pittori e di poeti. Alzò la faccia oltre il corpo di lei: come chiedendo aiuto con gli occhi a quelli del suo accompagnatore: ma non vide, accecato di lacrime violente e abbondanti, altro che il misterioso e pacato intrico dei palmizi. Non vide, per lacrime ed ombra, lo sguardo di riservata simpatia, di mesta comprensione, che forse dal folto dei rami gli giungeva.
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