È questa ultima competenza che viene esaminata in modo particolare, partendo dall'analisi di svariate costituzioni del Codex Theodosianus, dalle quali risulta con chiarezza la loro funzione di direzione delle prigioni pubbliche e della presenza di loro subordinati quali i carcerieri (homines abiecti atque viles) e gli adiutores, e dai c.d. Atti degli Martiri, testimonianze da esaminare con grande cautela per le molte alterazioni che spesso hanno subito, ma che di fatto confermano quanto già si ricava dalle disposizioni imperiali. Vengono, infine, discusse fonti molto tarde, come la Epitome exactis regibus, che ancora alla fine del XII secolo mantengono il ricordo della competenza dei commentarienses in materia di carceri.