Per quel che riguarda la razionalizzazione normativa, il Governo appare impegnato soprattutto nella definizione del programma di riordino previsto dalla l. 50/1999, ma nel frattempo non sono state adottate misure né di delegificazione né di codificazione, continuano ad immettersi nell'ordinamento più norme di quante se ne abroghino, aumentano i rinvii. La politica di liberalizzazione segna una battuta d'arresto e anzi le misure di amministrativizzazione prevalgono nettamente su quelle di segno opposto. Anche la politica di semplificazione registra un bilancio negativo, in quanto le misure ad essa favorevoli sono notevolmente inferiori a quelle di complicazione. La politica di contenimento della spesa pubblica è caratterizzata soprattutto dal disegno di legge Finanziaria per l'anno 2000. La manovra assume nel complesso una portata limitata, soprattutto se paragonata alle cifre che hanno contrassegnato gli ultimi anni. Indicazioni più positive si registrano per la politica di decentramento. Nonostante la mancanza di provvedimenti di tipo generale, infatti, vi sono numerosi provvedimenti settoriali di decentramento, consistenti soprattutto nell'attribuzione di funzioni alle Regioni. I maggiori successi riguardano, tuttavia, la politica di privatizzazione. Da un lato, infatti, il Governo ha inserito nel disegno di legge Finanziaria per l'anno 2000 diverse misure favorevoli alla privatizzazione, prevalentemente in materia di dismissione di beni immobili. Dall'altro, il Governo ha compiuto importanti operanti di vendita anche dal punto di vista degli incassi per la finanza pubblica, in particolare collocando sul mercato il trenta per cento dell'ENEL e cedendo ai privati l'intero capitale azionario di Mediocredito centrale s.p.a.
Accademia della crusca
