Di Pietro, che a Brescia ha denunciato intercettazioni abusive dei suoi telefoni anche in Procura. Di recente anche Davigo ha ordinato una bonifica completa del suo ufficio, lo stesso dove lavorava Tonino, alla ricerca di eventuali microspie, che non sono siate trovate.
Meglio astenersi allora dai commenti e dalle polemiche abusive, da qualsiasi forma di involontario sciacallaggio. Lo esigono i poveri morti e anche lo stupore, profondo, inattaccabile, dei sopravvissuti. Lo esige lo stesso Pendolino. La scatola nera, l'indagine sui relitti, il controllo dei binari ci diranno se possiamo fidarci ragionevolmente di questa specie di delfini, se la rete ferroviaria è all'altezza dei tempi. Se possiamo estenderla, rassicurando, oltre agli ambientalisti, i passeggeri tutti. A colpo accusato, dobbiamo capire se a mettere un masso per traverso è stato il caso, la fatalità, l'appuntamento di alcune persone con il proprio destino. O non piuttosto l'imprevidenza, la fretta, il falso orgoglio: la responsabilità degli uomini. L'importante è fare presto, dare risposte, non perdersi in una Ustica di lungaggini e mezze verità.