Gli AA. prendono in esame il fenomeno della crescente richiesta risarcitoria per episodi di presunta "medical malpractice" confrontando quanto sta accadendo in Italia con i dati provenienti da altri Paesi europei e dell'America. Alcuni settori della medicina sarebbero più esposti al rischio di contenziosi rispetto ad altri, sebbene numerosi ed eterogenei fattori abbiano spesso contribuito al moltiplicarsi dei casi di sospetta "malasanità". Una delle più importanti ripercussioni si è avuta nell'ambito dell'assicurazione per la responsabilità civile dei medici, mentre le proposte che sono state avanzate sinora per contenere il fenomeno sono ancora scarse e, a volte, di difficile attuazione.
Il caso Matuzalem (CAS/2008/A/1519) ha fornito l'occasione per allargare gli orizzonti a ciò che sta accadendo al lavoro sportivo. La decisione del TAS ha radicalmente mutato il principio affermato poco più di un anno prima dallo stesso Tribunale Arbitrale dello Sport in un caso analogo, riportando il mondo del calcio alla sua più tradizionale dimensione dopo che il lodo Webster - affermando la possibilità per un calciatore di liberarsi dal contratto con il proprio club (al di fuori del c.d. "periodo protetto") a fronte del versamento al club medesimo della somma corrispondente agli stipendi residui - aveva sovvertito tutti gli scenari calcistici provocando, da numerose parti, notevole malcontento e gravi disagi.
Nel caso di specie non è stata riscontrata violazione dellart. 6 CEDU in quanto il ricorrente, nella fase iniziale del procedimento, aveva avuto sufficient knowledge di quanto stesse accadendo. L"assoluzione" della Bulgaria consente allAutrice di riflettere sulle future sorti del sistema italiano che, nonostante la legge n. 6 del 2005, non ha ancora ricevuto un definitivo placet europeo.
Di fronte all'evoluzione e all'espansionismo del movimento "Al Shabaab", diventa urgente leggere correttamente ciò che sta accadendo e porre in essere adeguate strategie d'intervento, prima di assistere alla nascita di un nuovo "stato canaglia" somalo, con implicazioni dirette sulla stabilità dell'intera area. Ma con un approccio culturale moderno e avanzato che tenga in debito conto il tipo di società somala e le organizzazioni che ne sono derivate, perché come rileva il professore Michele Lanna, il termine Terrorismo è divenuto oggi così inflazionato da rendere i contorni del concetto stesso, sempre più sfumati ed imprecisi al punto di svuotarsi, praticamente, di senso. Una visione confortata proprio dall'evoluzione dei movimenti attivi in Somalia, da "al Ittihaad" passando per le Corti Islamiche fino all'odierna "Al Shabaab".
Diversamente da quanto sta accadendo in ordine alle varie forme di elemento soggettivo, rispetto alle quali ci si è resi conto che la tematica dei "concetti giuridici" è strettamente intrecciata a quella della prova, con riferimento alla distinzione tra dolo eventuale e colpa cosciente permane ancora la tendenza a tenere nettamente distinti questi due ambiti, concentrando l'attenzione soltanto sulla dimensione giuridico-concettuale, ritenuta particolarmente problematica, e trascurando invece quasi del tutto quella probatoria. L'A. del presente saggio sembra muoversi in una direzione parzialmente diversa: da un lato, sul fronte della distinzione concettuale, osserva come in realtà si sia raggiunto un sostanziale accordo nel ritenere che il dolo eventuale si connota per una decisione di offendere il bene tutelato; dall'altro lato, sul fronte probatorio, mette in evidenza come, soprattutto grazie al contributo della giurisprudenza più recente, esistano ormai indicazioni piuttosto univoche che consentono quanto meno una certa razionalizzazione del tema.
È appena il caso di sottolineare che è esattamente questo che sta accadendo in questi tempi.
Dopo una descrizione dei riferimenti normativi che regolano il diritto dei minori ad essere ascoltati nei contesti giuridici, l'A. descrive il processo che va dall'audizione del minore alla possibilità che essa diventi un momento utile al bambino per comprendere e consapevolizzare ciò che sta accadendo nella sua vita. Il contributo, inoltre esprime delle riflessioni sulle difficoltà che intercorrono nella relazione di ascolto tra minori e operatori. Viene descritto, l'"advocacy" come pratica professionale utile a favorire la partecipazione attiva del minore nelle decisioni che lo riguardano. Si riportano le prime esperienze italiane.